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L’Unione Europea mette al bando i prodotti in plastica monouso. Greenpeace “Bene ma serve di più”

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La commissione europea, prendendo atto del costante aumento dei rifiuti di plastica negli oceani e nei mari, oltre ai danni che ne conseguono, ha proposto nuove norme per 10 prodotti di plastica monouso che più inquinano le spiagge e i mari d’Europa.

Nel mondo, le materie plastiche rappresentano l’85 % dei rifiuti marini. Sotto forma di microplastica sono presenti anche nell’aria, nell’acqua e nel cibo e raggiungono perciò i nostri polmoni e le nostre tavole, con effetti sulla salute ancora sconosciuti. L’attenzione viene posta su 10 prodotti di plastica monouso e attrezzi da pesca che, insieme, rappresentano il 70% dei rifiuti marini in Europa. Le nuove regole sono volte a vietare la commercializzazione dei prodotti di plastica di cui esistono alternative facilmente disponibili ed economicamente accessibili, mentre i prodotti monouso saranno esclusi dal mercato e dovranno essere fabbricati esclusivamente con materiali sostenibili. L’Unione europea ha come obiettivo la riduzione del consumo di plastica e gli stati potranno fissare obiettivi di riduzione mettendo a disposizione prodotti alternativi o la possibilità che questi prodotti siano forniti gratuitamente. Verranno introdotti obblighi ai produttori in quanto contribuiranno a coprire i costi di gestione, bonifica dei rifiuti e sensibilizzazione. A ciò si aggiunge l’introduzione, su alcuni prodotti, di un’etichetta che indica come devono essere smaltiti, il loro impatto negativo sull’ambiente e la presenza di plastica. Per quanto riguarda gli attrezzi da pesca, che rappresentano il 27% dei rifiuti rinvenuti sulle spiagge, la Commissione punta a completare il quadro normativo vigente introducendo regimi di responsabilità del produttore per gli attrezzi da pesca contenenti plastica. Inoltre, entro il 2025 gli stati membri dovranno raccogliere il 90% delle bottigliette di plastica monouso. Con queste nuove norme l’Europa è la prima a intervenire incisivamente su un fronte che ha implicazioni mondiali. Jyrki Katainen, Vicepresidente responsabile per l’occupazione, la crescita, gli investimenti e la competitività, ha dichiarato: “La plastica è un materiale straordinario, che dobbiamo però usare in modo più responsabile. I prodotti di plastica monouso non sono una scelta intelligente né dal punto di vista economico né da quello ambientale, e le proposte presentate oggi aiuteranno le imprese e i consumatori a preferire alternative sostenibili. L’Europa ha qui l’opportunità di anticipare i tempi, creando prodotti che il mondo vorrà procurarsi nei decenni a venire e valorizzando le nostre preziose e limitate risorse. L’obiettivo per la raccolta delle bottiglie di plastica concorrerà anche a generare i volumi necessari a far prosperare il settore del riciclaggio”. Affrontare il problema della plastica è una necessità, che può dischiudere nuove opportunità di innovazione, competitività e occupazione. La normativa unica per l’intero mercato dell’UE offre alle imprese europee un trampolino per sviluppare economie di scala e rafforzare la competitività nel mercato mondiale in piena espansione dei prodotti sostenibili: con i sistemi di riutilizzo (come quelli di cauzione-rimborso) le imprese potranno contare su un approvvigionamento stabile di materiali di alta qualità; in altri casi, mosse dall’incentivo a ricercare soluzioni più sostenibili, potranno conquistare un vantaggio tecnologico sui loro concorrenti internazionali. Le misure proposte hanno come obiettivo anche quello di aiutare l’Europa a compiere la transizione verso un’economia circolare, a realizzare gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni unite e a onorare gli impegni assunti sul fronte del clima e della politica industriale. La direttiva si poggia su norme già esistenti (come la direttiva quadro sulla strategia marina e le direttive sui rifiuti) e va a integrare altre misure adottate per contrastare l’inquinamento dei mari. Nel frattempo, Greenpeace, insieme alla coalizione ReThink Plastic Alliance, accoglie favorevolmente la nuova proposta e la considera un primo passo, importante e positivo, verso la riduzione degli imballaggi e dei contenitori in plastica monouso. Giuseppe Ungherese, responsabile della Campagna Inquinamento di Greenpeace Italia, ha commentato: “Se vogliamo invertire la rotta, è fondamentale eliminare al più presto tutti quegli oggetti per i quali sono già disponibili alternative sostenibili. La proposta della Commissione Ue è un buon passo avanti ma è necessario avere più coraggio e ambizione: chiediamo ai membri del Parlamento Europeo di definire obiettivi precisi sulla riduzione della produzione e immissione sul mercato di imballaggi monouso. La proposta, altrimenti, è inefficace e non sufficiente per affrontare il grave inquinamento da plastica dei nostri mari”.

Il prossimo futuro vede la proposta della commissione passare al vaglio del Parlamento europeo e del consiglio (dove potrà subire delle modifiche o precisazioni). Inoltre, Il prossimo 5 giugno, per celebrare la giornata mondiale dell’ambiente, la Commissione lancerà anche una campagna di sensibilizzazione a livello europeo per puntare i riflettori sulla scelta dei consumatori e sul ruolo che hanno i singoli cittadini nella lotta contro l’inquinamento da plastica e i rifiuti marini. Successivamente, con questa iniziativa, l’Unione europea assumerà un ruolo guida e sarà nella posizione per guidare il cambiamento a livello mondiale, attraverso il G7 e il G20 e l’attuazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni unite.

Rainer Maria Baratti
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