GEOPOLITICA DEL MONDO MODERNO

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4 novembre 2019: Giorno dell’Unita’ Nazionale e Giornata delle Forze Armate a Napoli

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Le alte cariche dello Stato e più di 500 militari hanno preso parte alla cerimonia commemorativa del 4 novembre sotto un cielo inquieto di Napoli, tra il fischio del vento impetuoso e il fragore delle onde sul Lungomare Caracciolo. Un pathos d’autunno che con la sua atmosfera ha avvalorato il ricordo delle gesta che continuano a vivere nella memoria

Anche il capoluogo campano ha celebrato il 4 novembre, giorno dell’Unità Nazionale e giornata delle Forze Armate. Dopo la deposizione della corona d’alloro all’Altare della Patria e l’esibizione delle Frecce Tricolori che hanno sorvolato il cielo della Capitale, il Capo dello Stato Sergio Mattarella con il responsabile della Difesa Lorenzo Guerini e il Capo di Stato maggiore della Difesa, il generale Enzo Vecciarelli hanno raggiunto Napoli per partecipare alla celebrazione in ricordo della fine della “Grande Guerra”. Ad attenderli il sindaco Luca De Magistris che ha dichiarato: “Grazie per la grande attenzione alla nostra città”.

Il 4 novembre 1918 è una data che ha segnato la storia: dopo quasi tre anni e mezzo di combattimenti accaniti, le truppe italiane entrarono vittoriose a Trento e a Trieste. I ricordi che si perpetuano nel tempo si trasformano in una ricchezza inestimabile, significati che non si esauriscono con il passare degli anni ma restano indelebili. La memoria è una proprietà privata su cui il potere non ha accesso, e quando è condivisa si esprime in una grande forza evocativa, monito per un futuro più consapevole. Come dichiarato dal Ministro Guerini: “La storia ci insegna che occorre rimanere vigili. Oggi tutti gli italiani festeggiano l’unità nazionale e si uniscono alle  Forze Armate, facendo memoria del passato per vivere il presente e costruire il futuro”.

Le celebrazioni del Giorno dell’Unità nazionale e della Giornata delle Forze Armate sono un momento di coesione e condivisione per tutti i militari e i civili nell’orgoglio dell’identità nazionale. Un appuntamento annuale per tutte le Forze Armate, in questa occasione hanno sfilato alcuni Reparti dell’Esercito italiano, della Marina Militare, dell’Aeronautica Militare, dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza. Una celebrazione intenta a ricordare il passato e valorizzare il presente: oggi come allora i reparti operativi sono artefici e garanti dell’Unità nazionale. Assicurano la sicurezza sui nostri territori e cooperano nell’ambito di coalizioni promosse dalle principali organizzazioni internazionali di riferimento: l’ONU, la NATO e l’UE.

Il Presidente Mattarella nel messaggio inviato in occasione del Giorno dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate ha dichiarato: “In un mondo attraversato da molteplici tensioni e scosso da diffusa conflittualità, lo Stato italiano oggi schiera oltre 6000 persone in 22 Paesi, a salvaguardia dei più deboli ed oppressi. A tutte loro va un particolare pensiero. Si tratta di un impegno gravoso che risponde alle responsabilità assunte dalla Repubblica a tutela della pace nel contesto internazionale, in particolare dell’alleanza alla quale abbiamo liberamente scelto di contribuire, il Trattato dell’Atlantico del Nord, e nell’Unione Europea

Alla parata che si è svolta in via Francesco Caracciolo hanno preso parte 500 militari tra uomini e donne di Esercito, Marina, Aeronautica, Carabinieri e Guardia di Finanza. Hanno partecipato anche i gonfaloni delle amministrazioni locali, i medaglieri e i Labari delle associazioni combattentistiche e d’arma. A sfilare anche una rappresentanza dei decorati con medaglia d’oro al valor militare, dei richiamati nel ruolo d’onore e degli atleti del gruppo sportivo paraolimpico della Difesa.

Il Capo di Stato Maggiore della Difesa, il generale Enzo Vecciarelli ha dichiarato rivolgendosi a tutti i militari: “Grazie alla città di Napoli che ci ospita. E grazie a tutti gli uomini delle forze armate per il vostro impegno quotidiano“. Ha inoltre ricordato l’impegno di circa seimila militari impegnati all’estero in 27 Paesi.

