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Migranti: al via la fase 2 di EUNAVFOR MED

Difesa/Medio oriente – Africa di

E’ iniziata ad ottobre la seconda fase di EUNAVFOR MED, “Sofia”, che prende il nome da una bimba somala nata durante un viaggio della speranza nel Mediterraneo e salvata da una nave tedesca lo scorso agosto. Scopo dell’intervento, bloccare il traffico di esseri umani intercettando gli scafisti via mare.

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Il monitoraggio delle acque internazionali, volto a cercare, controllare e sequestrare imbarcazioni sospette, è affidato a navi militari, elicotteri e droni. Il tutto, nel quadro degli obiettivi enunciati a luglio dall’Unione europea per arginare la crisi dei migranti nel Mediterraneo: individuare, fermare e mettere fuori uso le imbarcazioni e i mezzi usati dai trafficanti.

Ad oggi, sei navi da guerra europee sono impegnate al largo della Libia: una italiana, una inglese, una francese, una spagnola e due tedesche, ma entro fine mese altri tre mezzi dovrebbero essere messi a disposizione da Inghilterra, Belgio e Slovenia. A questi, si aggiungeranno quattro elicotteri, molti droni e 1300 militari.

Secondo l’ammiraglio Enrico Credendino, a capo della missione, “il mandato è imporre la legge con l’uso della forza per disarticolare il business dei trafficanti. Mentre la fase 1 mirava a reperire le informazioni necessarie sulla rete criminale transnazionale, la fase 2 prevede l’abbordaggio dei natanti, la loro ispezione, l’accoglienza dei migranti, l’arresto degli scafisti e la distruzione delle loro imbarcazioni. Tutto ciò, però, restando in acque internazionali, a 12 miglia nautiche dalla costa libica. Occorre una decisione delle Nazioni Unite o un invito del governo libico per poter operare direttamente nelle acque territoriali. La prossima fase 3 consentirebbe il temporaneo sbarco sul terreno per la distruzione degli assetti degli scafisti”.

Quest’ultima fase, che non ha ancora ricevuto il via libera dell’UE, sarebbe in realtà la più efficace, poiché è in acque libiche che opera la maggioranza dei contrabbandieri, ma – fa sapere il ministro degli Esteri italiano Paolo Gentiloni – “nel Consiglio di Sicurezza Onu non ci sono spazi per autorizzare un simile intervento senza espressa richiesta libica”.
Sono 14 le nazioni europee che partecipano ad EUNAVFOR MED: Italia, Regno Unito, Germania, Francia, Spagna, Slovenia, Grecia, Lussemburgo, Belgio, Finlandia, Ungheria, Lituania, Paesi Bassi, Svezia. I costi dell’intervento militare – al di là di contributo europeo annuo pari a circa 12 milioni di euro – sono a carico dei singoli Paesi partecipanti. L’Italia ha contribuito alla missione con uno stanziamento di 26 milioni di euro e l’impiego di 1.020 soldati.
Viviana Passalacqua

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Viviana Passalacqua
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