Un libro sul palazzo dei Conti di Pombeiro a Lisbona

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“Il Palazzo dei Conti di Pombeiro” a Lisbona, dal 1925 residenza dell’ambasciatore d’Italia in Portogallo, è l’ultima  sede diplomatica italiana entrata nella collana curata dall’ambasciatore Gaetano Cortese per l’editore Colombo. L’obiettivo è sempre quello di valorizzare il patrimonio architettonico e artistico delle ambasciate italiane all’estero, ma in Portogallo si associa una valenza particolare per la recente crescita delle relazioni bilaterali tra l’Italia e il Portogallo dove i residenti italiani, che nel 2004 erano appena 2500, oggi sono più di 15.000.

Tra di loro, oltre ai tantissimi pensionati, ci sono numerosi scienziati che hanno anche costituito lo scorso anno la prima “Associazione di Ricercatori e scienziati italiani in Portogallo”, che hanno dedicato ad Ipazia, la scienziata greca nata nel IV secolo ad Alessandria d’Egitto.

Ma a Lisbona –  scrive nel libro l’ambasciatore italiano a Lisbona Uberto Vanni d’Archirafi – a rappresentare il nostro Paese in Portogallo “ci sono anche le grandi imprese che nel Palazzo dei Conti di Pombeiro trovano sempre spazio quando si tratta di promuovere l’eccellenza italiana”, perché “la diplomazia economica, insieme a quella culturale e scientifica, è il motore che anima la vita dell’ambasciata, potenziando le dinamiche sociali e politiche di una collaborazione bilaterale sempre più pregnante. Si rende quindi necessaria un’azione diplomatica multidisciplinare e capace di ascoltare le diverse voci dalla presenza italiana, promuovendone il dialogo e l’interazione con i settori più innovativi del Portogallo contemporaneo”.

L’edificio – che al piano terreno ospita gli uffici e al primo piano la residenza del capo missione – è stato costruito tra la prima e la seconda decade del ‘700. Modificato un secolo più tardi, è impreziosito da tre grandi pannelli di azulejos ed è circondato da un giardino di oltre mezzo ettaro con salici piangenti, palme secolari, magnolie e ibiscus. Fu costruito su un terreno che la regina Catarina di Bragança (vedova del Re Carlo II d’Inghilterra) aveva offerto in dono alla Contessa di Pombeiro, Luisa Ponce de Leão, sua dama di compagnia favorita.

Caratterizzate da amicizia e prossimità sono anche, da sempre, le relazioni diplomatiche tra Italia e Portogallo. Ne danno prova le reciproche visite di Stato: le più recenti sono la visita di Stato del Presidente Rebelo de Sousa in Italia nel novembre 2019 e la visita di Stato del Presidente Mattarella in Portogallo nel 2017. “Si tratta di relazioni antichissime – ricorda l’ambasciatore – come testimoniato dall’esistenza a Lisbona di una Chiesa degli Italiani fatta erigere nel XVI secolo dai mercanti, architetti e artisti nostrani che frequentavano la cosmopolita capitale portoghese del tempo”.

Il progetto di racchiudere in un libro la storia del Palazzo dei Conti di Pombeiro, che ospita l’Italia a Lisbona dal 1925, fu concepito per la prima volta dall’Ambasciatore Michele Cosentino e il suo libro pubblicato nel 2004 ha costituito un prezioso biglietto da visita non solo del Palazzo ma anche delle missioni diplomatiche che vi si sono succedute.

Gaetano Cortese, l’autore di questa edizione 2019  è entrato nella carriera diplomatica nel 1969 e  ha rappresentato l’Italia a Zagabria, Berna, L’Aja, Washington DC e Bruxelles. È autore di numerose pubblicazioni e curatore della collana dell’Editore Carlo Colombo sulle sedi diplomatiche italiane che comprende le sedi di Washington DC, Berlino, Bruxelles, Istanbul, l’Aia, Oslo e Vienna. Recentemente ha presentato al Politecnico di Milano una relazione su “La fotografia e il Patrimonio delle Rappresentanze diplomatiche italiane nel mondo”, focalizzata sulla fotografia d’arte dei beni demaniali italiani all’estero. A lui l’ambasciatore Vanni D’Archirafi  ha rivolto un ringraziamento sentito per aver “profuso grande impegno e creatività nella stesura di questa seconda edizione del volume, seguendo con instancabile cura l’attività diplomatica italiana in Portogallo nei suoi diversi aspetti, per rendere questo libro uno specchio quanto mai rappresentativo delle attività che oggi si svolgono nel Palazzo”.

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