GEOPOLITICA DEL MONDO MODERNO

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“I guerrieri di Dio, Hezbollah” di Fabio Polese e Stefano Fabei

Medio oriente – Africa di

Il Libano è sempre stato un coacervo di culture che fin dai tempi delle conquiste romane ha ospitato genti provenienti da regioni e religioni diverse.

Oggi il paese dei cedri è stretto da decenni di guerre di confine e interne che dagli anni settanta hanno scosso la società libanese, ma il malessere e la determinazione di questo popolo ha radici lontane nella storia moderna.

Questa genesi viene descritta ampiamente nel libro di Fabio Polese e Stefano Fabei, una narrazione storica necessaria per comprendere lo stato attuale della geopolitica dell’area.

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Stefano Fabei
descrive il percorso storico che dalla prima guerra mondiale al secondo dopoguerra ha segnato la nascita e la vita delle popolazioni dei territori medio orientali e in particolare dello stato libanese moderno.

Il contesto politico nel quale si muove attualmente Hezbollah viene descritto con grande precisione da Fabio Polese, fotoreporter e giornalista che nei suoi molti viaggi e reportage nell’area ha potuto constatare di persona il ruolo di questo partito politico nel Libano moderno.

Hezbollah nasce nel 1982 come milizia territoriale ad ispirazione sciita per difendere il paese durante il conflitto Libano- Israele che durò fino al 2000 Con l’obiettivo di difendere le popolazioni sciite del Libano e ispirandosi alla repubblica iraniana si basa su tre principi indiscutibili la fine di ogni potenza imperialista in Libano”, “sottoporre le Falangi Libanesi ad una giusta legge e portarli a processo per i loro crimini”, e dare al popolo la possibilità di scegliere “con piena libertà il sistema di governo che vogliono”.

Dopo questa fase iniziale Hezbollah ha lanciato un vero e proprio programma politico basato sull’assistenza nella ricostruzione dopo la guerra e sull’istruzione scolastica, programma aperti a qualsiasi libanese di qualunque credo basandosi comunque su alcuni principi irrinunciabili, la coesione delle tante componenti religiose dell’area e la liberazione dei territori occupati da Israele.

Una apertura che ha permesso al Partito di Dio di raggiungere un consenso sempre più ampio dal punto di vista politico e di rafforzare la propria potenza militare, tanto da essere considerati l’una vera forza di difesa del paese.

fotopolese3Una politica molto pragmatica che li ha portati a sfruttare le molte contraddizioni tra il mondo mussulmano, sciita e sunnita, e quelle dei cristiani maroniti, storici nemici di Hezbollah, per avere delle alleanze sempre più forti.

Dalla lettura del libro di Fabio Polese e Stefano Fabei questi fatti vengono descritti con grande attenzione permettendo al lettore di comprendere a fondo il contesto geopolitico dell’area di riferimento e del Libano stesso.

Aver approfondito il contesto storico risalendo ai fatti di oltre un secolo fa quando i confini degli stati di questa area furono segnati su una carta per volontà di Francia e Gran Bretagna creando delle convivenze difficili e dividendo etnie sulla base di convenienze economiche e politiche.

Questo libro è una risorsa importante per chiunque voglia approfondire i fatti di oggi, per comprendere le alleanze e gli obiettivi che vengono annunciati dalla grandi potenze e anche le responsabilità storiche.

Il volume è di agevole lettura e fornisce tutte le informazioni basilari sia di contesto che di dettaglio su questa organizzazione prima militare e poi politica che oggi rappresenta in Libano una forza sociale molto importante.

Da leggere sicuramente, per addetti ai lavori ma anche per semplici interessati.