A terminare la prima parte della sfilata e come grande conclusione della manifestazione, due impeccabili esibizioni della Frecce Tricolori che hanno sorvolato la città di Napoli e il suo mare colorando il cielo grigio con le sfumature della bandiera italiana, mentre dalle navi in rada davanti al lungomare Caracciolo sono state esplose 21 salve di artiglieria. Il sindaco  De Magistris ha affermato: “Ringrazio molto il presidente della Repubblica perché ha scelto Napoli per la giornata nazionale dell’Unità nazionale e delle Forze Armate. È ancora una volta un segno di grande attenzione per la nostra città. Dobbiamo riconoscere alle Forze Armate un grande ruolo, ognuna nelle sue competenze, di protezione dei cittadini ma anche di vicinanza al popolo in maniera concreta in alcune circostanze come le calamità naturali. È una bella giornata e che questo avvenga a Napoli, città dell’umanità, è un segnale importante di unità“.

La cerimonia di quest’anno dell’Unità Nazionale e giornata delle Forze Armate cade anche nel ventennale della legge 380 del 20 ottobre 1999, che permise l’accesso delle donne nelle Forze Armate. In occasione della ricorrenza, nel pomeriggio è stato presentato il “Calendario dello Stato Maggiore della Difesa 2020: 20 anni con le donne nelle Forze Armate” presso il Palazzo del circolo Ufficiali della Marina Militare di Napoli. La presentazione svolta alla presenza del Capo di Stato Maggiore della Difesa, Generale Enzo Vecciarelli, è stata ricca di significato, quello delle circa 16 mila le donne impiegate nelle Forze Armate e nei Carabinieri che operano con dedizione avvalorando il mondo della Difesa.

 

 

 

Photo credits: Elena Bittante

Ocean Explorer 2017, joint training per nave Carabiniere

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Partita da La Spezia il 20 dicembre scorso, prosegue la campagna della Fregata Europea Multimissione (FREMM) nel Sud_Est Asiatico. Prima di lasciare l’Australia, nave Carabiniere si è addestrata con la Royal Australian Navy, interessata all’acquisto di mezzi italiani

Una mission divisa per tappe, nel corso della quale donne e uomini di nave Carabiniere rinnovano l’impegnato della sorveglianza marittima, del potenziamento delle cooperazioni con alcuni alleati trans-regionali e dell’avvio di relazioni con nuovi potenziali partner. Fondamentale, inoltre, l’attività di promozione del “made in Italy” di settore all’estero, che vede la sinergia con Fincantieri (sponsor principale), Leonardo, MBDA Italia, Elettronica e Telespazio.

Raggiunta l’ultima delle tappe australiane, quella di Melbourne, nave Carabiniere si è addestrata con la Royal Australian Navy (RAN).

“Ocean Explorer”, questo il nome dell’esercitazione congiunta tenutasi al largo delle coste di Fremantle, ha coinvolto anche unità australiane, neozelandesi e spagnole, con la mobilitazione totale di 14 navi, 1 sommergibile, 4 aerei e degli elicotteri organici delle rispettive unità.

Durante il training,  la FREMM italiana ha messo in campo la tecnologia, le piattaforme sensoriali e l’addestramento pregresso dell’equipaggio, dimostrandone le potenzialità a tecnici e ufficiali australiani saliti a bordo in qualità di osservatori: via libera dunque al confronto di procedure e standard operativi, oltre all’addestramento con il sommergibile australiano classe Collins HMAS Dechaineux.

Uno step formativo a tutto tondo, che ha impegnato gli assetti in operazioni di tipo aereo, di superficie e subacqueo, ma soprattutto un banco di prova per la Marina Italiana, essendo la Royal Australian Navy interessata al progetto italo-francese in previsione dello sviluppo del programma Sea 5000 Future Fregate Program, che la porterebbe a dotarsi di 9 nuove fregate antisommergibile.

Dopo un rifornimento laterale con la neozelandese Endeavour e il tradizionale saluto dei marinai Maori, nave Carabiniere è partita in direzione dell’Indonesia verso Jakarta, prima delle tappe previste per il Sud Est Asiatico.

