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Eruzione vulcano Fuego: La visita del presidente della Croce Rossa Internazionale in Guatemala

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L’eruzione del Volcan de Fuego, con nubi di gas, rocce e cenere a temperature che superavano i 700 gradi, ha causato la morte di 99 persone e si contano 197 dispersi. Il vulcano si trova a 40 chilometri sud-ovest dalla capitale Guatemala City e secondo i vulcanologi, l’eruzione è la più grande registrata nel paese negli ultimi 40 anni. Il vulcano raggiunge un’altitudine di 3.763 metri ed è costantemente attivo, sebbene con eruzioni molto più piccole e contenute di quella di questi giorni. L’attuale eruzione fa parte di un periodo di maggiore attività vulcanica iniziato intorno al 2002. Tutto è avvenuto molto velocemente e la gente non ha avuto il tempo di andarsene, anche perché le persone qui sono abituate all’attività del vulcano e non pensavano di venire travolte.

La lava ha iniziato a scorrere dal vulcano e ha ricoperto tutti i villaggi che c’erano sotto e non c’è certezza sul numero dei morti, poiché molti sono stati letteralmente ricoperti e “pietrificati” dalla lava. Gli eventi del Guatemala si macchiano di un’evacuazione avvenuta preventivamente solo nell’Hotel a 5 stelle presente nella zona ma non nei paesi limitrofi. Questo è un indice di grave diseguaglianza. Una seconda eruzione ha poi ostacolato i lavori di soccorso che ha colto di sorpresa autorità e vulcanologi, visto che l’Istituto Nazionale di Sismologia guatemalteco aveva previsto che non ce ne sarebbero state altre dopo la prima. Circa 3mila persone sono state evacuate per l’eruzione, e in tutto 1,7 milioni ne hanno subito le conseguenze. In immagini scattate dal satellite si osserva a occhio nudo la dimensione del disastro che ha colpito alcune zone intorno al Vulcano.

Il Presidente della Federazione Internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, Francesco Rocca, è stato in Guatemala il 6 e il 7 giugno dove ha incontrato i volontari della Croce Rossa del Guatemala, in prima linea nella risposta all’emergenze e nel supporto alla comunità locale. Al termine della sua visita ha dichiarato: “Non dovremmo sottovalutare le dimensioni di questo disastro. Si tratta di una situazione critica, un’emergenza con necessità ancora enormi e le comunità coinvolte avranno bisogno di sostegno e supporto a lungo termine. Per le famiglie più colpite, riteniamo che il processo di ripresa richiederà almeno un anno. Queste persone hanno perso tutto: case, mezzi di sostentamento e, tragicamente, i loro cari. Tali famiglie sono la nostra priorità, ma le eruzioni hanno avuto un impatto molto più vasto. Le ceneri sottili sono ricadute su più della metà della Nazione, coprendo aree in cui l’agricoltura è un’attività chiave. L’impatto economico non è ancora chiaro. Ci auguriamo che non ci troveremo a dover affrontare un disastro secondario. Sono rimasto profondamente colpito dalla risposta massiccia e coraggiosa della Croce Rossa Guatemalteca. Le operazioni dei nostri volontari sono iniziate domenica. Sono esausti, ma la loro determinazione è incrollabile. La Federazione Internazionale garantisce tutto il suo supporto alla Croce Rossa del Guatemala e chiedo alla nostra rete globale, composta dalle Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, e ai nostri partner in tutto il mondo, di sostenerla“.

Il presidente Rocca ha poi ricordato come è sempre più importante cominciare a parlare in ottica di prevenzione e di preparazione alla risposta a questi eventi. Questi argomenti dovrebbero interessare anche il nostro paese: un esempio è il Vesuvio e l’area di Napoli. Il Vesuvio è un vulcano molto più esplosivo di quello del Guatemala e ad oggi molte persone vivono ancora sulle pendici.

Rainer Maria Baratti
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