 

9788842558040_0_0_1500_80I guerrieri di Dio. Hezbollah: dalle origini al conflitto in Siria

Stefano Fabei, Fabio Polese
Editore: Ugo Mursia Editore
Collana: Testimonianze fra cronaca e storia
Anno edizione: 2017
Pagine: 394 p. , Brossura

 

 

 

 

photo credits: per gentile concessione di Fabio Polese

Missione UNIFIL, in Libano prosegue l’impegno italiano – VIDEO

Difesa/Video di

La missione UNIFIL è nata con la Risoluzione 425 adottata in data 19 marzo 1978 da parte del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, a seguito dell’invasione del Libano da parte di Israele (marzo 1978). Successive Risoluzioni hanno prorogato, con cadenza semestrale, la durata della missione. L’obiettivo della missione è assistere il Governo libanese ad esercitare la propria sovranità sul Libano ed a garantire la sicurezza dei propri confini, in particolare dei valichi di frontiera con lo Stato di Israele. UNIFIL sostiene, inoltre, le forze armate libanesi nelle operazioni di sicurezza e stabilizzazione dell’area allo scopo di prevenire un ritorno delle ostilità e creare le condizioni all’interno delle quali possa essere ritrovata una pace duratura. Alla missione UNIFIL partecipano oltre 10.000 soldati provenienti dai seguenti Paesi: Armenia, Austria, Bangladesh, Bielorussia, Belgio, Brasile, Brunei, Cambogia, Cina, Croazia, Cipro, El Salvador, Francia, Finlandia, Repubblica di Macedonia, Germania, Ghana, Grecia, Guatemala, Ungheria, India, Indonesia, Italia, Irlanda, Kenia, Malesia, Nepal, Nigeria, Qatar, Korea, Serbia, Sierra Leone, Slovenia, Spagna, Sri Lanka, Tanzania e Turchia.

Un attacco alle Israeli Defence Force (IDF), avvenuto il 12 luglio 2006, a Sud della Blue Line nelle vicinanze del villaggio israeliano di Zar’it, da parte di elementi Hezbollah, uccide otto soldati israeliani mentre altri sei vengono feriti e due catturati. Al rifiuto della richiesta di rilascio, Israele inizia una campagna militare in Libano mirata ad annientare le milizie di Hezbollah ed altri elementi armati; in conseguenza di ciò, le milizie di Hezbollah conducono attacchi contro infrastrutture civili israeliane nel Nord di Israele.

L’escalation delle ostilità porta le IDF a condurre una vasta campagna militare nel Nord della Blue Line contro le milizie armate di Hezbollah. Le ostilità continuarono per 34 giorni durante i quali viene svolta una intensa attività diplomatica internazionale tesa al conseguimento di una tregua/cessate il fuoco per la successiva creazione di stabili condizioni di pace, che culmina con la Risoluzione n. 1701 dell’11 agosto 2006. Tale risoluzione sancisce la cessazione delle ostilità a partire dal 14 agosto 2006.

Dall’inizio del cessate il fuoco, le IDF continuano ad occupare larghi tratti dell’Area di Operazioni (AO) di UNIFIL mentre gli Hezbollah e gli elementi armati rimangono nel Sud del Libano. Durante i giorni di conflitto, inoltre, i contingenti di UNIFIL di India e Ghana continuano ad occupare le proprie postazioni nella AO mentre, dal 24 luglio 2006, i 4 posti di osservazione vengono abbandonati dagli osservatori ONU.

Il 2 febbraio 2007, il Generale di Divisione italiano Claudio Graziano, dando il cambio al Generale di Divisione francese Alain Pellegrinì, assume il Comando della forza ONU in Libano (UNIFIL) e al quale successivamente succede, da gennaio del 2012 fino al luglio 2014, il Generale di Divisione Paolo Serra. Dal 24 luglio scorso il Generale di Divisione Luciano Portolano è al Comando della forza ONU in Libano (UNIFIL).

Gli obiettivi,

Gli obiettivi principali della missione ONU sono quelli di monitorare le attività delle due fazioni lungo la linea di demarcazione denominata BLU LINE, impedire il movimento di persone e armi nel territorio di competenze e di perseguire un clima di tranquillità e sicurezza nell’area di competenza tesa a raggiungere una pace stabile.

