Un Museo della musica che parla anche un po’ italiano

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Questa è la storia di un Museo della Musica, quello di Lisbona, abbastanza particolare. E’ ricco  di pezzi antichi e rari, alcuni dichiarati Tesoro Nazionale, perfettamente restaurati e affidati durante l’anno a strumentisti di livello mondiale per concerti davvero unici.  L’unico neo è che si trova in una stazione della linea Azul della metropolitana di Lisbona, una collocazione non felicissima, visto che durante le esecuzioni il passaggio dei treni inquina un po’ la purezza della musica.  Ma è una collocazione provvisoria e in questo periodo si discute su quella che sarà la collocazione definitiva.

Graça Maria de Rezende Mendes Pinto Drummond Ludovice, (nella foto qui accanto e in quella di copertina, insieme al Maestro Mencoboni e alla direttrice dell’Istituto italiano di Cultura, Luisa Violo), direttrice dal 2014 del Museu Nacional da Musica, sa che questo spazio nella stazione metro di Alto dos Moinhos (la collina del mulini) è comunque una tappa importante della battaglia incominciata nel 1911 dal musicologo Michelangelo Lambertini (Porto 1852-Lisbona 1920) perché non andassero dispersi alcuni reperti fondamentali della storia musicale portoghese.

Graça Maria Mendes Pinto  fa dunque tesoro di quello che il Portogallo ha conquistato: un museo che ha realizzato il sogno di Lambertini e che continua a far rivivere, facendoli suonare ai migliori musicisti del mondo, i bellissimi strumenti qui raccolti.

E’ accaduto anche qualche settimana fa, l’8 dicembre, di fronte a un folto pubblico italiano e portoghese quando, sul mitico cravo Traskin, un clavicembalo del 1782, il pezzo più pregiato del Museu Nacional da Mùsica, ha suonato divinamente il maestro Marco Mencoboni, maceratese di origine e attuale responsabile del progetto Monteverdi  per il Teatro Manuel di Malta.  Il giorno precedente il Maestro – che all’inizio di questo decennio è stato incaricato  dal  Metropolitan Museum di New York di un importante progetto di recupero musicale – era stato ospite dell’ambasciatore italiano Ubaldo Vanni d’Archirafi, eseguendo – davanti agli invitati – altri pezzi del suo ampio repertorio di organista e clavicembalista.

“E’ stata un’esperienza magnifica” – ci aveva detto il maestro alla fine del concerto dell’8 dicembre, alla tastiera del cravo Taskin 1782 – far risuonare ancora una volta le note uniche di questo magnifico strumento”.  Mencoboni – ricreando atmosfere musicali settecentesche – ha eseguito in quell’occasione musiche di Couperin, d’Anglebert, Dandrieu, Forqueray, di Joseph-Nicolas-Pancrace Royer e di Domenico Scarlatti (1685-1757). Scarlatti – che nel 1720 entrò al servizio del re Giovanni V del Portogallo e fu maestro di musica dell’infanta Maria Barbara, è, tra l’altro, un personaggio non secondario nel romanzo “Memoriale del Convento” del premio Nobel per la Letteratura, José Samarago.

Ma non sono solo questi i legami con l’Italia. Uno dei più importanti, in questo caso, è proprio il cravo Taskin 1782: apparteneva al re Luigi XVI che lo commissionò al costruttore Pascal Taskin, per donarlo alla sorella Maria Clotilde. Finì a Torino quando sposò Carlo Emanuele, principe di Piemonte ed erede al trono di Sardegna. Erano tempi duri per le teste coronate. Il cravo Taskin passò poi alla città di Torino, che lo donò a Umberto II in occasione delle sue nozze. Qui rimase fino a quando, dopo il referendum del 2 giugno 1946, al momento di partire per l’esilio re Umberto II decise di portarlo con sé in Portogallo.

Il seguito ce lo illustra, in questa intervista che è un po’ anche un bilancio del 2018, la stessa direttrice del Museo Nazionale della Musica di Lisbona. “Durante gli anni del suo esilio a Cascais – spiega Graça Maria Mendes Pinto- Umberto II decide di donarlo alla Marchesa de Cadaval, grandissima mecenate della musica, alla quale era legato da una grande amicizia. Con la morte del Marchesa lo stato portoghese ha acquistato il clavicembalo dagli eredi e lo ha fatto diventare una parte importante del patrimonio del Museo della musica che ha avuto il riconoscimento come museo nazionale il 18 maggio 2015. Un museo che si caratterizza per essere ogni giorno più vivo e più conosciuto grazie alle aperture per esibizioni e concerti gratuiti. Del resto un museo nazionale dovrebbe proprio sostenere e promuovere tutta la musica, e qui tutti gli spettacoli sono accolti calorosamente. Non sorprenda, quindi, che il nostro programma contempli diversi generi musicali. Cerchiamo di servire la comunità offrendo simultaneamente la conoscenza della musica e della collezione del museo”.

“Il Museo Nazionale della Musica – ci dice con orgoglio la direttrice – ha circa 1.500 strumenti di cui undici con la più alta classificazione del patrimonio museale. Nel 2014 è iniziato il restauro del clavicembalo, seguito dall’armonizzazione, dal recupero della struttura di sostegno, delle gambe e dal recupero dei dipinti di gusto orientale, le cosiddette “cineserie”. Lo strumento mantiene la sua meccanica originale. Nel mondo ci sono solo otto esemplari di questo artigiano-artista, ma sono pochi quelli che possono essere ascoltati”.

