Il gruppo di Eurasia, composto da Giuliano Bifolchi, Silvia Boltuc e Daniele Garofalo illustra il conflitto in Ucraina all’interno del libro “Il conflitto in Ucraina: rischio geopolitico, propaganda jihadista e minaccia per l’Europa”.
Silvia Boltuc si sofferma sulle criticità della presenza dei foreignfighter nel conflitto internazionale: conflitto che è stato accolto positivamente dallo Jihad islamico, considerando che Zelensky aveva firmato un decreto secondo cui chi decide di combattere diventa automaticamente cittadino ucraino. Ciò ha consentito agli jihadisti di avere: disponibilità di armi, addestramento militare occidentale, possibilità di raggiungere l’Europa per compiere atti terroristici.
Giuliano Bifolchi si sofferma sulla presenza di gruppi ceceni del Caucaso del Nord in territorio ucraino, tra questi vi sono coloro che combattono per la Russia e colore che combattono come volontari dal 2014, ovvero dallo scoppio reale del conflitto nell’Ucraina orientale). Esiste una reale minaccia: questi combattenti ceceni sono nella lista nera delle segnalazioni terroristiche russe, ma in merito al decreto firmato da Zelensky la Russia non può chiedere l’estradizione.
Daniele Garofalo si sofferma sulle modalità di sviluppo della propaganda: fin dal primo giorno ha seguito una linea molto chiara, coinvolgendo anche gruppi jihadisti minori. I gruppi jihadisti hanno approfittato dell’addestramento militare gratuito, bisogna considerare come una delle maggiori difficoltà negli ultimi due anni è stata proprio quella di non avere a disposizione armamenti e addestramenti adeguati. Interessante anche il tema inerente all’individuazione del nemico, sono diversi coloro che possono essere colpiti dai jihadisti, in particolari quelli che sostengono l’Ucraina nel conflitto. La NATO, concentrando tutte le attività sul fronte del conflitto russo-ucraino, ha distolto l’attenzione dal contro-terrorismo, dandogli l’opportunità di riprendere una lotta armata senza precedenti.