L’ambiente in cui si sviluppa l’operazione è sicuramente unico. La missione Leonte (denominazione italiana dell’Operazione), innestata sulla preesistente struttura di UNIFIL3 , nasce dalla Risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza delle Nazione Unite. Tale documento, nella fase centrale dell’operazione, assegna al Contingente multinazionale il compito di impedire la ripresa delle ostilità tra il Libano e Israele e supportare le Forze Armate libanesi nella loro azione di controllo del territorio sino alla completa autonomia operativa. I principi contenuti nella risoluzione e le direttive emanate dal comando UNIFIL4 stabiliscono inequivocabilmente il modus operandi delle unità militari sul terreno: l’uso della forza è autorizzato solo al fine di difendere la vita umana e assicurare il rispetto del mandato ONU. I soldati di UNIFIL sorvegliano costantemente tutta l’area di operazioni che si estende dal Fiume Litani sino alla Blue Line, linea di demarcazione tra lo stato del Libano e quello di Israele e la cooperazione con le Forze Armate libanesi diviene lo strumento fondamentale per assicurare a Sud il rispetto della Blue Line da parte dei due paesi confinanti e a Nord per evitare l’infiltrazione di armi illegali nell’area di responsabilità attraverso il Fiume Litani.

Nella area di competenza, oltre le truppe ONU, sono presente i contingenti dell’esercito libanese ai quali viene richiesta una attività di supporto per finalizzare eventuali controlli su persone e mezzi, attività che non rientra nel mandato dell’ONU ma che si rende necessaria per mantenere il controllo degli armamenti nella zona.

Sono molte le pattuglie e i posti di osservazione che vengono messi in campo ogni giorno in particolare dal contingente italiano, una attività continua che rende quanto mai visibile il controllo del territorio da parte dell’ONU e delle LAF ( Lebanese Armed Force).

Nella nuova configurazione, successiva alla risoluzione UNSC 1701 del 11 agosto 2006, l’area di operazioni di UNIFIL è stata ingrandita (includendo l’area di Tiro) e suddivisa in due settori a livello Brigata il Sector East e il Sector West.

Il nostro reportage è stato realizzato durante la permanenza in teatro della Brigata Taurinense che aveva alle sue dipendenze il 1° rgt Nizza Cavalleria schierato insieme al 9 Btg Alpini.

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Le attività di Peacekeeping

La fondamentale attività di monitoraggio dell’area operativa è resa possibile da una fitta attività di pattugliamento che coinvolge il personale e i mezzi della missione ininterrottamente giorno e notte. Le pattuglie muovono dalla base di Shama pr controllare tutte le vie di transito e i villaggi più importanti, con mezzi Lince di ultima generazione sono ben visibile per il loro colore bianco e per le bandiere ONU che sono sistemate su tutti i mezzi. La popolazione civile accoglie con benevolenza la presenza dei soldati in missione, riconoscendo la loro funzione di portatori di pace.

I Lince si muovono in coppia percorrendo le strette strade dei villaggi o le strade bianche delle campagne coltivate a banani con il compito di intercettare qualsiasi movimento sospetto.

Ogni movimento dura circa Quattro ore durante le quali si devono operare dei posti fissi di osservazione, i mezzi si fermano e il personale osserva con attenzione il territorio circostante che sia in aperta campagna di notte o una strada trafficata di giorno.

Una accurata pianificazione e una strategia di movimento specifica mettono in grande difficoltà chiunque voglia mettere in atto un azione contro le truppe ONU o più in generale contro la stabilità del sud del Libano

La missione Leonte dal 2007 ha adottato nuove direttive per il comportamento sul campo considerando che ogni più piccola azione di ogni capopattuglia sul territorio poteva potenzialmente influire sullo stato globale della missione.

In questo contesto è stato deciso di emanare una serie di procedure che mettono ogni capo pattuglia nelle condizioni di valutare la reazione corretta ad ogni tipo di incidente, lancio di sassi, sorveglianza sospetta verso le truppe UNIFIL, richiesta di aiuto da parte di civili, presenza di armi illegali, attacco verso pattuglie del Contingente.

Le attività sul territorio vengono svolte in stretta sinergia con le Forze Armate Libanesi e le autorità locali elevando in maniera decisiva le capacità di risoluzione delle eventuali crisi .

In questo teatro operativo il potenziale strategico – mediatico di ogni azione pone ogni singolo operatore a dover valutare con molta attenzione ogni reazione e come si è visto anche in questa ultima missione Leonte a volte non reagire è la migliore reazione.

