Viva l’Italia di Aldo Cazzullo

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In tempo di coronavirus uno slancio patriotico ha attraversato il nostro paese. Il canto degli italiani così come altre canzoni che hanno caratterizzato la nostra storia, sono diventati gli habitué delle nostre serate in quarantena. In questa atmosfera il grido di “Viva l’Italia” è diventato molto più di un grido scherzoso o da stadio, ci ha fatto riscoprire la nostra identità di italiani che come ormai accade dal 1861 è costantemente rimessa in discussione.

Aldo Cazzulo nel suo libro “Viva l’Italia!” cerca, affrontando tre avvenimenti storici che hanno caratterizzato lo sviluppo della nostra storia, come il risorgimento, la Prima guerra mondiale e la resistenza al nazifascismo, di ritracciare le linee che hanno costruito il nostro modo di considerarci oggi. L’autore intraprende tale percorso attraverso una scelta metodologica innovativa quanto inusuale, ossia: raccontando la storia di eroi minori e dimenticati dalla volgata popolare.

Ripercorrendo i moti risorgimentali respinge le accuse verso un processo unitario condotto solo, ed esclusivamente dalle élite per privilegiare una visione d’insieme. La visione di un popolo che si emancipa dal fatalismo che aveva caratterizzato la sua storia e che rifiuta i versi danteschi di «Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave senza nocchiere in gran tempesta, non donna di provincie, ma bordello!»per innalzarsi come nazione unitaria. Le stesse riflessioni vengono rilasciate alla Grande Guerra, prima vera esperienza della Italia unita.

La resistenza assume un carattere speciale, rompendo con l’unità manifestata durante il risorgimento e la Prima guerra mondiale, l’Italia si ritrova divisa in due, tra partigiani e fascisti. Cazzullo rifiuta di considerare la resistenza come cosa “di sinistra”, non bisogna banalizzare un movimento che seppur condivide come scopo la lotta al nazifascismo nel suo insieme rimane multiforme e variegato. Viene messo in luce anche il ruolo dei “vinti di Salò”, le loro intenzioni e le loro motivazioni, anche loro spinti dal grido “Viva l’Italia”. «Il massimo grado di generosità mi pare quello che ha ispirato una delle più belle canzoni di F. De Gregori, Il cuoco di Salò. Una canzone in cui l’alternativa di Garibaldi “Qui si fa l’Italia o si muore” diventa un’endiadi: si credeva di fare l’Italia, e intanto si dava, e si riceveva la morte».

Oggi l’Italia la si vorrebbe divisa o ridotta alla retorica del bel paese, ma l’Italia è qualcosa che va oltre le divisioni e la cui storia ha molto più di 150 anni. Cazzullo termina avanzando un’ipotesi: in fondo gli italiani sono intimamente legati all’Italia più di quanto loro stessi credono. Alla luce delle manifestazioni degli ultimi periodi: come dargli torto.

Ludovico Fiorucci

Viva l’Italia!

  1. Cazzullo, Viva l’Italia!, Mondadori, Milano, 2014.

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