Viviana Passalacqua

Accademia Navale di Livorno, la storia verso il futuro

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La storia dei 215.000mq dell’Accademia Navale vanta radici illustri e profonde. Nata in seguito all’Unità d’Italia il 6 novembre 1881, rappresenta un passo importante non solo della storia militare, ma anche dell’identità socio-culturale del nostro Paese.

Per volere dell’allora Ministro della Marina Ammiraglio Benedetto Brin e dietro auspicio del Conte Camillo Benso di Cavour, l’Istituto sorge infatti dalla fusione delle Scuole della Marina di Genova e di Napoli, come unica scuola votata all’istruzione e all’educazione dei giovani Ufficiali, con sede a Livorno, ideale per la sua posizione geografica, presso gli ex lazzaretti di San Jacopo e San Leopoldo, al comando del Contrammiraglio Andrea Del Santo.

 Nel 1906  il Re Vittorio Emanuele II consegnò la prima bandiera d’istituto al suo Comandante, il Capitano di Vascello Thaon di Revel, che firmerà la vittoria sul mare durante il successivo primo conflitto mondiale.

Dal 1923 al 1926 l’Accademia Navale ospitò l’Accademia Aeronautica di nuova creazione, in attesa dell’assegnazione di sede definitiva.

A seguito dei bombardamenti del luglio del 1943, l’Accademia fu costretta a decentrarsi a Venezia, mentre nei giorni immediatamente successivi all’armistizio, si trasferì a Brindisi nella sede del Collegio Navale fino al 5 luglio 1946, data del suo rientro a Livorno.

La prima Bandiera con emblema repubblicano, fu consegnata formalmente il 4 dicembre 1948 dal Presidente della Repubblica Luigi Einaudi.

Da 135 anni il giuramento degli allievi Ufficiali riecheggia suggestivo nel piazzale interno, dove campeggia ben visibile il motto “Patria e Onore”.

Ad oggi  l’Accademia racchiude in sé la sintesi perfetta dei tradizionali valori dell’etica marinaresca, e della costante propensione al futuro, in termini di formazione, approcci, tecnologie e strumentazioni in linea con le importanti sfide prospettate dallo scenario internazionale.

Viviana Passalacqua

 

Professionisti del mare: 115 Allievi per l’Accademia di Livorno

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Scade il 9 febbraio prossimo il bando di concorso 2017 per l’accesso alla 1^ classe dei corsi Normali dell’Accademia Navale.

Contrammiraglio Ribuffo: «Divenire Ufficiale di Marina è una scelta di vita molto affascinante e particolare, estremamente impegnativa, con la gratificazione di appartenere ad una Forza armata al passo con i tempi e che guarda al futuro».

 

Un orizzonte vasto come il mare, spalancato dalle punte dorate dei cancelli di San Jacopo che riflettono il sole e l’ambizione. Lungo Viale dei Pini l’atmosfera è solenne, densa di orgoglio e dignità, forza ed eleganza, tutti valori sintetizzati dal motto “Patria e Onore” visibile nel piazzale allievi dell’Accademia Navale.

Dal complesso di Palazzo Allievi alla maestosità del Brigantino, passando per strutture sportive e aree dedicate alle scienze nautiche, i 215.000 mq dell’Accademia Navale di Livorno incarnano una dimensione “altra”, dove professionalità e senso d’appartenenza sono una costante sfida al superamento dei propri limiti, per “armare la prora e salpare verso il mondo”.

E’ l’occasione offerta dall’Accademia Navale a 115 ragazzi e ragazze con le idee chiare, decisi a investire sul proprio futuro lavorativo e su molto di più: quella che si prospetta ai giovani italiani di età compresa tra i 17 e i 21 anni, infatti, è un’esperienza unica, che tempra il carattere e insegna il coraggio, potenziando le qualità dei singoli a seconda dell’iter prescelto. Sette i corsi di laurea magistrale proposti: Scienze marittime e navali, Scienze del governo e dell’amministrazione del mare, Ingegneria delle telecomunicazioni, Ingegneria navale, Ingegneria civile ed ambientale, Giurisprudenza, Medicina e Chirurgia, al cui termine si verrà impiegati nella specializzazione conseguita.

