“Ripartiamo dall’Eur” un’associazione per fermare il degrado del quartiere

in CRONACA/POLITICA by

Roma  è una città che da anni sta soffrendo di grandi disagi, decenni di amministrazioni poco avvedute hanno ridotto la città in uno stato pietoso, in questo contesto alcune persone tentano con il loro operato di volontariato di combattere il degrado e i tanti problemi che l’affliggono.

Una delle associazioni più attive in questo senso è “Ripartiamo dall’Eur” guidata dal presidente Paolo Lampariello, storico cittadino dell’Eur, che dal 2012 è attiva sul territorio per la sua difesa e sviluppo.L’associazione apolitica e apartitica ha un ruolo di primo piano nella vita del quartiere grazie alle tante battaglie portate avanti negli anni e alle iniziativa di vario genere concluse con esito positivo. Lo Abbiamo incontrato nel suo Studio per conoscere meglio questa realtà.

 EA:Presidente  Lampariello , ripartiamo dall’EUR, come nasce questo progetto?

Paolo Lampariello: questo progetto nasce da un’esigenza dei cittadini per unirsi per combattere il degrado nel nostro quartiere, l’EUR. Già nel 2010-2011 abbiamo visto affiorare le prime prostitute soprattutto nella zona centrale dell’EUR, quindi in viale Tupini. A quel punto abbiamo iniziato la nostra battaglia personale, dopodiché il passaggio successivo naturale era la costituzione di un’associazione che potesse dare più forza alle nostre esigenze in tutto il territorio. A quel punto abbiamo incominciato a fare le prime raccolte firme proprio per la difesa del territorio per cercare di allontanare il problema della prostituzione. Il progetto nasce dall’esigenza dei cittadini di unirsi per cercare di combattere il degrado che era iniziato nel nostro pentagono dell’EUR.

EA: il progetto nasce anche dalla sua volontà personale perché ?

Paolo Lampariello: Io non solo sono nato all’EUR ma la mia famiglia era arrivata qui molto prima che nascessi io. Quindi parliamo del 1958, circa 10-11 anni prima della mia nascita ed era un quartiere che tutti quanti invidiavano. C’è una cosa stranissima perché chi è dell’EUR rimane stregato dall’EUR. Io sento molta gente che è andata via e che comunque ha sempre il ricordo del nostro quartiere perché era un’isola felice. Io mi ricordo, quando noi eravamo ragazzi, che eravamo tranquillamente in strada o al parco. I giardini erano  bellissimi, curatissimi. Eravamo, tra l’altro, controllati e non potevamo fare nulla che non si potesse fare. Per esempio, anche semplicemente, all’epoca la carta per terra non si buttava. Quindi era una situazione completamente diversa rispetto ad oggi.

EA: L’EUR nasce nel lontano 1942 come “Esposizione Universale Roma” nell’ambito di quelle che in quell’epoca erano i grandi eventi mondiali che avvicinavano le nazioni, le relazioni tra le varie nazioni, etc etc. Fu realizzata come una grande fiera, con dei grandi padiglioni, con dei grandi musei, è arrivata fino a noi gestita in parte dallo stato con l’ente EUR ma questo ente nel 2000 ha un cambiamento. Che cosa è successo nel 2000?

Paolo Lampariello: L’EUR è sempre stato famoso per come era tenuto, per come era bello, per questi grandi parchi che erano tutti curati. Era tutto ordinato e perfettamente in ordine. Questo perché in quell’occasione, lo ha detto lei, c’era l’enteur. L’enteur curava gli interessi del proprio territorio, aveva degli incassi derivanti dagli introiti dei condomini stessi e con questi soldi una parte dei locali che l’ente affittava ritornava nel territorio. Cosi i parchi, cosi come semplici aiuole, cosi come la sicurezza anche notturna, era garantita dall’Ente Eur. Nel 2000 c’era un cambiamento epocale, la scelta era o chiudere l’enteur, quindi togliere questa possibilità all’EUR di essere come tale, oppure di trasformarla in Eur spa. È stata eseguita la trasformazione in EUR spa nel 2000, ricordo una partecipazione MEF 90% e 10% comune di Roma, però a quel punto sono iniziati i guai nel nostro territorio. Perché? Perché non è solo il problema che l’ex ente Eur, diventato poi eur spa, cambia la mission e quindi cambia gli interessi del quartiere ma, ovviamente, cambiando la mission, doveva tirar fuori degli utili. Questi utili, quindi io intendo “far cassa”, doveva assolutamente affittare immobili che aveva di proprietà. Quindi ha iniziato ad affittare a locali notturni e discoteche. Da li è cominciato un assoluto e lento degrado del quartiere.  Perché sono arrivate moltissime persone di notte, di sera con gli eventi che sono alla cronaca negli ultimi 20 anni, e quindi la prostituzione che a quel punto è anche aumentata anziché diminuire. Faccio presente che quando parlo di prostituzione, non parlo di prostituzione nelle strade ai  margini del quartiere, ma parlo di una prostituzione che è inserita nelle vie più centrali del pentagono dell’EUR e quindi a quel punto non si è fatto più niente.

