Roma, il fiume Tevere una risorsa da tutelare e proteggere, questa la missione di Amici del Tevere

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Roma nasce sulle sponde del Tevere, una storia millenaria conosciuta in tutto il mondo, attraverso il fiume la città ha ricevuto nei secoli tutto quello di cui aveva bisogno, ha agevolato il commercio e fornito l’acqua per i suoi cittadini.

Ma con il tempo il rapporto tra il fiume è i romani si è incrinato, lo sviluppo della città moderna ha danneggiato le sue sponde, la sua purezza è scomparsa e il degrado è avanzato, le amministrazioni che si sono susseguite hanno dato priorità ad altre azioni sul territorio lasciando il fiume, le sue sponde e le sue acque ad un destino che può sembrare ineluttabile.

Chi per primo si è accorto di questa situazione e delle possibili conseguenze è stata l’Associazione Amici del Tevere, che dal 2008 si occupa di sensibilizzare, informare e coinvolgere i cittadini in iniziative culturali tese a far conoscere il fiume e la sua importanza.

Il Dottor Amendola è il presidente di questa Associazione e a lui ci siamo rivolti per capire meglio qual’è lo stato di salute del fiume e quali sono i  doveri e i progetti che le istituzioni devono assumere e realizzare.

L’Associazione Amici del Tevere, come ha detto, si occupa di sensibilizzazione, informazione  e coinvolgimento dei cittadini in iniziative culturali tese a far conoscere meglio il territorio del fiume e il suo impatto sulla vita di tutti” esordisce il Presidente Amendola – “Successivamente, nel 2010, è stato fondato il Consorzio Tiberina, che include diversi soggetti pubblici e privati tra cui le quattro Università Statali di Roma, il Consorzio di Bonifica Tevere e Agro Romano, fondazioni, onlus, imprese, associazioni, fra cui naturalmente moltissimi Concessionari di sponde e specchi d’acqua, e che si occupa di promuovere e realizzare progetti per lo sviluppo sostenibile del Tevere”.

Il Consorzio Tiberina è ente più operativo, nato con l’obiettivo di promuovere azioni che possano riportare il Tevere, le sue sponde e tutto il suo territorio ad un livello degno della Capitale italiana e più in generale di una delle Città più famose al mondo.

Sono tante le attività che si svolgono sulle rive del fiume, sono regolate in parte dalla Regione Lazio e in parte, con delega della stessa o per Norme parallele, dai Comuni e dai Municipi che attraversa.

Per quanto riguarda il tratto da Castel Giubileo alla foce – ci racconta il dottor Amendola – esiste il Piano Stralcio 5 o “PS5” (*), che indica esattamente cosa si può fare e dove, ovvero quali sono le aree con destinazioni ludico-ricreative, sportive, a parco, per approdi o per altro, e anche come possono essere concesse in uso. Uno strumento di pianificazione che prevede da molti anni, pur se ancora inattuata, l’istituzione del Parco Fluviale del Tevere, quale importante strumento di tutela.”

Naturalmente la domanda più importante riguarda la condizione del fiume che, come tanto del territorio laziale, soffre di mancata manutenzione e preservazione ed è ferito dall’inciviltà di molti che abusano del territorio deturpandolo con discariche a cielo aperto e scarichi illegali.

Nonostante questo però lo stato di salute delle acque sembra migliorare.

Rispetto ad anni bui del passato dove era assente o minimo il controllo delle acque reflue, la situazione sta migliorando negli anni recenti grazie anche all’intervento degli enti competenti, compresa ACEA ATO 2, che proprio recentemente, dopo tanto lavoro comune di individuazione delle priorità, firmando il così detto “Contratto di Fiume” promosso da Associazione Amici del Tevere e Consorzio Tiberina insieme ai Municipi I° e II° (**) ha definitivamente indicato e messo in spesa 23 milioni per l’eliminazione degli scarichi fognari non a norma attivi sul territorio del Comune di Roma e recapitanti al Tevere a monte di Ponte Milvio” – ci informa Amendola – “Questo intervento permetterà il miglioramento della qualità delle acque che attraversano la città verso la foce e di conseguenza di tutto l’ecosistema del fiume

Ma qual è il futuro del Tevere? Quali sono i progetti di riqualificazione del fiume? Sono le domande che più frequentemente i cittadini più attenti si pongono.

