GEOPOLITICA DEL MONDO MODERNO

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La Commissione si attiva per bandire dal mercato dell’UE i prodotti ottenuti con il lavoro forzato

Nella giornata del 15 settembre la Commissione Europea ha proposto di vietare i prodotti ottenuti con il lavoro forzato sul mercato dell’UE.

Il lavoro forzato include tutte quelle situazioni in cui le persone sono costrette a lavorare attraverso l’uso di violenza o intimidazioni, o con mezzi più indiretti come il debito manipolato, il mantenimento di documenti di identità o le minacce di denuncia alle autorità di immigrazione.

Dunque la proposta della Commissione riguarda tutti i prodotti, siano essi prodotti fabbricati nell’UE destinati al consumo interno e alle esportazioni o beni importati, senza concentrarsi su società o industrie specifiche. Questo approccio globale è importante perché, secondo le stime, 27,6 milioni di persone sono vittime del lavoro forzato, in molte industrie e in tutti i continenti. La maggior parte del lavoro forzato avviene nel settore privato, mentre in alcuni casi è imputabile agli Stati. La proposta si basa su definizioni e norme concordate a livello internazionale e sottolinea l’importanza di una stretta cooperazione con i partner globali. A seguito di un’indagine, le autorità nazionali avranno la facoltà di ritirare dal mercato dell’UE i prodotti ottenuti con il lavoro forzato. Le autorità doganali dell’UE individueranno e bloccheranno alle frontiere dell’UE i prodotti ottenuti con il lavoro forzato.

Valdis Dombrovskis, Vicepresidente esecutivo e Commissario per il Commercio, ha dichiarato: “Questa proposta farà davvero la differenza nella lotta contro una schiavitù moderna che colpisce milioni di persone in tutto il mondo. Puntiamo a eliminare dal mercato dell’UE tutti i prodotti realizzati con il lavoro forzato, indipendentemente dal luogo di fabbricazione.”

Thierry Breton, Commissario per il Mercato interno, ha aggiunto: “Nell’attuale contesto geopolitico abbiamo bisogno di catene di approvvigionamento sicure e sostenibili. Non possiamo mantenere un modello di consumo di beni prodotti in modo non sostenibile. Il mercato unico è una risorsa formidabile per evitare che prodotti realizzati ricorrendo al lavoro forzato circolino nell’UE e uno strumento per promuovere una maggiore sostenibilità in tutto il mondo.”

Lo strumento relativo al lavoro forzato nella pratica

Le autorità nazionali degli Stati membri attueranno il divieto attraverso un approccio di applicazione solido e basato sul rischio. In una fase preliminare valuteranno i rischi di lavoro forzato sulla base di molteplici fonti di informazione, che  dovrebbero facilitare l’individuazione dei rischi. Tra le fonti di informazione possono rientrare i contributi della società civile, una banca dati dei rischi di lavoro forzato incentrata su specifici prodotti e aree geografiche e il dovere di diligenza esercitato dalle imprese.

Le autorità avvieranno indagini sui prodotti per i quali vi sono fondati sospetti che siano stati ottenuti con il lavoro forzato. Possono chiedere informazioni alle società ed effettuare controlli e ispezioni, anche in paesi al di fuori dell’UE. Se le autorità nazionali accerteranno la presenza di lavoro forzato, ordineranno il ritiro dei prodotti già immessi sul mercato e vieteranno l’immissione sul mercato dei prodotti interessati e la loro esportazione. Di conseguenza le società dovranno smaltire i prodotti e sostenere le spese conseguenti a tale operazione.

Se le autorità nazionali non sono in grado di raccogliere tutti gli elementi di prova necessari, ad esempio a causa della mancanza di collaborazione da parte di una società o dell’autorità di uno Stato terzo, possono prendere la decisione sulla base dei dati disponibili.

Durante l’intero processo le autorità competenti applicheranno i principi di valutazione basata sul rischio e di proporzionalità. Su tale base la proposta tiene conto in particolare della situazione delle piccole e medie imprese (PMI). Senza essere esentate, le PMI saranno agevolate dall’impostazione specifica della misura: le autorità competenti infatti, prima di avviare un’indagine formale, considereranno le dimensioni e le risorse degli operatori economici interessati e l’entità del rischio di lavoro forzato. Le PMI beneficeranno inoltre di strumenti di sostegno.

 

La Commissione elabora una strategia per promuovere il lavoro dignitoso in tutto il mondo 

La proposta fa seguito all’impegno dell’UE, la quale promuove il lavoro dignitoso in tutti i settori e ambiti strategici in linea con un approccio globale rivolto ai lavoratori nei mercati nazionali, nei paesi terzi e lungo le catene di approvvigionamento globali. Ciò comprende norme fondamentali del lavoro come l’eliminazione del lavoro forzato. La comunicazione sul lavoro dignitoso in tutto il mondo, presentata nel febbraio 2022, definisce le politiche interne ed esterne che l’UE mette in campo per realizzare l’obiettivo di un lavoro dignitoso in tutto il mondo.

ll lavoro dignitoso: l’UE come leader globale responsabile

L’UE ha già intrapreso azioni risolute per promuovere il lavoro dignitoso su scala mondiale, contribuendo al miglioramento della vita delle persone in tutto il mondo. Negli ultimi decenni il numero di minori vittime del lavoro minorile è diminuito significativamente a livello mondiale (passando da 245,5 milioni nel 2000 a 151,6 milioni nel 2016). Tuttavia il numero di minori costretti a lavorare è aumentato di oltre 8 milioni tra il 2016 e il 2020, invertendo la precedente tendenza positiva. Allo stesso tempo, la pandemia mondiale di COVID-19 e le trasformazioni nel mondo del lavoro, indotte anche dai progressi tecnologici, dalla crisi climatica, dai cambiamenti demografici e dalla globalizzazione, possono avere ripercussioni sulle norme del lavoro e sulla protezione dei lavoratori.

