“Roka il Figlio della Terra”, un viaggio nella preistoria

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Con il nuovo romanzo di Dino Ticli, Roka il Figlio della Terra, edito per Edizioni corsare e sugli scaffali delle librerie dal 26 maggio, è come salire su una macchina del tempo. Destinazione? Preistoria, 30.000 anni fa.

Grande scrittore per ragazzi e divulgatore scientifico, Dino Ticli vive a Lecco e insegna Scienze Naturali. Con oltre 100 titoli pubblicati anche all’estero, si dedica ai suoi giovani lettori catapultandoli in avventure fantastiche e argomenti scientifici, ma ha scritto anche manuali, romanzi storici e di formazione. È autore di attività laboratoriali e di lettura presso scuole, biblioteche, librerie e festival del libro.

“Mettetevi comodi, giovani amici, è giunto il momento di raccontare a qualcuno la storia di Roka che è stato il più grande cacciatore e uomo che io abbia mai conosciuto. Non voglio che si perda la memoria di ciò che lui è stato per il nostro popolo”. A raccontare la storia di Roka, conosciuto come Cinghiale Piumato, è un suo amico, una persona che ha conosciuto uno degli ultimi Neanderthal, la specie sopraffatta dai Sapiens, e vuole inciderne la memoria a noi del Terzo Millennio.

Il Figlio della Terra è diverso dagli altri della tribù: ha le sembianze di un animale selvaggio piuttosto che di un uomo. Al centro di occhi sospetti che lo giudicano uno straniero, non si fa scoraggiare e, sfoderando tutte le sue abilità, riesce a diventare un membro della tribù.

Ecco, se immaginaste di scendere dal marchingegno con cui avete viaggiato nel tempo e di incontrare Roka, lo riconoscereste subito: con l’animo intriso di libertà, lo sguardo vigile e lucido, comanda un lupo, crea oggetti magici e sa incantare tutti con la melodia del suo flauto. Anche se le parole non gli piacciono e non sono il suo forte, è un libro aperto: trasmette bene le sue idee, i suoi sentimenti e man mano, riesce a guadagnarsi il rispetto di chi lo circonda. Riuscirà a sconfiggere i pensieri oltraggiosi come quelli di Luna Calante che, nonostante tutto, continuano a disprezzarlo e a considerarlo un demone pericoloso?

In un racconto di coraggio, onore, rispetto e accettazione per l’altro, i tempi preistorici si stagliano come veritiera metafora dei nostri giorni dove, purtroppo in rapporti controversi, in un clima teso e di avversione, convivono le più disparate culture.

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