 

 

UNIFIL Libano, cambio di comando per la missione italiana

Difesa/Medio oriente – Africa di

La Brigata Sassari subentra alla Brigata Taurinense nell’Operazione Leonte al confine sud del paese.

I compiti della missione e le regole di ingaggio non cambiano ma proseguono con lo stesso livello di professionalità e impegno profuso negli anni dai contingenti italiani nell’ambito della missione ONU denominata UNIFIL (United Nations Interim Force in Lebanon).

20160418 ToA JTFL Sector West-269Al comando della Brigata Sassari il Generale di Brigata Arturo Nitti che subentra al Generale Franco Federici comandante della Brigata Taurinense.

Anche se la Brigata “Sassari” è alla sua prima missione in Libano con i colori delle Nazioni Unite ha una grande esperienza sul campo, presente negli anni sui diversi scenari operativi internazionali ha accumulato una grande esperienza operativa che sarà utile in un contesto come quello libanese che vive da anni una situazione di tregua con il vicino Israele ma che necessità di un altissimo livello di professionalità e attenzione per non far infiammare nuovamente il conflitto.

La situazione internazionale non aiuta il mantenimento della stabilità, il Libano soffre al nord di infiltrazioni da parte dell’ISIS, come dimostrano i recenti arresti da parte delle autorità nazionali, oltre alla crisi umanitaria provocata dal sempre crescente numero di profughi siriani ospitati anche nei campi profughi presenti nella zona di competenza della missione UNIFIL.

Durante la cerimonia di cambio di comando il Generale Portolano, Capo missione e comandante delle forze UNIFIL ha indicato come fondamentale il ruolo degli italiano come ambasciatori di pace e sottolinea come la missione conclusa dalla “Taurinense” sia stata “caratterizzata dalla condivisione di un progetto comune realizzato attraverso il dialogo con la popolazione e le sue istituzioni e” continua il Generale “come Il consenso sia stato alla base di ogni attività condotta dagli alpini del contingente italiano grazie ai quali è stata incrementata l’efficacia delle attività operative per il mantenimento della stabilità dell’area e la fiducia della popolazione libanese nei confronti di Unifil. “

IMG_9791L’attività di peacekeeping nella missione Leonte è il pilastro fondamentale della missione, la raccolta di consenso da aprte della popolazione permette una operatività sul territorio fondamentale per il mantenimento della pace.

La missione LEONTE è caratterizzata da un mix di attività cinetiche come il pattugliamento del territorio e il controllo di mezzi e persone con l’obiettivo di impedire il movimento di armi e incidenti lungo la Blue Line.

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Libano, trasporto sanitario d’urgenza

Difesa di

Evacuato un militare francese gravemente ammalato dalla Task Force “Italair” in servizio in Libano. La missione aerea, portata avanti con successo da un elicottero AB 212 dell’Esercito Italiano, con a bordo il team aeromedico francese, è stata attivata dalla call del Mission Air Operation Center di UNIFIL (United Nations Interim Force In Lebanon).

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Il velivolo italiano, decollato in sei minuti alla volta della Base ONU francese, ha imbarcato il paziente per condurlo al San Geroge Hospital di Beirut. Quello del trasporto sanitario d’urgenza è uno dei servizi più importanti svolti dai militari italiani a Naqoura. La Task Force “Italair” – composta dagli equipaggi di volo dell’Aviazione dell’Esercito, da un equipaggio della Marina Militare e uno dell’Aeronautica Militare – opera in Libano dal 1979, ed è l’unità più veterana al servizio delle Nazioni Unite.

Gli equipaggi di volo garantiscono ogni giorno, 24 ore su 24, un elicottero pronto al decollo in 30 minuti per tale scopo ed un secondo elicottero con le stesse caratteristiche di prontezza per compiti di vario genere, svolgendo quotidianamente missioni di ricognizione, pattugliamento e trasporto. In 37 anni di servizio, “Italair” ha effettuato 39.000 ore di volo nei cieli del Libano e di Israele, e 1700 trasporti di feriti o ammalati gravi. Frattanto proseguono le attività dello staff italiano di Unifil presso la base militare di Shama. Dopo un’intensa settimana di lezioni teoriche e pratiche sul first aid in area ostile, sono stati consegnati gli attestati di frequenza ai partecipanti del 1° corso di formazione al soccorso medico in operazione.