Che si scelga di diventare ingegneri, medici, piloti, fucilieri o sommergibilisti, il cardine formativo è uno solo: la consapevolezza di costruire il futuro del Paese, partecipando alla sicurezza, all’economia e al progresso del “secolo blu”, che vede nell’acqua il motore propulsivo del nostro pianeta. «Tenuto conto che il 90% degli scambi commerciali avviene via mare e, nell’ultimo decennio, il 75% dei Paesi ha incrementato la propria capacità marittima, investendo in flotte e infrastrutture – spiega a “Difesa On Line” il Comandante dell’Istituto, Contrammiraglio Pierpaolo Ribuffo – il mare è vitale, un bene comune dell’umanità, e le Marine Militari hanno il compito primario di garantirne la sicurezza e il libero uso. Per far questo, ci si proietta all’internazionalità, ci si abitua a lavorare fuori dagli schemi, immersi in logiche trascendono i confini politici, economici e culturali del nostro Paese. E’ necessario il confronto con persone di nazionalità, etnia, religione, cultura profondamente diverse, unite però da leggi consuetudini non scritte che il mare porta con sé».

Il tutto, in una “palestra di vita” con codici comportamentali basati su etiche imprescindibili, spirito di squadra, rispetto dell’ambiente e solidarietà.

«Tra le mura dell’Accademia Navale – prosegue Ribuffo – trova autorevole ed efficace espressione uno straordinario legame. In sintesi quattro parole: “Valori, Uomo, Mare, Futuro”. Futuro come conoscenza, istruzione, preparazione, base culturale. Un mix tra le varie attività educative e formative, che rappresentano il punto di partenza per la costruzione dell’avvenire degli Allievi Ufficiali della Marina. Il nostro compito è quello di infondere la capacità di saper guardare oltre l’orizzonte, analizzare, prevedere, caratteristiche irrinunciabili di quanti vanno per mare. Lo si fa affiancando alla preparazione universitaria l’esercizio fisico, nel fermo convincimento che oltre alla dimensione intellettuale, vada sviluppata quella caratteriale, quella fisico-comportamentale e quella attitudinale, per poter interiorizzare gioco di squadra e senso di equipaggio, nella perfetta sintesi di apporti individuali e collettivi».

Al termine del primo anno, la formazione in Accademia prevede inoltre attività addestrative in mare. Famosa quella svolta sull’Amerigo Vespucci, storica nave a vela della Marina Militare, vero e proprio “battesimo del mare” che vede i futuri Ufficiali di Marina protagonisti di momenti indimenticabili, come la scelta rituale del nome del Corso e del Motto, sulla scia di una tradizione nata nel 1934 dagli Allievi del Corso ALTAIR. Al pari del giuramento, con cui si consacra la propria vita all’amor patrio, il Motto guiderà per sempre i “fratelli” di Corso, come una Stella Polare.

Perché oltre i cancelli prospicienti il lungomare di Livorno, fra laboratori, aule studio, piscine e biblioteche, nascono affetti leali, che oltrepassano il sentire di “comunanza” per evolversi nella mutua solidarietà che è propria delle famiglie, e che si mantiene viva oltre il tempo e le distanze. Quando si veste la “caciotta”, il jeans blu e la t-shirt immacolata dei cadetti, si vagheggia lo stesso sogno dell’uniforme da Ufficiale. Si affrontano insieme i sacrifici, si assapora un appagamento difficile da raccontare se non  a chi lo ha condiviso fianco a fianco nella stessa camerata, fatto di dure prove e conquiste graduali. Una meravigliosa sfida che si rinnova dal 6 novembre 1881 con la sveglia mattutina e l’ordine identico dei “cubi” sui letti, i tuffi dal trampolino dei 5 metri e il fiocco teso dal vento della prima barca armata.

Si cammina nella storia all’Accademia di Livorno, verso un futuro di cui è bello far parte.

Viviana Passalacqua

Centro Italia, Forze Armate contro l’emergenza

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Impegnate nel soccorso alle zone colpite dal maltempo e nella ricerca dei dispersi, sono 3.300 le divise al lavoro in Abruzzo. Stato Maggiore della Difesa, Generale Graziano: «In atto uno sforzo corale per rispondere alle esigenze della popolazione in difficoltà»

Evacuazioni eliportate, barelle trainate su sci, soccorsi via terra alla popolazioni isolate, ripristino della viabilità interrotta e supporto alle operazioni di ricerca dei dispersi. Sono solo alcune delle attività intraprese dai 3.300 militari impiegati dalla Difesa per arginare l’emergenza maltempo che ha piegato in questi giorni il Centro Italia, unitamente al susseguirsi di sciami sismici che hanno causato valanghe in Abruzzo.