Ci sono state poi  le riqualificazioni  immobiliari come la nuvola e l’acquario, che ancora oggi non sappiamo se aprirà o no. L’acquario è fermo pur se si annunciano delle aperture imminenti. Per quanto riguarda la nuvola, ricordo e insisto nel dire che la lama affianco alla nuvola, cioè l’albergo che è stato inserito successivamente al  primo progetto affianco alla nuvola, oltre a limitare la vista di questa scatola di plexiglass con una nuvola interna, ha anche invaso viale Europa e quindi occupando, io dico sempre abusivamente, un marciapiede interno, hanno tolto due file di alberi e occupato pure, cosa più grave, una carreggiata di viale Europa, cambiando completamente la cartografia del quartiere dell’EUR. Questo senza nessunissimo intervento ne delle forze politiche e tantomeno della sovraintendenza o della sovraintendenza che non ha messo nessun veto su questa questione.

EA: il problema più grosso, e da qui è nata l’associazione, è quello della prostituzione. Ci sono delle proposte che avete studiato nel tempo per cercare di risolvere questo problema all’interno del quartiere?

Paolo Lampariello:si, ci sono state proposte dalle forze politiche, noi ne abbiamo altre, ma pare che non ci sia un’intenzione seria per risolvere questo annoso problema. Politicamente ci è stato proposto lo zoning che noi avevamo preso anche abbastanza favorevolmente perché l’idea era quella di escludere la prostituzione dalle zone più centrali del quartiere e spostarle, quanto meno tollerarle, nelle zone dove non davano fastidio. Quindi non sotto le case, non sotto i parchi, non sotto i luoghi di culto e non sotto le scuole. Noi avevamo preso come buona questa alternativa poiché ci sembrava l’unica soluzione al momento applicabile. Le cose sono cambiate, insisto nel dire che nei punti nevralgici, nei punti interni dove c’è la prostituzione, nelle vie più centrali, nelle vie colpite, in realtà c’è un divieto di accesso ai non residenti.

Faccio degli esempi: viale Umberto Tupini, viale della tecnica, piazza Gandhi, dove esiste un divieto dal 1993 e c’è un divieto di transito ai non residenti dalle 21 alle 5 della mattina. Cosi faccio anche altri esempi come la zona fungo dove il divieto è dalle 22 alle 5 della mattina. Però in questi casi dovrebbe intervenire la polizia locale, i vigili urbani e non interviene per sanzionare o cercare di spostare il problema. Questo è un problema che si potrebbe cercare di risolvere in maniera locale e comunale, nel 2017 ci fu un decreto Minniti convertito in legge per l’affermazione del famoso Daspo e quindi cambiava l’articolo 54 del testo unico sui diritti locali del TUEL, dove dava i poteri al sindaco di dover risolvere il problema della prostituzione. Anche qui non c’è stato alcun tipo di intervento. Poi ce ne sono tante altre di soluzioni al problema, per esempio c’è il regolamento di polizia urbana che pare si stia modificando, aspettiamo quindi il varo del nuovo regolamento. Il vecchio è del 1946 e all’articolo 8 o 9, non ricordo bene, c’è espressamente indicato che sono vietati i mestieri di strada. Quindi, se la prostituzione, come si dice, è il mestiere più antico del mondo, è un mestiere e di conseguenza andrebbe eliminato.

L’altra situazione è fiscale. Nel 2010 c’è stata una sentenza di cassazione più una sentenza europea nel 2011, dove si prevedeva che le prostitute pagassero le tasse. A quel punto noi siamo soggetti a spesometro, redditometro, risparmiometro e chi più ne ha, più ne metta, e però qui c’è una fonte, non solo di nero, ma c’è una fonte di “dove vanno a finire questi introiti?”. E quindi anche in questo caso, secondo il mio giudizio, con l’aiuto delle forze dell’ordine, agenzia delle entrate e guardia di finanza, si potrebbe intervenire su questo fenomeno. Perché se a noi vietano l’uso dei contanti, se ci incominciano a dare, adesso mi allargo su una parte che potrebbe interessare meno l’EUR, l’obbligo di fatturazione elettroniche, l’obbligo di spesometro, quindi l’invio dei dati all’agenzia delle entrate, non riesco a comprendere la motivazione perché anche questi tipi di attività non vengono in qualche maniera tassate e controllate.

EA: altro problema per cui combattete è il degrado, il degrado del quartiere, fate delle campagne per pulire il quartiere, per segnalare delle difficoltà, quali sono i problemi più rilevanti che avete segnalato ultimamente?