Il ciclo formativo – centrato sulla simulazione di incidenti con feriti gravi da stabilizzare ed evacuare dal campo di battaglia – è stato condotto dal personale italiano per le Forze Armate libanesi e i contingenti stranieri del Sector West.

Viviana Passalacqua

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Libano, esempio unico di convivenza interconfessionale

Medio oriente – Africa di

Il Libano è un modello unico di convivenza inteconfessionale, Sunniti, Sciiti , cristiani maroniti e drusi sono riusciti a trovare uno stabile equilibrio tra le varie religioni.

Il mantenimento di questa stabilità è molto importante per la missione UNIFIL che ha promosso un incontro presso la base di Shama con le maggiori autorità religiose del paese.

Erano presenti all’incontro il  Mufti sciita di Tiro, Hassan Abdullah, il Mufti sunnita, Medrar Al Habbal, l’arcivescovo greco cattolico, Michael Antoine Nakhle Abrass, e l’arcivescovo maronita, Nabil El Hage.

L’incontro è stato il momento ideale per affrontare alcuni importanti punti di dialogo tesi alla convivenza pacifica tra I diversi culti.

20160111 Pranzo con autorità religiose a SW-102Il Comandante del Sector West, Generale Franco Federici, ha sottolineato come nel sud del Libano, caratterizzato da grande multiculturalismo e interconfessionalità, si respiri grande armonia. Ciò anche grazie all’impegno di UNIFIL e del contingente italiano, molto attento a promuovere e stimolare il dialogo tra le confessioni.

Tante sono, infatti, le dimostrazioni di rispetto degli uni verso gli altri: solo per citare un esempio, nelle recenti festività natalizie, i rappresentanti musulmani si sono recati nei villaggi cristiani per gli auguri, cosa che si ripete in maniera vicendevole. “Il nostro auspicio”, ha concluso il Generale Federici, “è che questa armonia tra confessioni possa andare oltre i confini del Libano”.

Non solo, nella quotidianità, spesso si assiste ad una collettiva volontà di festeggiare le festività religiose di ogni confessione con un profondo rispetto reciproco.

I cittadini libanesi antepongono il proprio patriottismo alla confessione religiosa riuscendo a mantenere una unità molto forte in tutto il paese..

Obiettivo primario per la missione UNIFIL è il mantenimento di una pace stabile e in questo senso riuscire a migliorare la collaborazione con I leader spirituali per le attività di cooperazione e per il support alla popolazione civile diventa un punto essenziale della strategia di distensione della missione.

Tutte le autorità convenute hanno rivolto apprezzamento e gratitudine ai caschi blu italiani, per il contributo fornito  al  mantenimento della stabilità e della sicurezza nell’area del Sud, –  “Il periodo di stabilità che si vive in questa parte del Paese è uno dei più lunghi  che si ricordi nella nostra storia recente –  hanno commentato – la convivenza in Libano è un valore irrinunciabile”.

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Unifil, caschi blu italiani in supporto delle ISF libanesi

Difesa di

Profonda gratitudine delle autorità libanesi nei confronti dei caschi blu della missione Unifil. Il contingente italiano, attualmente composto da unità della Brigata alpina Taurinense, ha completato e inaugurato un importante progetto in favore delle Forze di Sicurezza Interne libanesi, (ISF) presso due delle loro infrastrutture nella città di Tiro, nel sud del Paese. Nello specifico, sono state ultimate le forniture di quattro generatori di media e grande capacità installati presso le principali basi delle ISF per implementare l’erogazione di corrente elettrica presso i centri di comando e controllo delle forze della sicurezza interna, sopperendo alla carenza di energia che in quella zona è limitata poche ore nell’arco diurno. Durante la cerimonia d’ inaugurazione, tenutasi presso il comando del 2° Reggimento mobile delle ISF, le autorità locali hanno espresso apprezzamento per la collaborazione e la vicinanza del contingente italiano, dedito al supporto delle forze armate Libanesi così come previsto dalla risoluzione ONU 1701.
Viviana Passalacqua

