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Patto di Stabilità, al via la revisione in Commissione europea

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La Commissione europea ha dato il via alla revisione del Patto di Stabilità e Crescita attraverso un riesame della governance economica, presentando un documento per aprire il dibattito con gli Stati membri: “Rivedere le regole UE che fissano i vincoli per i conti pubblici dei Paesi dell’Eurozona” è uno degli obiettivi principali, mantenendo un equilibrio tra stabilità e investimenti.

L’analisi della Commissione

A seguito delle misure adottate dall’Unione Europea per far fronte alla crisi 2007-2008, si è resa necessaria la periodica revisione e la sorveglianza del bilancio nell’ambito del patto di stabilità e crescita. Il Six-pack e il Two-pack prevedono che la Commissione riveda e riferisca sull’applicazione della legislazione ogni cinque anni. Da quando sono state introdotte le regole principali dell’economia europea il mondo è cambiato, così come il contesto economico: c’è dunque bisogno di una semplificazione per Bruxelles, anche in vista della comprensione dei cittadini; allo stesso tempo, anche l’inizio di un nuovo ciclo politico a livello europeo è un momento opportuno per valutare l’efficacia delle norme attuali.

Il 5 febbraio 2020 La Commissione ha presentato una comunicazione che esamina il quadro di governance economica dell’UE, basandosi su tre obiettivi: “garantire la sostenibilità delle finanze pubbliche e della crescita economica evitando squilibri macroeconomici; consentire un maggiore coordinamento delle politiche economiche e promuovere la convergenza dei risultati economici degli Stati membri”. La comunicazione stabilisce inoltre come la Commissione intende consultare le parti interessate per ricevere le loro opinioni sul funzionamento del quadro economico finora e sui possibili modi per migliorarne l’efficacia. In realtà, la commissione europea non dà indicazioni sul futuro ma si limita ad analizzare gli ultimi anni: ciò che è emerso è che alcuni Paesi hanno un debito elevato e vi sono bassi livelli di investimenti. Allo stesso tempo, vi è stata una convergenza duratura dei risultati economici degli Stati membri e un coordinamento più stretto delle politiche di bilancio nella zona euro.

Senz’altro, si può affermare che il quadro di bilancio è diventato eccessivamente complesso a causa della necessità di tener conto di un’ampia gamma di circostanze in continua evoluzione; questa complessità ha reso il quadro meno trasparente e prevedibile.

Il dibattito

Un momento fondamentale è stato senz’altro il riconoscimento dell’importanza del dibattito inclusivo tra gli attori coinvolti, poiché per la Commissione europea “è fondamentale che tra tutti i principali portatori d’interessi vi sia un grado di consenso e di fiducia ampio, perché la sorveglianza economica nell’UE sia efficace”. Tutti i portatori di interesse – le altre istituzioni europee, le autorità nazionali, le parti sociali e il mondo accademico – sono stati invitati a partecipare ad un dibattito per esprimere il loro parere sul quadro di governance economica, se questo abbia funzionato o meno e su come rafforzarne l’efficacia.

Data la molteplicità degli attori, il dibattito si articolerà in diverse forme, quali riunioni dedicate, seminari, una piattaforma di consultazione online. Entro la fine del 2020, la Commissione concluderà il processo considerando i pareri di ogni gruppo interessato, e basandosi sulle conclusioni di ognuno di questi.

Argomento delicato sarà l’obiettivo di Ursula von der Leyen, il piano decennale da 1,000 miliardi di euro per raggiungere la neutralità climatica: questo si dovrà conciliare con la promozione degli investimenti e con il sostegno all’economia. Il dibattito servirà anche a comprendere come far quadrare tutti questi aspetti fondamentali da portare avanti.

Le dichiarazioni

Valdis Dombrovskis, Vicepresidente esecutivo per Un’economia al servizio delle persone, ha dichiarato: “Le nostre regole di bilancio condivise sono fondamentali per la stabilità delle nostre economie e della zona euro. Garantire la stabilità finanziaria è un requisito essenziale per la crescita economica e la creazione di posti di lavoro.” Tuttavia, riconoscendo la complessità delle regole e la difficoltà nel comunicarle, Dombrovskis aggiunge che “auspichiamo una discussione aperta su ciò che ha funzionato e ciò che non ha funzionato, e sul modo di creare consenso per razionalizzare le regole e renderle ancora più efficaci”.

Paolo Gentiloni, Commissario per l’Economia, ha aggiunto che “le politiche economiche in Europa devono affrontare le sfide odierne, che sono palesemente diverse da quelle di un decennio fa. La stabilità resta un obiettivo essenziale, ma vi è l’altrettanto urgente necessità di sostenere la crescita e in particolare di mobilitare gli enormi investimenti che servono per affrontare i cambiamenti climatici. Dobbiamo inoltre elaborare politiche di bilancio più anticicliche, tenuto conto dei vincoli crescenti con cui deve confrontarsi la BCE”.

Flaminia Maturilli
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