Paolo Lampariello:diciamo che i problemi sono questi, purtroppo a differenza della prostituzione, sono comuni a quasi tutta la città o a quasi tutto il paese. Forse anche in altre città abbiamo un problema di immondizia. Questo sicuramente, il grave problema dell’immondizia, è molto sentito e molto forte. Secondo me occorre dividere in due tipi modalità. C’è un problema di immondizia proprio a livello stradale nel senso che c’è la gente, in questo caso è colpa delle persone, e dove il semplice pezzo di carta buttato per terra o la cicca di sigaretta buttata per terra e questo insisto anche per la prostituzione, certamente non aiuta il problema della pulizia perché chiaramente buttano in strada la qualsiasi come profilattici per terra, fazzolettini di carta e quant’altro. Ma anche persone che semplicemente passeggiano o che semplicemente lavorano nel nostro quadrante certamente non sono più educati. Quindi questo è un aspetto, l’altro aspetto riguarda questi famosi cassonetti della raccolta differenziata che, a nostro giudizio, non è pensata bene.

L’idea generale della raccolta differenziata è ok, nel senso che è una cosa giusta e corretta. Sono le modalità a monte che sono sbagliate, sempre secondo me. Se andiamo ad analizzare, abbiamo tolto dei cassonetti grandi in strada che comunque raccoglievano l’immondizia, seppur in maniera indifferenziata, e sostituiti con tantissimi cassonetti in strada che sono sporchi, non riescono a raccogliere in maniera corretta e lasciano cattivo odore. Faccio due esempi come in due zone come quelle di via dell’aeronautica o della più centrale viale Europa dove vediamo i cassonetti di tutte le attività commerciali, in particolar modo bar o comunque locali aperti al pubblico dove si mangia, con davanti delle situazioni completamente imbarazzanti.

Allora noi abbiamo chiesto, anche in questo caso abbiamo cercato di instaurare una collaborazione con Ama per cercare di creare delle piccole Domus potenzialmente coperte, nel senso che con degli arredi carini e decenti in modo tale che non possano creare fastidi anche all’occhio. Chiusi in qualche maniera e, insomma, un motivo per dare anche un senso di decoro a queste strade che stanno sempre peggiorando. Questi sono due aspetti completamente diversi, altro che io ho proposto, come si fa in altri paesi, è quello di chiudere alcune strade in maniera notturna e di dire divieto di parcheggio dalle 20 alle 23 in modo che sia più facile per gli operatori dell’Ama pulire le strade e in maniera molto più veloce e molto più nel dettaglio. Questo perché ad oggi lo fanno girando intorno alle vetture che sono ferme. In altre paesi, faccio degli esempi anche banalissimi, come ad Ischia, le strade vengono chiuse la mattina o la sera, a seconda dei casi, e non si può parcheggiare perché c’è la pulizia delle strade. Questi sicuramente sono degli obiettivi e abbiamo chiesto all’ama di intervenire. Cosi come gli stessi negozianti che magari posizionano la plastica, o la carta, davanti l’albero di viale Europa e che diventa un problema perché solo all’occhio si vede quei sacchetti buttati li in mezzo alla strada e che spesso e volentieri, se poi non è puntuale la raccolta, vengono aperti e succede l’ira di dio.

EA: ritornando all’associazione partiamo dall’EUR, come è strutturata?

Paolo Lampariello:“ripartiamo dall’EUR” si è strutturata, ripeto come detto nel discorso iniziale, proprio per l’esigenza dei cittadini che cambiano. Quindi non è solo combattiva ma anche propositiva. Noi abbiamo costituito delle commissioni. Abbiamo la commissione legale, che segue tutte le situazioni più complicate dell’associazione e dei cittadini, abbiamo una commissione addirittura moda perché stiamo tirando un brand sopra a “ripartiamo dall’EUR” e che venderemo ai nostri soci e associati, abbiamo una commissione decoro per l’appunto, una commissione comunicazione e una commissione costruzione cultura, che dovrebbe partire a settembre o ottobre, e una commissione medica. La commissione medica è un po’ l’anomalia di questa associazione perché noi vogliamo dare anche un aiuto alle persone che hanno delle difficoltà. Quindi cerchiamo delle convenzioni anche con gli ospedali che operano intorno al quartiere dell’EUR e anche con le stesse cliniche.

EA: l’associazione la volete trasformare ad onlus, qual è il futuro di ripartiamo dall’EUR?

Paolo Lampariello:questo è molto interessante perché proprio nel passaggio, nella costruzione di qualcosa di più importante e di aiuto anche a questo punto del nostro quartiere, si è pensato che la costituzione in onlus potesse essere il passaggio successivo a una semplice associazione. Perché questo? Perché chiaramente con una onlus noi potremmo recuperare il 5x 1000 dalla dichiarazione dei redditi degli stessi residenti o, chiaramente, da chi ha intenzione di difendere il nostro quartiere e prendere comunque delle donazioni spontanee in maniera tale da avere un doppio beneficio: Fiscale da chi dona e noi con quei soldi diventeremmo noi stessi propositivi. Cercheremo di investire, ovviamente come tutte le onlus che si rispettano, tutto sul territorio. Quindi prendere i soldi del 5 x 1000 e reinvestire sul territorio dalla potatura degli alberi, alla pulizia o anche alla sicurezza stessa con, ipotizziamo, vigilantes notturni o qualsiasi altra cosa sempre coordinate dalle forze dell’ordine, perché ovviamente sono loro i principali attori della sicurezza delle nostre strade

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