Il sensibile peggioramento delle condizioni meteorologiche e l’impossibilità di penetrare in alcuni centri montani, hanno imposto l’utilizzo di tecniche studiate per le missioni estere: pianificazione degli obiettivi, briefing di volo con gli elicotteristi, inserzione in ambienti ostili, predisposizione di zone di atterraggio speditive per velivoli, e, ovviamente, sgombero neve su strada.

Mobilitate dunque le squadre specialistiche di Esercito, Guardia di Finanza, Carabinieri, Aeronautica e Marina Militare, avvezze a lavorare in condizioni naturali proibitive e in tempi rapidissimi. Come quella dei 60 fucilieri di Marina della Brigata San Marco, inviati in loco per dare maggior impulso alle attività di sgombero della neve dai centri abitati, e degli Alpini paracadutisti, impegnati nell’attività specifica del Fast rope: calarsi dall’alto tramite un sistema di scalette o verricelli per le “ricognizioni speciali”, che in questa particolare occorrenza equivalgono a soccorrere in tempo reale sopravvissuti e malati.

Spessi banchi di nebbia hanno determinato un blocco temporaneo del soccorso aereo nel teramano, dove le condizioni proibitive consentono solo l’utilizzo di mezzi cingolati. Al vaglio dei Ranger del reggimento “Monte Cervino”, in queste ore, una ripresa delle evacuazioni via cielo, come pure il lancio di medicinali e beni di prima necessità agli abitanti isolati qualora la Protezione Civile ne facesse richiesta.

«50 specialisti sono concentrati sull’Hotel Rigopiano, in un’alternanza continua di uomini e mezzi per la ricerca dei sopravvissuti – racconta il Maggiore dell’Esercito Marco Amoriello – nonostante i problemi tecnici esasperati dal maltempo e dalla vastità dell’area interessata, tenuto conto delle difficoltà di volo e del territorio particolarmente impervio. Si opera a tutta velocità, perché la speranza non muore, in uno scenario inusuale in cui sta emergendo una preparazione a tutto tondo. E’ anche pronto a partire un nucleo di aviorifornitori da Pisa per il lancio del materiale necessario».

Frattanto, l’attività di trasferimento aereo per ragioni di sicurezza della popolazione della Valle Castellana in Provincia di Teramo, che le unità delle Forze Armate avevano avviato raggiungendo per prime località e borghi completamente isolati da circa quattro giorni, ha subito un’iniziale battuta d’arresto dopo le prime missioni che hanno consentito di trasportare ad Ascoli Piceno circa una trentina di persone. Un’evacuazione proseguita in seguito via terra, con un convoglio di mezzi ruotati e cingolati del 9° Reggimento Alpini e del 6° Reggimento Genio dell’Esercito. Finora sono state trasportate verso Acquasanta circa 50 persone e si conta di poterne evacuare qualche ulteriore decina in tempi brevi, sebbene le condizioni della viabilità siano pessime nonostante l’incessante lavoro di turbofrese e mezzi con pale sgombraneve.

Nel pescarese, a Penne, l’Aeronautica Militare ha installato una torre di controllo per gestire e coordinare tutte le attività aeree nell’area, mentre fra Chieti e Teramo lavorano gomito a gomito paracadutisti, uomini del search and rescue, e unità specializzate nella meteorologia della neve e delle valanghe.

Una congiuntura davvero drammatica quella delle precipitazioni climatiche che hanno paralizzato il nostro Paese, già duramente provato dal terremoto del 24 agosto scorso. «È chiaro che la combinazione di tre diverse situazioni emergenziali – ha dichiarato il Capo di Stato Maggiore della Difesa, Generale Claudio Graziano – la ricostruzione post-terremoto, la nuova ondata sismica e le proibitive condizioni meteorologiche, impongono al personale delle Forze Armate e della Protezione Civile di operare in situazioni talvolta estreme. Ma sono proprio queste difficoltà a spronaci a dare il massimo per aiutare, sostenere e confortare la popolazione. In queste lavoriamo senza sosta e numerosi sono i casi di situazioni critiche in cui l’intervento dei nostri militari è stato risolutore e provvidenziale. I nostri sforzi sono finalizzati principalmente al ripristino della viabilità, per permettere di raggiungere i luoghi colpiti, consentendo così il flusso degli aiuti e lo sgombero delle persone isolate. A tal fine, stiamo impiegando soprattutto mezzi speciali del genio. Turbine sgombraneve, pale da neve cingolate, pale da neve ruotate, mezzi con lame sgombraneve, macchine movimento terra e cingolati, cioè le cosiddette strumentazioni definite “duali”: nate per scopi prettamente militari, hanno caratteristiche tali da poter essere proficuamente impiegate in situazioni emergenziali a vario titolo. Quindi, uno sforzo corale perché è necessario rispondere celermente alle esigenze delle popolazioni in difficoltà».

