La Guardia Costiera rimuove i relitti nel Tevere

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Al via la rimozione dei relitti dal fondo del Tevere

Una capacità, quella del dialogo inter istituzionale tra amministrazioni, che quando viene messa a sistema produce ottimi risultati per il territorio e la comunità: Capitaneria di porto di Roma-Fiumicino, Regione Lazio, Comuni di Roma Capitale e Fiumicino, Autorità di Bacino e Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno centro-settentrionale, insieme in un progetto organico di rimozione dei relitti presenti lungo il Tevere.

Il tratto fluviale, classificato “marittimo” dalla vigente normativa (legge n. 200/1906 e R.D. n. 1452/1934), ricade sotto le attribuzioni della Capitaneria di porto per quanto attiene agli aspetti della sicurezza della navigazione, ma sono comunque numerose e frazionate le competenze in capo agli altri Enti.

Così l’Autorità marittima si è fatta promotrice di un incontro che, grazie alla pronta adesione di tutte le amministrazioni interessate, ha portato ad un accordo condiviso il cui fine non è soltanto quello di garantire la navigazione sicura, ma anche di assicurare il corretto regime idraulico, la difesa dell’ambiente ed il decoro delle sponde nonché la valorizzazione generale del corso d’acqua e delle sue adiacenze.

L’annosa permanenza di unità e strutture semiaffondate dà luogo, infatti, ad una serie di problematiche che incide profondamente sui vari aspetti di fruibilità delle zone interessate.

La prima concreta risposta a tali criticità arriva oggi con il recupero di una nave da diporto della lunghezza di oltre 30 metri, semi sommersa nel tratto fluviale compreso tra Ponte 2 giugno e Ponte dell’Aeroporto nel Comune di Fiumicino.

Le relative operazioni, eseguite da ditte specializzate per conto del proprietario dell’unità, diffidato ad adempiere dalla Capitaneria di porto di Roma (ai sensi dell’articolo 73 del codice della navigazione), sono state disciplinate con autorizzazione e ordinanza emesse dalla stessa Capitaneria di porto, che ha seguito da vicino, con proprio personale e mezzi, tutte le fasi dell’intervento.

La tutela ambientale delle acque da eventuali forme di inquinamento, derivanti dalla dispersione di sostanze presenti all’interno del relitto, è stata assicurata attraverso l’obbligo di posizionare opportune barriere (“panne”) galleggianti di contenimento intorno all’unità.

Lo scafo, recuperato con successo, verrà demolito, sempre a cura della proprietà, ed i materiali risultanti saranno riciclati e/o smaltiti nei modi previsti.

Il percorso di bonifica iniziato oggi è destinato a proseguire con la piena unità di intenti di tutti gli attori coinvolti nel progetto e, come dichiarato dalla Regione Lazio, «già dalla prossima settimana, in stretto collegamento con la Capitaneria, saranno avviate le operazioni di rimozione d’ufficio di ulteriori relitti presenti nel tratto urbano di Roma».

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