TOLO TOLO…Purchè se ne parli

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Il film di Checco Zalone si conferma campione di incassi ma mai come questa volta le critiche, prima ancora dell’uscita in sala, sono state così veementi.

Ho visto il film e non esprimerò un mio giudizio critico sulla storia e i suoi contenuti, ma voglio solo stimolare una o più riflessioni su così tanta attenzione per una produzione cinematografica che comunque sta facendo bene una parte importante del suo obiettivo: ossia quello di fare incassi.

E questa non è una novità per il Checco nazionale che però questa volta pare si sia creato qualche inimicizia anche tra il suo pubblico affezionato.

Ma perchè? Il problema non è capire se il film sia pro o contro l’immigrazione o abbia tendenze nazionaliste se non addirittura razziste, il problema è già nel porsi queste domande. Il film è un film comico che sollecita delle riflessioni come il più classico dei film della Commedia all’italiana così ben interpretati da Sordi, Tognazzi, Manfredi o Gassman…anch’essi vicini all’italiano medio di un’epoca però forse un pò meno distratta, superficiale e becera di quella di oggi.

Si perché Zalone da sempre ha interpretato il ruolo dell’italiano medio e non ci si può offendere per questo: dalla superficilità, ai sogni di facile ricchezza; dal dialetto italianizzato con difficoltà alla furbizia mediocre; dal posto fisso al successo veloce in TV senza prove di merito o anni di “gavetta”. Oggi è così e Zalone ha sempre ben rappresentato questo personaggio e lo ha fatto sia con grandi tempi comici ma anche con genialità.

Così come fece Paolo Villaggio negli anni 70 con Fantozzi. Un personaggio scomodo, odiato soprattutto dalle donne, che ha rappresentato al meglio uno stereotipo che comunque è stato e forse lo è ancora verità.

Ma Zalone è un artista? Credo proprio di si. Se poi la sua scelta è quella di puntare su quei personaggi è perchè sa che comunque all’italiano piacciono ed è inutile negarlo. All’italiano piace prendersi in giro, ridicolizzarsi guardandosi in uno specchio che è il grande schermo uscendo poi dal cinema convincendosi che solo gli altri sono così. Ed è per questo che molti si identificano negli stessi protagonisti “zaloniani” pur non ammettendo mai nemmeno di somigliarci un minimo, e vanno in massa al cinema facendo alzare l’asticella degli utili al botteghino.

Si Zalone è un artista, un grande artista. Sa scrivere, sa fare la regia, sa scegliere gli attori, sa comporre musica e suonarla. Ha una buona voce e ha capito anche come si fanno i soldi, cosa che fa invidia, seppur silenziosa, a molti “artisti” e forse a molti italiani in genere.

In questo film, l’attore pugliese, ha dato luce anche a dei talenti sconosciuti che forse chissà potrebbero anche fare carriera.

Ora se oggi “Tolo Tolo” è campone di incassi con 35 milioni di euro in meno di una settimana è perchè la gente è andato a vederlo; perchè anche le critiche che ci sono state hanno contribuito al successo del film e perchè Zalone è ormai un’attesa ricorrente. Tutti aspettano il suo film, forse perchè abbiamo tanto bisogno di ridere, di prenderci in giro, di sdrammatizzare e perchè non possiamo fare a meno di “polemicizzare” sui social tutto ciò a cui può essere attaccato uno spunto politico, continuando a dividerci in due: destra e sinistra.

“Ma cosa è la destra e cosa è la sinistra” cantava Giorgio Gaber un altro grande artista. Mah, chi lo sa più. Però una cosa è certa, di spunti per schierarsi ce ne sono molti seppur molto meno intellettualmente elaborati, ma più consoni e vicini a questo così tanto citato e rinnegato “italiano medio”.

Comunque chiudiamo ricordando anche che il cinema italiano ha anche bisogno di incassi stellari perché spesso si dimentica che sia una industria con la quale vivono migliaia di professionisti e famiglie tra cui tecnici, maestranze e non solo attori e registi.

(di Eleonora Borni)

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