Tra veicoli speciali del Genio, cingolati e ruotati, sgombraneve a turbina ed elicotteri, sono oltre un migliaio i mezzi messi in campo dalla Difesa.

Viviana Passalacqua

Marina Militare, in avanti verso il “Futuro Blu”

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La Nave Carabiniere Fremm si prepara a salpare per l’Oceano Indiano. Obiettivi della campagna, il rafforzamento delle cooperazioni internazionali, la sorveglianza e la promozione del sistema-Italia nel mondo

Il prossimo 20 dicembre la Fregata Europea Multi Missione (FREMM) Carabiniere della Marina Militare lascerà il porto di La Spezia. Destinazione: l’orizzonte del “Futuro Blu”, che prende i contorni del Sud Est Asiatico e dell’Australia. Scopo: intraprendere una campagna navale, “in avanti e in anticipo”, che garantisca presenza e sicurezza marittima lungo tutto il percorso.

Al consolidamento delle cooperazioni già avviate con alcuni partner trans-regionali, si affiancheranno attività di relationship istituzionali con nuovi potenziali alleati. Il tutto, anche attraverso addestramenti congiunti con le marine locali, attività di dialogo e cooperazione, nonché di Maritime Capacity Building, in linea col carattere assistenziale e di supporto umanitario che sempre contraddistingue le operazioni della Marina Militare.

Numerose le soste previste: Arabia Saudita, Australia, Indonesia, Oman, Pakistan, Singapore, Sri Lanka e Malesia. Quest’ultima puntata prevede inoltre la partecipazione di Nave Carabiniere alla “Langkawi International Maritime and Aerospace Exhibition 2017”, kermesse delle eccellenze di settore più famosa nel Sud Est Asiatico.

Affidata alla FREMM la promozione a tutto raggio delle punte di diamante “made in Italy”, tramite eventi socio-culturali a tema che illustrino l’immagine del Belpaese, in collaborazione con le rappresentanze diplomatiche nazionali in loco. A tal fine saranno coinvolti importanti attori industriali del “sistema Italia”: tra i protagonisti di questa vetrina oltreoceano, aziende del calibro di Fincantieri, Leonardo, Elettronica e MBDA Italia.

Una spedizione, questa, che incarna lo spirito del cosiddetto “secolo blu”, come viene indicato quest’inizio di millennio, improntato a una visione europea e globale, e sostenuto dalla “crescita blu”, perno dello sviluppo sostenibile del nostro Paese a livello commerciale, occupazionale e tecnologico.

Viviana Passalacqua

 

Sisma, l’impegno della Difesa in cifre

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Man forte anche dalla Marina Militare alle popolazioni colpite dal sisma. Un plotone di 30 fucilieri della Brigata Marina “SAN MARCO” di Brindisi contribuisce alla rimozione delle macerie e alle operazioni pianificate a beneficio della popolazione, unitamente ai fucilieri del Battaglione Logistico “Golametto”, preparati nello specifico delle strutture campali e concentrati quindi su tende e rifornimenti. A partire dal 24 agosto scorso, data della catastrofe che ha colpito i Comuni di Lazio e Marche, sono in totale 1358 le divise impegnate dalla Difesa in quella che è stata codificata come operazione “Sabina”, dal nome della zona interessata. Dopo la mobilitazione dei primi giorni nelle attività di ricerca dei dispersi, primo soccorso e sicurezza, oltre 850 uomini e donne dell’Esercito e dell’Aeronautica stanno lavorando all’apertura della rete viaria ostacolata dai detriti. In tal senso, i genieri hanno quasi ultimato il ripristino della viabilità d’accesso principale alla città di Amatrice, rappresentata dal ponte “Tre Occhi”. Più di 508 Carabinieri, invece, si occupano in particolar modo della  vigilanza antisciacallaggio nelle città sinistrate e nelle molte frazioni periferiche. Nell’ambito della Direzione Comando e Controllo (Dicomac), sono state mobilitate 12 risorse: 7 unità del Comando Operativo di vertice interforze, 3 dell’Esercito e 2 della Marina Militare. Le Forze Armate hanno inviato inoltre squadre a supporto dell’operatività delle agenzie coinvolte, tra cui Protezione Civile, Vigili del Fuoco e Croce Rossa, team dedicati al coordinamento e alla pianificazione, e infine unità specializzate dalle competenze peculiari, quali ad esempio il sostegno psicologico. Sul campo, infine, 300 mezzi e 3 aeromobili.

