La Mafia a Roma? C’è, lo dice la DIA

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L’ultimo rapporto semestrale della Direzione Investigativa Antimafia descrive in dettaglio la mappa de potete criminale nella capitale, i nomi noti a tutti ma che nessuno conosceva, casamonica, Spada, Fasciani, DiSilvio le famiglie più numerose e importanti del crimine.

Vivono e controllano Roma da decenni forse più, dalle vicende della Banda della Magliana degli anni ottanta che sono state portate a conoscenza del grande pubblico dai film e le serie televisive ispirate a fatti di cronaca e documenti giudiziari.

Tutto vero quindi, usura, prostituzione, spaccio di droga, il tutto gestito con violenza e minacce.

La mappa disegna anche le forti relazioni di questi clan con quelli dell’andrangheta e delle famiglie siciliane che a Roma hanno sempre operato per riciclare il fiume di denaro sporco nella ristorazione, nella gestione di centinaia di imprese a basso profilo, come i garage, nelle costruzioni sopratutto nell’hinterland e nel lungomare.

Magia Capitale quindi non è stato un fenomeno superato ma si è consolidato con l’arresto di uno solo dei suoi capi, Carminati, nelle mani delle altre famiglie.

Uno scenario descritto della Capitale che preoccupa moltissimo se pensate quante possono essere le attività che sono sotto il controllo degli usurai e che magari utilizziamo tutti i giorni, per il momento sono state sequestrate le imprese nelle quali gli indagati erano ufficialmente coinvolti, quelle pulite insomma, ma attenti quando andate in palestra o al supermercato, o a mangiare il pesce in quel ristorantino, probabilmente state anche voi pagando la quota ai padroni di Roma.

Quale è l’auspicio di queste operazioni di Polizia, che si riesca a vedere un processo rapido e che la pena sia adeguata è certa.

L’accusa di associazione di stampo mafioso permetterebbe l’applicazione del 41bis e l’isolamento dei condannati dal loro business.

La criminalità organizzata e un cancro che in questo pesce sta dilagando, di fatto in alcune regioni è diventato il punto di riferimento dei cittadini in difficoltà, in altre la pervasione e così alta che si rischia perderle, è necessaria una cura forte che distrugga questo male senza quartiere e forse questo è il momento visto che i vecchi equilibri politici sono saltati.

Contenere la criminalità organizzata in una percentuale bassa a piacere sarà il primo passo verso un paese più democratico e vivibile.

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