LA NEMESI DI MEDEA – Una storia femminista lunga mezzo secolo,

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l’ultimo libro della Nemesiaca Silvana Campese, sarà presentato alla Libreria delle Donne di Bologna il 19 novembre 2019

 

Silvana Campese con il libro LA NEMESI DI MEDEA – Una storia femminista lunga mezzo secolo, intende dare veste editoriale alla storia del gruppo storico femminista napoletano, le Nemesiache, la cui leader fu l’artista e intellettuale Lina Mangiacapre/Nemesi, che lo fondò nel 1970, nel mezzo della contestazione giovanile e della rivolta femminile.

Il libro, che parte dal 1968 per arrivare al 2018, attraverso la narrazione in prima persona di un percorso emozionale e documentaristico, sarà presentato il 19 novembre 2019 a Bologna alla Libreria delle Donne in via San Felice 16/A alle ore 18,00. Insieme all’autrice, in collegamento Skype da Napoli, ne discuteranno la professoressa Roberta Pierangela Gandolfi (docente al Dipartimento di Discipline Umanistiche, Sociali e delle Imprese Culturali – Università degli Studi di Parma), l’artista Donatella Franchi (ricercatrice e scrittrice di pratiche artistiche femminili; suoi lavori fanno parte della collezione del National Museum of Women in the Arts di Washington) e Dino Todoverto (neolaureato all’Università di Parma – Dipartimento di Discipline Umanistiche, Sociali e delle imprese Culturali con la tesi “Artiste del femminismo: le Nemesiache fra il teatro e il cinema negli anni Settanta”).

“L’input di scrivere il libro” spiega Silvana Campese, “nacque tra giugno e luglio del 2018, in seguito ad una esperienza dolorosa e doppiamente traumatica: la conclusione nefasta della malattia di Teresa Mangiacapra, in arte Niobe e sorella di Lina, che si era spenta il 9 maggio, e la situazione imprevedibile che immediatamente dopo si venne a creare per l’Associazione Le Tre Ghinee/Nemesiache. Teresa/Niobe ne era stata Presidente del Consiglio Direttivo dal 2002, anno in cui nel maggio era finita anche la sorella Lina Mangiacapre/Nemesi, fondatrice del gruppo e Presidente sin da quando fu formata la Cooperativa delle Nemesiache, successivamente trasformata in Associazione. Fui nominata Presidente dalle socie all’unanimità ma non immaginavamo ciò che stava per accadere: deprivate ingiustamente del nostro Archivio e di tutta la produzione artistica dell’Associazione, decidemmo dopo non facili riunioni e confronti, di scioglierla anticipatamente rispetto alla data prevista nello Statuto. Fu in quei giorni difficili e molto stressanti che decisi di dare una veste editoriale alla nostra storia”.

Pubblicato dalla casa editrice L’Inedito di Fabio Martini, questa sorta di saggio/racconto traccia un quadro realistico, attento, a volte romantico, di donne, moderne guerriere, figlie di un’epoca bisognosa di nemesi, appunto. Di donne in lotta, a quel tempo, per difendere spazi vitali, guadagnare un palmo di autonomia col sangue delle proprie consapevolezze e raggiungere l’emancipazione, l’indipendenza culturale e personale.

La Nemesi di Medea, per dirla con le parole dell’editore, rappresenta un monumento di esperienza civica, civile, teatrale, musicale, politica ed è esponenzialmente un patrimonio unico e indissolubile appartenente al mondo femminile e non solo.

Un libro da divulgare oltre che da leggere, un punto di vista umano fuori da ordinarie parabole che, invece, in questo caso si nutrono di pane e vino quotidiano, fatica, pianto, passione, e si arricchiscono per ricondurre a due nomi propri di persone, intuibili nel titolo stesso: “La Nemesi di Medea”. E qui Medea sta per Silvana. Dunque, la Nemesi/Lina, nei ricordi e nei racconti di Medea/Silvana.

Cinquanta anni di femminismo consapevole, non solo napoletano, ma appartenente ad ogni latitudine, e dietro cui si cela un mondo folto e colto, un gruppo che, partendo dall’esempio e le parole della filosofa nata a Napoli nel ʼ46, si è esteso e ha germogliato soprattutto in chi, come l’autrice, ha avuto la fortuna di frequentarla, ascoltarla, comprenderla, e poi riportarla in vita nelle appassionanti 400 pagine che compongono il volume.

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