Se si lavora in tanti, positivamente e all’interno delle pianificazioni, non si può che migliorare la situazione. Con il “Contratto di Fiume” che ho citato, sottoscritto da sempre nuovi Contraenti, già vari progetti di grande qualità sono stati avviati, secondo passaggi ben precisi di progettazione e autorizzazione; il Consorzio Tiberina ha anche effettuato dei sondaggi on-line, con risposte di migliaia di cittadini, per ottimizzare le soluzioni. – risponde il Presidente Amendola – Vi è però un rischio, in cui secondo me sta incorrendo Roma Capitale: la politica degli annunci e il fare tanto per fare. Se mi chiede se il futuro auspicabile per il Tevere è sullo stampo della pseudo-spiaggia o pseudo-area sportiva in allestimento a Ponte Marconi, le rispondo: non è questo, non è assolutamente questo! Non c’era bisogno di ciò per far vedere che si possono attrezzare aree sul Tevere: ne è piena Roma. 10.000 mq, numero enfatizzato negli annunci, è un rettangolo di terra da nulla, potevano esprimerlo in centimetri quadri, che sarebbero stati 100.000.000. Questa sarà, da quel che si vede a lavori in corso, un’orrida spianata, con chioschi e bagni chimici, che per fortuna slitta nella sua inaugurazione a giornate meno torride; sarebbe ben difficile trovarvi un po’ di refrigerio. Fra l’altro, se l’area fosse naturalisticamente rilevante, la spianata sarebbe di grande impatto, mentre come affaccio non aggiunge nulla a ciò che già si vede da Ponte Marconi: cioè quest’area è una contraddizione nei termini. Non ha nulla di caratteristico rispetto al Tevere, potrebbe essere in qualunque altro luogo di Roma, è quasi offensiva verso chi conosce e ama il Tevere che era in passato e che ragiona su un Tevere che – si spera – potrà essere. Direi che sono state buttate a fiume decine di migliaia di euro, e pare si supererà ampiamente il centinaio. Forse il problema risiede nell’aver ridotto l’impegno attuale di Roma Capitale allo slogan di un Ufficio Speciale Tevere che non esiste e alla faciloneria nell’affrontare un tema così complesso e interdisciplinare, senza interpellare chi se ne occupa da decenni e ne sa veramente: non è di certo lavoro da burocrati o da parolai o da persone accostatesi al fiume da un paio d’anni. Al che, e mi scusi lo sfogo, si rischia di fare l’esatto contrario, cioè di dare l’idea che non si può far nulla per il Tevere a Roma, riallontanando i tanti avvicinatisi con interesse, a volte entusiasmo, al tema”

Si può aggiungere che chi calpesterà le tonnellate di sabbia che sono state depositate nella suddetta spianata  a ridosso di Ponte Marconi, nell’VIII Municipio, non potrà comunque beneficiare di una inesistente balneabilità del fiume; per cui l’area, anche se attrezzata con ombrelloni e sdraio, bagni chimici e docce, non potrà certo essere messa al confronto né con le più famose spiagge fluviali europee né tantomeno con i più vicini stabilimenti balneari del litorale roman0 o con le spiagge libere: una iniziativa quindi destinata al fallimento.

La Regione Lazio invece ha nel contempo avviato lo stanziamento di fondi per la sicurezza soprattutto idraulica delle sponde, un intervento utile, ma che forse dovrebbe essere più sostanzioso e mirato anche al controllo della legalità su tutto il suo corso.

Sul tema della legalità l’Associazione Amici del Tevere è sempre stata molto combattiva “Il territorio del Tevere è molto significativo e anche simbolico per la città – ci racconta il Presidente Amendola – e deve essere tutelato, riqualificato e riportato tutto nella legalità anche per dare modo agli investitori privati di presentare progetti di livello a beneficio dei cittadini. Se veniamo all’oggi, molti degli eventi che vengono organizzati sulle sponde del Tevere nella stagione estiva portano, grazie all’esperienza pluriennale degli operatori, pulizia, accessibilità per tutte le età e tutti i gusti, in uno scenario unico, che attira moltissimi turisti, in sicurezza, con adeguata infrastrutturazione e autorizzazioni ovviamente anche delle competenti Soprintendenze. Ma proprio quest’anno, non si sa perché, hanno fatto la loro comparsa discoteche a fiume, chioschi delle fattezze più varie, ombrelloni da bar di fronte a Castel Sant’Angelo sulla sponda sinistra, improbabili approdi per battelli e una serie di situazioni che destano perplessità”

Una situazione che crea molto spesso disagi per la convivenza delle stesse realizzazioni con le norme di sicurezza e tutela ambientale, oltre che ai cittadini sul frequentano il Tevere.