Viviana Passalacqua

Libia: tra il possibile accordo e l’emergenza migratoria senza fine

EUROPA/Medio oriente – Africa di

Come concordato in Svizzera, le parti cercheranno una soluzione politica di unità nazionale entro settembre. Giallo sulle dimissione del premier al Thinni. Continua l’emergenza migratoria: per Oim, il Canale di Sicilia è la rotta migratoria più pericolosa nel Mediterraneo.

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Riavvicinamento a Ginevra tra le diverse fazioni libiche, compreso il governo di Tripoli. Nella due giorni presieduta dal delegato Onu Bernardino Leon, le parti in causa si sono dette concordi nel trovare una soluzione politica di unità nazionale tra la fine di agosto e gli inizi di settembre. Manca ancora l’accordo ufficiale, dunque. Ma, dopo l’accordo di luglio raggiunto in Algeria, adesso anche il Congresso Nazionale Libico potrebbe fare la sua parte. Anche se lo scoglio più grande sarà trovare un punto d’incontro tra le milizie di Misurata e le truppe del generale Haftar.

Intanto, è giallo a Tobruk. Appena due giorni fa, infatti, il premier Abdullah al Thinni aveva annunciato le proprie dimissioni ad una tv libica. Ma, poche ore dopo, un portavoce dell’esecutivo ha smentito la notizia.

Non c’è, però, più tempo da perdere nelle trattative. Oltre alla lotta interna contro il Daesh, la rotta migratoria verso le coste italiane è rovente. Oltre 2000 sono stati gli arrivi tra Sicilia e Calabria negli ultimi tre giorni. Il 10 agosto scorso, la nave Fiorillo della Guardia Costiera è riuscita a salvare almeno 400 persone. Così come oltre 150 dalla nave Fenice della Marina Militare. O i 450 migranti giunti ad Augusta. E così come molti sono stati gli arresti di scafisti da parte delle autorità italiane. Le condizioni disumane e le morti in mare sono ormai una costante.

Numero dei morti che, appunto, si aggiorna rispetto agli oltre 2000 di inizio agosto, certificati dall’Oim. Rispetto alla rotta greca, “la maggior parte dei migranti ha perso la vita nel Canale di Sicilia, lungo la rotta centrale del Mediterraneo che collega la Libia all’Italia: è proprio in questo tratto di mare che le imbarcazioni usate dai trafficanti, in pessime condizioni già al momento di partire, rischiano di naufragare”, racconta l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni.

La rotta del Canale di Sicilia è “sproporzionatamente più pericolosa delle altre. Nonostante l’Italia e la Grecia siano entrambe interessate da flussi migratori molto significativi (rispettivamente circa 97.000 e 90.500), i tassi di mortalità sono molto diversi: sono stati circa 1.930 i migranti morti nel tentativo di arrivare in Italia, mentre sono stati circa 60 i migranti morti sulla rotta verso la Grecia”.

