Attacco alla criminalità organizzata, lo stato si muove a Roma, 33 arresti nel Clan Casamonica

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Una operazione congiunta delle forze di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza ha messo a segno il primo arresto eccellente del Ministro Salvini, fase conclusiva, a dire il vero, di una indagine partita anni prima che ha visto da vicino le attività di un clan che si estende su gran parte della città con rapporti saldi con l’Andrangheta calabrese come testimoniano gli arresti eseguiti in Calabria.

All’organizzazione viene attribuito il controllo dello spaccio, dell’usura e della prostituzione in vasta parte della capitale equamente distribuito tra le famiglie dei Casamonica e degli Spada che nel tempo hanno acquisito il controllo di vaste zone della capitale dall’Appia all’Eur, da Ostia al Tuscolano.

Spaccio e usura a Roma est, prostituzione e spaccio dall’Eur ad Ostia, tra gli Spada e i Casamonica il controllo del territorio è totale.

La fase operativa dell’indagine e il via agli arresti è stato possibile grazie alla testimonianza di due collaboratori di giustizia che hanno potuto aprire uno squarcio in questa realtà criminale da sempre difficilmente avvicinabile sia per la loro organizzazione di tipo familiare sia per la lingua Sinti di difficile traduzione, immaginiamo anche nelle intercettazioni.

Il Clan può contare su numerosi accoliti, della disponibilità di armi e sulla crudeltà dei metodi coercitivi che esercitano sulle loro vittime, proprio su questi elementi che gli inquirenti parlano di Associazione a delinquere di Stampo mafioso, prodromo indispensabile per poter richiedere in fase processuale dell’applicazione del 41Bis unico vero terrore delle organizzazioni criminali che nell’applicazione del quale vedono l’impossibilità di continuare a gestire dal carcere i propri affari.

Case, automobili, centri benessere, centri sportivi tra  sequestri della Guardia di Finanza oltre naturalmente a contatti e oggetti di valore che sono stati sequestrati nelle abitazioni perquisite.

I due  collaboratori di giustizia sono una donna moglie di uno dei membri della famiglia e un calabrese residente da anni a Roma che realisticamente potrebbe essere il punto di incontro tra la mafia Calabrese e quella Capitale.

Dopo le indagini denominate Mafia Capitale ecco di nuovo apparire tra i fatti di cronaca la parola Mafia nei confronti di una organizzazione criminale che da decenni vive e sopravvive nella capitale, con i suoi Re e i suoi sudditi cresciuta all’ombra di un crescente disinteresse politico per la lotta alla criminalità organizzata e all’inefficienza di un sistema giudiziario che evidentemente non ha funzionato, tanti sono stati i processi intentati per i più svariati motivi al clan ma mai si è sentita una sentenza che avesse potuto mettere in ginocchio questa mafia e liberare la città.

Anche qualche nome illustre in questa indagine come quello del conduttore radiofonico Baldini che non è riuscito a liberarsi dal giogo dei debiti, finito nelle mani dei cravattari come emerge dalle intercettazioni, lui come molti imprenditori romani che a causa della crisi e dell’impossibilità di richiedere un prestito per le vie legali sono finiti nella loro rete arrivando spesso a dovergli cedere attività e proprietà immobiliari.

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