Renzi in visita al contingente italiano in Libano

Difesa di

Visita ufficiale del premier Matteo Renzi al contingente italiano in Libano, per fare il punto della situazione sull’intera area di operazione di UNIFIL e sul lavoro delle truppe italiane nel sud del Paese. Accompagnato dal Generale Claudio Graziano, Capo di Stato Maggiore della Difesa, il Presidente del Consiglio ha raggiunto la base Millevoi di Shama, sede del comando del Sector West di UNIFIL, attualmente al comando della Brigata Alpina “Taurinense”. Ad attenderlo, l’Head of Mission e Force Commander della missione UNIFIL, Generale di Divisione, Luciano Portolano, e il Comandante del Contingente nazionale, Generale di Brigata Franco Federici. Auguri di Natale calorosi e informali quelli di Renzi, che ha voluto incontrare uomini e donne del nostro contingente in maniera informale, esprimendo la vicinanza del Governo italiano a loro e alle rispettive famiglie. Grandi elogi nei confronti delle Forze Armate impegnate nelle missioni di pace e dei caschi blu della Taurinense in Libano, operanti nel quadro della risoluzione ONU 170 al fine di monitorare la cessazione delle ostilità, supportare le Forze Armate Libanesi e garantire l’opportuno sostegno alla popolazione locale. «Siete soldati altamente professionali che con grande umanità svolgete il vostro prezioso lavoro a servizio delle istituzioni italiane e della pace lontano dai vostri cari . Ci rendete orgogliosi di essere italiani», ha concluso il premier.
Viviana Passalacqua

Libano, per l’ospedale pubblico di Tiro nuovi materiali ospedalieri dall’Italia

Difesa/Medio oriente – Africa di

Tiro, questa mattina è stata finalizzata la consegna di materiali sanitari all’ospedale pubblico di Tiro. I materiali sono stati trasportati in Libano dalla Brigata Taurinense e raccolti grazie all’attività di varie associazioni di volontariato in Italia che comprendono l’Azienda ospedaliera “Maggiore della carità “ di Novara, il corpo nazionale di soccorso la onlus “Rock no War” e altre.

Sono stati consegnati al direttore dell’ospedale due apparati per la dialisi e quindici letti degenza completi di materassi e cuscini e due defibrillatori che sono stati donati dall’azienda Ospedaliera “Maggiore della carità”

L’ospedale pubblico di Tiro risiede nel quartiere di El Buss che è anche uno dei tre campi profughi palestinesi nel Sector West di competenza italiana.

I campo profughi sono considerati dallo stato Libanese zone di extraterritorialità nazionale, al loro interno le Forze Armate Libanesi o di polizia non possono entrare e l’ordine è mantenuto dalle organizzazioni di autotutela interna.

Per questa ragione in conformità con il mandato delle Nazioni Unite che non permette alle forze UNIFIL di entrare nei campi profughi il materiale è stato consegnato presso la sede della Croce Rossa Libanese che ha ospitato la cerimonia.

L’ospedale è per le popolazioni del quartiere e quelle limitrofe una struttura di grande importanza con circa 20.000 ricoveri annui e con la capacità di prestare le cure per ogni tipo di emergenza ed è frequentato principalmente dalle persone povere, dai profughi palestinesi e dai rifugiati siriani.

Grazie a queste donazioni l’ospedale potrà aumentare la capacità di accoglienza e dare un servizio migliore all’area circostante cosa che altrimenti non avrebbe potuto fare con le proprie forze.

Alla breve cerimonia di consegna dei materiali hanno partecipato il comandante del contingente ITALBAT colonnello Massimiliano Quarto, il direttore dell’Ospedale pubblico di Tiro dottor Ghassan Kutish e il dottor Nassaif Ibrahim che hanno espressa la grande gratitudine e apprezzamento per il lavoro svolto da UNIFIL nella regione.