“Nonostante queste tragedie, l’OIM riconosce gli sforzi straordinari delle forze navali presenti nel Mediterraneo, che continuano a salvare vite umane ogni giorno. Il numero di decessi è diminuito in maniera significativa negli ultimi mesi e ciò è dovuto in gran parte al potenziamento dell’operazione Triton: il Mediterraneo è ora pattugliato da un maggior numero di imbarcazioni che si possono spingere fino a dove partono le richieste di soccorso”.
“Sono quasi 188.000 i migranti salvati nel Mediterraneo fino ad ora e l’OIM sostiene con forza il proseguimento di tali attività. L’Organizzazione ritiene che il numero di migranti in arrivo aumenterà nei prossimi mesi e che la soglia dei 200.000 sarà raggiunta molto presto”, conclude il comunicato di Oim.
Giacomo Pratali

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Marina Militare recupera peschereccio siciliano sequestrato da miliziani libici

BreakingNews/Difesa/EUROPA di

Nella notte tra giovedì 16 e venerdì 17 aprile, la Marina Militare è riuscita a recuperare il peschereccio Airone, proveniente da Mazara del Vallo e sequestrato, tramite un rimorchiatore libico, da alcuni miliziani. Il fatto è avvenuto a circa 90 chilometri da Misurata. L’allarme è stato dato da un’altra imbarcazione italiana che si trovava a breve distanza. I sette componenti dell’equipaggio sono tutti salvi.

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Dopo aver verificat
o le condizioni di sicurezza con l’Autorità, l’azione di abbordaggio dell’imbarcazione è stata favorita dal fatto che gli stessi componenti dell’equipaggio del peschereccio italiano, tre italiani e quattro tunisini, siano riusciti a resistere ai miliziani, a loro volta bloccati all’interno della stiva. La Marina Militare ha così affiancato il mezzo italiano, facendogli invertire la rotta verso e dirigendolo verso Lampedusa.

Nessun componente della Marina è stato ferito, mentre un membro dell’equipaggio, nel tentativo di aiutare gli ufficiali italiani, si è ferito al piede dopo avere fatto partire, in modo fortuito, una raffica di colpi dall’arma in suo possesso. L’operazione è stata svolta in collaborazione con il dispositivo navale “Mare Sicuro”.

Se l’operazione di salvataggio del peschereccio e dell’equipaggio sono andati a buon fine, rimangono invece dubbi sull’origine dei sequestratori: “La nostra preoccupazione deriva dal fatto che non sappiamo se essi fossero pirati oppure militari libici”, ha affermato Giovanni Tumbiolo, Presidente del Distretto della pesca Cosvap di Mazara del Vallo.

Giacomo Pratali

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Operazione Mare aperto

Difesa di

Sono partite da tutti I porti d’Europa per l’esercitazione Nato “Brilliant Mariner-Mare Aperto 2013”, attività addestrativa finalizzata a raggiungere “un elevato livello di addestramento e integrazione di parte delle forze che, dal primo gennaio 2014, faranno parte della componente marittima della Nato Response Force (Nrf), sotto guida italiana.

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Il capo di Stato Maggiore della Difesa italiano Generale Claudio Graziano ha dichiarato durante il suo discorso di insediamento che l’operazione rientra nel quadro addestrativo interforze internazionale e che nonostante sia stata pianificata da tempo resta comunque un valido strumento di dissuasione.

La Nato Response Force, cioè la Forza di Reazione Rapida della Nato, è un dispositivo militare “ad alta prontezza operativa”, formato da un’elite delle componenti terrestri, marittime, aeree e speciali provenienti dalle Forze armate dell’Alleanza atlantica. L’Italia parteciperà con 3.150 uomini e donne, la portaerei Cavour, i cacciatorpedinieri Duilio e Mimbelli, l’unità anfibia San Marco, le fregate Aliseo, Espero e Grecale, la rifornitrice Stromboli, la corvetta Fenice, i pattugliatori Foscari e Cigala Fulgosi, i cacciamine Crotone e Milazzo ed il sommergibile Pelosi, oltre ad 8 elicotteri e aerei Harrier AV8B.

forza da sbarcoProprio la partenza della nave San Giorgio dal porto di La Spezia ha comunque destato qualche curiosità visto l’arrivo dei fanti di marina arrivati all’arsenale nella notte del 27 febbraio e ripartiti evidentemente sulla nave anfibia la mattina del 28 febbraio con destinazione acque in ternazionali del sud mediterraneo.

Alcune indiscrezioni raccolte indicano come possibile il dispiegamento dei fanti di marina a protezione del Greenstream, il gasdotto subacqueo dell’Eni che si snoda tra Gela in Sicilia e la stazione di compressione di Mellitah, una struttura lunga 520 km, molti dei quali percorsi sotto il Mediterraneo.

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Alessandro Conte
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