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La commissione europea lancia la Riposta globale al coronavirus: 7,4 miliardi di euro raccolti

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Il 4 maggio la Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha lanciato la “Riposta globale al coronavirus” una campagna di fundraising per garantire lo sviluppo collaborativo e la disponibilità universale di vaccini e di strumenti diagnostici e terapeutici nella lotta al Covid-19. La Commissione ha registrato impegni di finanziamento da tutto il mondo per un valore di 7,4 miliardi di € (8 miliardi di $). Il risultato sfiora l’obiettivo iniziale di 7,5 miliardi di € e costituisce un ottimo punto di partenza per la maratona mondiale di raccolta fondi che proseguirà fino a giugno. Un tentativo di leadership globale da parte dell’Unione europea nonché un tentativo di rilanciare la cooperazione e il multilateralismo nel contesto di una crisi economica e di un confinamento generalizzato.

 La Risposta globale al coronavirus

La campagna di fundraising per la “Risposta globale al coronavirus” è stata organizzata congiuntamente da Unione europea, Arabia Saudita-che detiene la presidenza di turno del G20-Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia-presidenza entrante del G20-Norvegia, Regno Unito e Spagna. L’iniziativa concretizza un impegno assunto dai leader del G20 il 26 marzo e fa seguito all’appello dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e di un gruppo di iniziatori operanti nel campo della salute che, dopo aver dato vita all’iniziativa ACT-Accelerator, hanno esortato ad instaurare una collaborazione planetaria per accelerare lo sviluppo, la produzione nonché un accesso equo nel mondo alle nuove tecnologie sanitarie essenziali per la lotta al coronavirus. La Risposta globale al coronavirus dovrà contribuire all’ACT-Accelerator ed allinearsi al relativo quadro. Nel dettaglio, la campagna è costituita da tre partenariati, basati sulle tre priorità della Risposta globale al coronavirus, che riuniscono il mondo dell’industria e della ricerca, fondazioni, autorità di regolamentazione e organizzazioni internazionali, secondo un’impostazione orientata alla catena del valore nel suo insieme: dalla ricerca alla produzione fino alla distribuzione. I tre partenariati opereranno quanto più autonomamente possibile, con un asse di lavoro trasversale dedicato al potenziamento della capacità dei sistemi sanitari e alla condivisione delle conoscenze e dei dati. Inoltre, il quadro collaborativo sarà limitato nel tempo-2 anni-ma sarà rinnovabile e farà leva sulle organizzazioni esistenti, senza creare nuove strutture.

La Commissione europea registrerà e terrà traccia degli impegni di finanziamento fino alla fine di maggio, ma non incasserà alcun pagamento. I fondi andranno direttamente ai destinatari, che non potranno però decidere da soli come impiegarli: il loro uso sarà stabilito di concerto con il partenariato. Nel rispetto degli impegni assunti, tutti i nuovi vaccini e strumenti diagnostici e terapeutici contro il coronavirus dovranno essere resi disponibili a livello mondiale a prezzi accessibili, indipendentemente dal luogo in cui sono stati sviluppati.

La Risposta globale dovrà coinvolgere anche la società civile ed i cittadini di tutto il mondo, motivo per cui la Commissione europea intende collaborare con ONG come Global Citizen e altri partner.

Risultati e prospettive future

L’evento di mobilitazione collettiva si è aperto con una videoconferenza di donatori che ha visto la partecipazione di oltre 40 paesi con le assenze significative, che non sono passate inosservate, di Stati Uniti e Russia. Gli Stati Uniti, infatti, lavorano da soli per trovare un vaccino entro la fine dell’anno. Ottenere il vaccino per primi ed in esclusiva: questo è l’obiettivo statunitense, reso evidente a partire da gennaio, quando il governo tedesco ha rivelato che l’amministrazione USA aveva provato ad acquisire un’azienda tedesca, la CureVac, proprio per conseguire tale obiettivo. Più volte nell’attuale crisi, così come in passato, l’attuale Casa Bianca ha dimostrato di non apprezzare il multilateralismo e nelle scorse settimane, Washington ha persino sospeso i suoi contributi all’OMS. L’altro grande assente, la Russia, ha disertato l’incontro sollevando ulteriori dubbi sulla sua gestione dell’emergenza sanitaria in corso. La Cina si è, invece, limitata ad aderire all’evento con la partecipazione del suo ambasciatore in Europa.

 

I leader del mondo presenti alla videoconferenza hanno pronunciato un breve discorso e hanno annunciato il proprio contributo alla raccolta. La Commissione europea ha registrato impegni di finanziamento da tutto il mondo per un valore di 7,4 miliardi di €. Si tratta dell’inizio di un processo che punta a mobilitare risorse ancora maggiori. L’obiettivo iniziale di 7,5 miliardi di € non sarà, infatti, sufficiente a garantire la distribuzione in tutto il mondo di tecnologie sanitarie contro il coronavirus, che comportano costi ingenti in termini di produzione, approvvigionamento e distribuzione. Il vertice mondiale sui vaccini organizzato da Gavi Alliance, in programma per il 4 giugno, mobiliterà ulteriori risorse affinché le generazioni future possano essere protette grazie ai vaccini. I donatori sono invitati a continuare ad assumere impegni di finanziamento a favore della campagna e hanno la possibilità di scegliere la priorità che desiderano sostenere – test, cure o prevenzione – ma anche fare una donazione a sostegno dell’asse di lavoro trasversale dell’iniziativa, che si prefigge di aiutare i sistemi sanitari di tutto il mondo ad affrontare la pandemia.

Il ruolo dell’UE

Quanto all’UE, per contribuire agli obiettivi della Risposta globale al coronavirus, ha stanziato 1 miliardo di € sotto forma di sovvenzioni e 400 milioni di € a garanzia dei prestiti, mediante la ridefinizione delle priorità di Orizzonte 2020 (1 miliardo di €), RescEU (80 milioni di €), dello strumento per il sostegno di emergenza (150 milioni di €) e degli strumenti esterni (170 milioni di €). 100 milioni di € saranno donati alla Coalition for Epidemic Preparedness Innovations (CEPI) e 158 milioni di € all’OMS. Gli inviti a presentare proposte finanziati dall’UE e i progetti che ne scaturiranno nel quadro di Orizzonte 2020 saranno in linea con gli obiettivi dei tre partenariati e dovranno assicurare il libero accesso ai dati. I finanziamenti nell’ambito di RescEU saranno, invece, finalizzati all’approvvigionamento, alla costituzione di scorte e alla distribuzione di vaccini e di strumenti terapeutici e diagnostici.

La Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha dichiarato: “Oggi il mondo ha dato prova di un’unità straordinaria in nome del bene comune. Governi e organizzazioni sanitarie mondiali hanno unito le forze contro il coronavirus. Con un impegno del genere siamo sulla buona strada per sviluppare, produrre e distribuire un vaccino per tutti, ma questo è solo l’inizio”.

Francesca Scalpelli
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