Il concerto del maestro Mencoboni non è stata tuttavia un’esperienza isolata. Il Maestro italiano ha suonato- spiega la direttrice – all’interno di un ciclo integrato di concerti con strumenti storici che il museo organizza ogni anno. Dopo l’ analisi e approfondimento dello stato di conservazione alcuni di questi strumenti storici della collezione vengono affidati a grandi interpreti. Alcuni di questi strumenti si sentono di nuovo, dopo un silenzio anche di 100 o 200 anni,  grazie al loro perfetto restauro. La visita del Maestro Mencoboni in Portogallo è stata sostenuta dall’Ambasciata italiana in Portogallo e dall’Istituto italiano di cultura, come del resto è accaduto in altre occasioni.

Quali altri artisti hanno suonato qui? “Ne ricordo alcuni: febbraio 2014- Michele Benuzzi (con il tesoro storico Cravo Antunes, 1758); 11 dicembre 2015- Marta Marinelli (arpa); 13 dicembre 2016 – Lucrezia Lavino Mercuri (violino); 14 dicembre 2017 -il duo Dego-Leonardi (violino e pianoforte); 22 marzo 2018 – il duo Parrino (flauto e violino); 30 ottobre 2018 – il duo Panzarella (piano) – Pardatscher (clarinetto). 

Quasi tutti hanno avuto il sostegno dell’Istituto Italiano di Cultura”.

Cesare Protettì

(Nelle foto alcuni poster di questi eventi).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Aqui a entrevista a Graça Maria de Rezende Mendes Pinto Drummond Ludovice, Diretora do Museu Nacional da Música.

O museu que a senhora administra é caracterizado por ser mais vivo e mais conhecido de dia para dia, graças a frequentes aberturas ao público, para apresentações e espetáculos gratuitos. Como acontece a programação dos espetáculos?

Este museu é o Museu Nacional da Música de Portugal, designação que  lhe foi atribuída desde 18 de Maio de 2015. Um museu nacional deve apoiar e divulgar toda a música, todos os espetáculos são muito bem vindos. Assim, a nossa programação contempla vários géneros de música e procura servir a comunidade dando-lhe a conhecer simultaneamente a música e o acervo do museu

O Museu Nacional da Música contém peças extraordinárias, como o cravo Taskin  1782, que a diretora confia apenas a grandes artistas, como o maestro Marco Mencoboni. Como e quando o cravo chegou em Portugal? Para que ocasião a Marquesa de Cadaval o recebeu do rei Umberto II?

O Cravo Taskin pertenceu ao rei Luis XVI que o encomendou a Pascal Taskin para a sua irmã Maria Clotilde. Maria Clotilde casou com um príncipe da casa de Sabóia levando o cravo para Itália. O cravo permaneceu em Turim e, já no século XX por ocasião do casamento do Rei Umberto II com a Princesa Maria José da Bélgica, o cravo voltou para a família Sabóia. O rei Umberto vem em exilio para Portugal trazendo o cravo e oferecendo-o posteriormente  à Marquesa de Cadaval, grande mecenas da música, a quem dedicava uma enorme amizade. Com a morte da Marquesa o Estado Português compra o cravo aos herdeiros passando a fazer parte do espólio do Museu da Música. Em 2014 é iniciado o seu restauro organológico a que se seguiu a harmonização, a recuperação da estrutura de apoio, pernas, e a recuperação das pinturas ao gosto oriental, “ chinoiseries”. O instrumento mantem a sua mecânica original. No mundo existem 8 cravos deste construtor mas ainda menos em estado de poderem ser ouvidos.

Existem outras peças que tenham um valor ou uma história específica?

O Museu tem onze Tesouros Nacionais, a mais alta classificação do património móvel, estando neste momento, em Ano Europeu de Património Cultural, mais dois em processo de classificação.

O Maestro Marco Mencoboni tocou o concerto integrado no ciclo dos instrumentos históricos que o museu organiza anualmente e onde, após a respectiva análise e verificação minuciosa do estado de conservação, são tocados instrumentos históricos da colecção. Alguns são ouvidos novamente após restauro voltando após intervalos de 100 ou de mais de 200 anos em silêncio. O Maestro foi convidado pelo museu, como é habitual neste ciclo, tendo oferecido a todos o seu trabalho e a sua arte. A vinda do Maestro a Portugal teve o apoio da Embaixada de Itália em Portugal e do Instituto Italiano de Cultura.

Que outros artistas Italianos tocaram aqui?

Sim, outros artistas italianos têm tocado no museu ( Fevereiro de 2014-  Michele Benuzzi ( no cravo histórico Tesouro Nacional, Cravo Antunes de 1758); 11 de Dezembro 2015- Marta Marinelli (harpa); 13 de Dezembro 2016 – Lucrezia Lavino Mercuri (violino); 14 de Dezembro 2017  Duo Dego-Leonardi (violino e piano); 22 de Março 2018 – Duo Parrino (flauta e violino); 30 de Outubro 2018 – Duo Panzarella (piano) – Pardatscher (clarinete). Quase todos têm tido o apoio do Instituto Italiano de Cultura.

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