DEF banco di prova per Tria, Salvini e Di Maio

in ECONOMIA by

“L’Italia non è fragile, non è il malato d’Europa. Il governo ha ribadito più volte che le riforme verranno portate avanti nell’ambito dell’equilibrio dei conti pubblici e a fine mese, quando questo impegno diventerà un fatto con la Nota di aggiornamento del DEF, lo spread si sgonfierà”.

Parola del ministro dell’economia, Giovanni Tria, che anche rispetto all’outlook negativo di Fitch ricorda che l’agenzia di rating “rinvia il giudizio in attesa di vedere i programmi approvati. Con la Nota di aggiornamento del DEF – insiste il responsabile di via XX Settembre, intervistato da Repubblica – le intenzioni del governo “si tradurranno in azioni e allora lo spread scenderà. La discontinuità del governo non si vede dal livello del deficit ma dal contenuto delle politiche, proprio come una famiglia si giudica da come usa le proprie risorse”.

Quanto al programma di acquisto di titoli di Stato da parte della Bce, per Tria “non era un supporto al debito italiano ma alle dinamiche di trasmissione monetaria dell’area euro”. Ancora: “L’acquisto di titoli ha riguardato in modo proporzionale tutti i Paesi e quando cesserà subiremo un contraccolpo come gli altri, con la differenza che da noi la crescita è meno forte”.

Spiragli di positività dal Ministro Tria che guarda ottimista alla prima tra le date cruciali, il 27 settembre!!! Entro quel giorno il Governo deve presentare la Nota di aggiornamento del DEF, il documento di economia e finanza. Attraverso questo testo l’esecutivo rende noto cosa e in che modo verranno finanziate le prossime ‘mosse’ e quanto tempo si dovrà aspettare per reperire le risorse economiche, anche in base all’andamento dell’economia nazionale. Il primo scoglio da affrontare è l’aumento dell’Iva nel 2019: per scongiurarlo il ministro dell’Economia Tria e colleghi dovranno trovare circa 12,5 miliardi di euro, per non parlare del buco da 24 miliardi di euro che verrà provocato dalla scadenza dei Btp.

L’aggiornamento del DEF è soltanto un primo assaggio di quello che troveremo nella legge di Bilancio. Il testo che dovrebbe trasformare in realtà i buoni propositi del DEF verrà presentato alle Camere il 15 ottobre e dovrà essere approvato, dopo eventuali modifiche, entro il 31 dicembre 2018. La manovra economica è probabilmente il documento più atteso del governo Lega-M5s, proprio perché sarà la legge di Bilancio ha mostrare se è come, Salvini e Di Maio riusciranno a realizzare i loro cavalli di battaglia elettorali: reddito di cittadinanzaflat tax e riforma della legge Fornero. In attesa della legge di Bilancio, il DEF fornirà i giusti indizi per capire il percorso economico intrapreso dall’esecutivo. Il dubbio principale resta quello sulle coperture: se la coperta non sarà abbastanza lunga, Di Maio e Salvini potrebbero ritrovarsi nella condizione di dover rinunciare a qualche tassello del loro programma, con le dovute conseguenze. Il M5S ha promesso 40 miliardi dagli sgravi mentre Salvini l’azzeramento dei sette accise. Allo stato attuale gli sconti fiscali in atto, in previsione per l’anno 2019 costano in milioni di euro:

Bonus 80 Euro “Renzi” € 8.964,00
Detrazione 50% per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio € 5.883,50
Detrazione 55% e 65% riqualificazione energetica € 1.619,60
Esenzione IMU sulla prima casa € 3.674,00
Detrazione rendita catastale prima casa € 3.630,00
Detrazione TASI sulla prima casa € 3.580,00
Detrazione per spese mediche e sanitarie € 3.117,30
Proroga ed ampliamento del Super/Iper ammortamento € 1.923,00
Cedolare secca sui canoni di locazione € 1.611,10
Riduzione delle accise sul gasolio per l’autotrasporto € 1.264,40
Detrazioni sugli interessi sui mutui prima casa € 1.030,50
Accise ridotte per il gasolio in agricoltura € 864,80
Credito d’imposta per gli investimenti in ricerca e sviluppo € 727,10
Crediti d’imposta per gli armatori € 240,00

Ma la domanda fondamentale è: quali saranno le fonti economiche con cui il nuovo governo attuerà le promesse fatte agli italiani!?

Senza dimenticare che alla fine del mese di ottobre il nostro bel Paese ha un altro appuntamento importante, non si tratta di un appuntamento “galante” ma di un rigido controllo sotto la lente d’ingrandimento. del giudizio di Standard & Poor’s rispetto a quello fornito il 27 aprile scorso. Qualche giorno più tardi, il 31 ottobre, sarà invece la volta del giudizio Moody’s, con l’Italia che rischia un nuovo downgrade. Due pagelle importanti perché contribuiscono a migliorare (o peggiorare) l’interesse nei confronti dei titoli di Stato. Coraggio Italia!!

Lascia un commento

Your email address will not be published.

*