In tale contesto l’UE è determinata a portare avanti il suo attuale impegno e a consolidare ulteriormente il suo ruolo di leader responsabile nel mondo del lavoro, utilizzando tutti gli strumenti a disposizione e sviluppandoli ulteriormente. I consumatori chiedono sempre più beni prodotti in modo sostenibile ed equo, che garantiscano un lavoro dignitoso a coloro che li producono.

L’UE rafforzerà le sue azioni basandosi sui quattro elementi del concetto universale del lavoro dignitoso sviluppato dall’Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) e integrato negli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite (ONU). Tali elementi sono: 1) la promozione dell’occupazione; 2) le norme e i diritti sul lavoro, tra cui l’eliminazione del lavoro forzato e del lavoro minorile; 3) la protezione sociale; 4) il dialogo sociale e il tripartitismo. La parità di genere e la non discriminazione sono questioni trasversali in questi obiettivi.

Prossime tappe

La proposta deve ora essere discussa e approvata dal Parlamento europeo e dal Consiglio dell’Unione europea prima di poter entrare in vigore e si applicherà a decorrere da 24 mesi dalla sua entrata in vigore.

Di Anna Tulimieri

Schengen: Commission recommends phasing out of temporary border controls over next six months

BreakingNews @en di

The Commission is today recommending that Austria, Germany, Denmark, Sweden and Norway phase out the temporary controls currently in place at some of their internal Schengen borders over the next six months. However an important number of irregular migrants and asylum seekers are still present in Greece and more efforts are needed to accelerate the processing of asylum applications, increase relocation and to ensure the resumption of Dublin transfers to Greece. The Commission therefore considers it justified that the Council allows the Schengen States concerned, as a last resort measure and only after having examined alternative measures, to prolong the current temporary internal border controls one last time for a limited period of six months.

The European Union increases its support for Haiti

BreakingNews @en di

During an official visit to Haiti after the appointment of a new Government, Commissioner for International Cooperation and Development, Neven Mimicaannounced a new EU aid package. The first of which is a special allocation of €18.5 million in response to Hurricane Matthew which hit the island in October 2016. The EU had also provided initial emergency relief last year when the hurricane struck the country. The second part of support through the signature with the Prime Minister S.E.M Jack Guy Lafontant is a €45 million agreement for the construction of the National Road #3, connecting Port-au-Prince to the northern town of Cap Haitian, the second biggest town and port of Haiti.

A forward- looking strategy for Syria, reinforcing European Union efforts to build peace

BreakingNews @en di

The High Representative of the Union for Foreign Affairs and Security Policy and the European Commission have today adopted a Joint Communication proposing a forward- looking EU strategy for Syria. As outlined in the Joint Communication, the European Union’s engagement in Syria goes beyond the current state of play. It is defined by a longer term perspective in support of the EU’s strategic goals on Syria. The European Union will continue to be the first and leading donor in the international response to the humanitarian crises, providing life-saving humanitarian assistance and resilience support to the Syrian people and neighbouring countries hosting Syrian refugees.

Kosovo’s Minister of Justice met with Vice President of the European Parliament

BreakingNews @en di

Kosovo’s Minister of Justice, Dhurata Hoxha has met today with the vice president of the European Parliament and rapporteur on Kosovo, Ulrike Lunacek. Lunacek’s visit takes place after the publication of the Progress Report on Kosovo by the European Commission, a report which identifies Kosovo’s positive steps and the criteria that must be delivered in order for the country to benefit from the visa liberalization regime.

Europe: new coast guard protecting borders

Defence di

The European Commission has decided to establish a European border and coast guard to ensure a strong and shared management of external borders. Regarding the principle of free movement of people, the new control body will protect the Schengen area and control migratory flows, through systematic inspections, based on the comparison with relevant databases.

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“The european coast guard and border – said Frans Timmermans, first Vice President of the European Commission – will identify any weaknesses in real time, thanks to the collective capacity to effectively manage crisis situations, in which a section of the external borders is subjected to pressure”. The new body will have a reserve team fast coastguard and a park of technical equipment made available by the Member States: the Agency will be able to count on at least 1.500 experts, whose intervention can be deployed within three days, obviating the need for workers or equipment for operations.

It will set up a monitoring and risk analysis centre to control migration flows in the EU and to analyze risk and vulnerability assessments of weaknesses. Europe also enshrines a right to intervene: the Member States can apply for joint operations and rapid border interventions.

In case of significant migration that threatens the Schengen area, the Commission will establish the urgent collective. Coastguards will be part of the national coast guard and border European insofar as border control operations take place. Finally, the responsibility with respect to the internal security is fundamental, in terms of control of cross-border crime and terrorism, in terms of combating cross-border crime and terrorism along with other EU agencies and international organizations.

Viviana Passalacqua

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Viviana Passalacqua
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