“Vogliamo ringraziare il lavoro degli italiani nella zona che hanno saputo avvicinarsi con grande umanità al nostro paese” ha voluto dichiarare il dottor Ibrahim ai nostri microfoni confermando la grande capacità degli uomini e delle donne del contingente italiano di svolgere il proprio lavoro con professionalità ma allo stesso tempo con grande umanità.

 

 

[youtube]https://youtu.be/IwvRgNk8QEY[/youtube]

 

Libano, esercitazioni congiunte per la Taurinense

Difesa di

Nuovo ciclo di esercitazioni congiunte per la Brigata Alpina Taurinense al comando del Sector West di Unifil in Libano. Le attività, volte a mantenere il proprio livello di addestramento e implementare le procedure comuni con le unità di altri paesi, si sono concluse con la giornata addestrativa finale presso il villaggio di Naqoura.

In zona sono confluiti assetti di manovra italiani impegnati con le equivalenti unità ghanesi e francesi nella simulazione di un grave incidente e la successiva gestione dell’ escalation delle tensioni. Durante le esercitazioni le unità esploranti del Nizza Cavalleria, il Reggimento che fornisce la Sector Mobile Reserve (unità di riserva e pronto impiego) del settore ovest della missione UNIFIL, hanno messo in atto l’applicazione di procedure standard e di rapidità d’intervento.

Lo staff della Brigata Taurinense, invece, si è occupata di coordinare e implementare le procedure di comando e controllo attraverso un ciclo di esercitazioni specifiche cha ha coinvolto, ad ora, gran parte delle unità dipendenti, sia nazionali che straniere. Il tutto nel quadro delle attività intraprese dagli Alpini nel sud del Libano, dove da circa due mesi garantisce il controllo del territorio nella sua area di responsabilità in stretto coordinamento con le forze armate libanesi, attraverso continui pattugliamenti congiunti e una capillare presenza sul territorio, avvalendosi delle unità di manovra del Reggimento Nizza Cavalleria (1°) e del Battaglione alpini L’Aquila.

 

Libano: Alpini, supporto a popolazione e LAF

Difesa/Medio oriente – Africa di

Si intensifica in Libano l’attività dei militari italiani impiegati nella missione UNIFIL, sui due fronti della cooperazione con le forze armate locali e del supporto alla popolazione. Nei giorni scorsi gli Stati Maggiori del Sector West di UNIFIL, su base Brigata alpina Taurinense, hanno incontrato la 5^ Brigata delle Forze Armate Libanesi (LAF) presso la base di Shama.

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Un importante momento di confronto, volto ad incrementare l’integrazione e le attività congiunte tra i due Comandi attraverso la pianificazione di addestramenti comuni per rendere sempre più efficaci le attività svolte. Parallelamente, vanno avanti le iniziative in favore dei libanesi: a fine novembre la Croce Rossa di Tiro ha ricevuto materiale ospedaliero e sanitario offerto da donors novaresi e consegnato dai militari di ITALBATT, l’unità di manovra del contingente italiano di UNIFIL, attualmente su base Reggimento “Nizza Cavalleria” di Bellinzago Novarese.

“La donazione è stata possibile grazie alla solidarietà e la collaborazione mostrata  dall’Azienda Ospedaliera “Maggiore della Carità”, dal Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, dall’ Associazione Nazionale Alpini – Sez. di Novara e dalla Croce Rossa di Oleggio, organizzazioni importantissime per il territorio novarese che hanno voluto sostenere in maniera attiva le iniziative promosse per il Libano dal Nizza”, ha ricordato il Colonnello Massimiliano Quarto, comandante di Italbatt, nel corso della consegna. La dotazione – che comprende 14 letti da degenza completi di materassi e cuscini ignifughi, 1 montascale per disabili,  5 carrozzelle, 1 seggiolone polifunzionale per disabili e numerose scatole di materiali monouso da ambulatorio – sarà utilizzata dalla Croce Rossa sia per la normale attività del nosocomio, sia per la successiva distribuzione presso i domicili di malati cronici seguiti dall’organizzazione di volontariato.
Viviana Passalacqua

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Viviana Passalacqua
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