E’ un problema comunque non soltanto estivo: pontili che nascono dal nulla, battelli che ormeggiano ovunque, galleggianti fatiscenti palesemente insicuri o tanti altri comunque non verificati (ricordiamo i disormeggi di qualche anno fa), ristorazione abusiva, banchine fatte usare come parcheggi da ristoratori (è vietato), e chi più ne ha più ne metta. Fra illegalità e pseudo-spiagge velleitarie, parlare di riqualificazione strutturale e sistemica è quantomeno risibile. Va bene il volontariato, come quello dei tanti che si impegnano nei due Soggetti no-profit che rappresento, ma anche la politica dovrebbe fare la sua parte, come sempre, nella regolazione delle cose e nella selezione delle istanze espresse dai cittadini. Molto si sta muovendo, ma è facile vanificare tutto se ci si ferma agli slogan e alle presenze sui media, che possono essere un mezzo, come lo stesso “Contratto di Fiume”, e non un fine, almeno per chi punta ai risultati concreti. Sembra a volte, anche su questo tema così particolare del Tevere, che prevalga la ricerca di visibilità, magari inondando facebook di primi piani, come proclamazioni di avvento: la partecipazione civica, essenziale, di cui molto si parla, è ben altra cosa del culto della propria personalità di sedicenti protagonisti di cambiamento. Certo, risolvere la questione del Tevere a Roma sarebbe un ottimo biglietto da visita …… ma va prima risolta! E’ anche per questo che, con l’Associazione, ci siamo intitolati Amici del Tevere: già lo eravamo, e sul serio”.

Tutto questo si aggiunge ad una manutenzione ordinaria che è totalmente assente e che aggrava la situazione lungo l’argine utilizzabile, in estate e non solo, che diventa anche ricettacolo di animali di tutti i tipi con condizioni igieniche generali molto critiche.

Poniamo al presidente Amendola un ultima domanda, c’è speranza per una nuova balneabilità?

Certamente sì, in prospettiva. Ma non bisogna fissarsi con singoli aspetti, si possono condurre molteplici azioni in parallelo, da quella sulla qualità delle acque a molte altre, come abbiamo indicato nel “Contratto di Fiume”. Dato che siamo in uno stato di diritto, e anche per i progetti più mirabolanti non si possono espropriare i Concessionari, stiamo man mano federando questi ultimi e coinvolgendo gli Enti territoriali per colmare i buchi, per così dire, lavorando tutti insieme verso obiettivi di miglioramento continuo. Con i Concessionari più avveduti ci stiamo già riuscendo. Ovviamente ci si rivolge, con molta umiltà, a tutti gli operatori seri. Ci sarà spazio per tutti. La vicenda Kentridge di qualche anno fa ha dimostrato un grande provincialismo, a mio avviso, nel non promuovere la possibilità di una compresenza di vari aspetti di fruizione sul Tevere, danneggiando chi aveva dei diritti acquisiti, e, pur nell’apprezzamento per il grande artista, non sottolineando che qui aveva trovato una grande tela e un museo a cielo aperto unici al mondo. Oggi la così detta “piazza Tevere” mette un po’ tristezza, e forse il senso dell’effimero insito nel graffito prefigurava già nella visione dell’artista questo scenario, come nelle scene finali de “La grande bellezza”. Proprio per uscire dal provincialismo e riappropriarci del nostro retaggio, vorrei ricordare delle banalità storiche, cioè che Roma è nata sul Tevere e che siamo a 2 anni e mezzo dal Centocinquantenario, nel Febbraio 2021, della sua proclamazione a Capitale d’Italia: potrebbe essere un bel simbolo di rinascita il ripartire dal Tevere”

Speriamo dunque di vedere in un prossimo futuro il biondo Tevere divenire ancora più pulito insieme ad una rinascita di tutto l’ecosistema ad esso collegato, di tornare ad essere un biglietto da visita della nostra città che ogni anno ospita più di 26 milioni di turisti oltre naturalmente ai suoi 4 milioni di abitanti nell’area allargata della cosiddetta Città Metropolitana

(*) http://www.abtevere.it/node/104

(**) https://www.comune.roma.it/web/it/municipio-i-progetti.page?contentId=PRG134159

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