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L’accordo per il coordinamento delle misure che limitano la libera circolazione nell’Unione europea

EUROPA di

Il 13 ottobre, il Consiglio dell’Unione europea ha raggiunto un accordo grazie al quale le misure che limitano la libera circolazione a causa della pandemia da coronavirus saranno più chiare e prevedibili. L’obiettivo è evitare frammentazioni e interruzioni ed accrescere la trasparenza e la prevedibilità appannaggio di cittadini ed imprese. Nel dettaglio, i Ministri competenti per ogni Stato membro hanno concordato un approccio coordinato che comprende una cartina unica, pubblicata ogni settimana dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, in cui il livello di rischio delle regioni europee sarà indicato utilizzando un sistema a semaforo. Un approccio ben coordinato, prevedibile e trasparente all’adozione delle restrizioni alla libertà di circolazione è necessario per prevenire la diffusione del virus, tutelare la salute dei cittadini e al contempo salvaguardare la libera circolazione nell’Unione, in condizioni di sicurezza.

Il contesto

La libera circolazione e dunque il diritto dei cittadini europei di spostarsi e risiedere liberamente nell’Unione europea, nonché l’assenza di controlli alle frontiere interne, sono alcuni dei risultati più importanti dell’UE e un motore importante dell’economia europea. Di conseguenza, le restrizioni al diritto fondamentale alla libera circolazione nell’UE dovrebbero essere imposte solo se strettamente necessarie per far fronte a rischi per la salute pubblica e dovrebbero essere coordinate, proporzionate e non discriminatorie.

Per limitare la diffusione della pandemia da coronavirus i 27 Stati membri dell’UE hanno adottato varie misure, alcune delle quali, come l’obbligo di sottoporsi a una quarantena o a un test, hanno inciso su tale libertà fondamentale. Pur mirando a salvaguardare la salute e il benessere dei cittadini, le misure in questione hanno avuto conseguenze notevoli per l’economia europea e per i diritti dei cittadini. Pertanto, il 4 settembre, la Commissione europea, ha presentato una proposta di raccomandazione del Consiglio dell’UE per un approccio coordinato alla limitazione della libertà di circolazione.

La raccomandazione del Consiglio dell’UE

Al fine di limitare tali conseguenze, il Consiglio dell’UE ha accolto la proposta della Commissione ed ha concordato un approccio coordinato alle restrizioni di viaggio connesse alla pandemia da Covid-19, il quale comprende una cartina unica, pubblicata ogni settimana dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, in cui il livello di rischio delle regioni europee sarà indicato utilizzando un sistema a semaforo. Le regioni saranno contrassegnate dai colori “verde”, “arancione”, “rosso” e “grigio” (se le informazioni disponibili non risultano essere sufficienti). I fattori considerati saranno: il “tasso cumulativo dei casi di infezione da coronavirus registrati in 14 giorni“, vale a dire il numero totale di nuovi casi di infezione da coronavirus registrati ogni 100 000 abitanti negli ultimi 14 giorni; il “tasso di positività dei test“, ossia la percentuale di test positivi all’infezione da coronavirus nell’ultima settimana; il “tasso di test effettuati“, cioè la percentuale di test del coronavirus effettuati ogni 100 000 abitanti nell’ultima settimana.

In base alla cartina gli Stati membri decideranno se introdurre determinate restrizioni o misure di precauzione, come la quarantena o un test, nei confronti di viaggiatori provenienti da altre zone dell’UE. In particolare, gli Stati membri hanno convenuto che non vi saranno restrizioni per i viaggiatori provenienti da regioni “verdi”, mentre i viaggiatori provenienti da regioni “arancioni” o “rosse” potranno essere soggetti all’imposizione di misure restrittive.

Consultata insieme alle informazioni messe a disposizione sulla piattaforma web “Re-open EU”, la cartina permetterà così ai viaggiatori di sapere a quali misure saranno soggetti recandosi in un’altra regione dell’UE.

Ai sensi della raccomandazione del Consiglio dell’UE, la quale non risulta essere giuridicamente vincolante, gli Stati membri dovrebbero fornire informazioni chiare, complete e tempestive sulle eventuali restrizioni alla libera circolazione, con il massimo anticipo possibile rispetto all’entrata in vigore delle nuove misure. Come regola generale, tali informazioni dovrebbero essere pubblicate 24 ore prima della loro entrata in vigore, tenendo conto del fatto che le emergenze epidemiologiche necessitano una certa flessibilità.

Quanto all’estensione dell’accordo raggiunto il 13 ottobre, esso si applica a tutti i paesi dell’UE e al Regno Unito durante il periodo di transizione, inoltre la cartina comprenderà anche Islanda, Liechtenstein e Norvegia.

Le dichiarazioni

“A causa delle restrizioni di viaggio, per alcuni dei nostri cittadini è oggi difficile recarsi al lavoro, all’università o far visita ai propri cari. È nostro dovere comune garantire il coordinamento di tutte le misure suscettibili di incidere sulla libera circolazione e fornire ai nostri cittadini tutte le informazioni di cui hanno bisogno per decidere in merito al loro viaggio” ha dichiarato Michael Roth, Ministro aggiunto per l’Europa della Germania.

Quanto alla Commissione europea, compiacendosi per l’accordo raggiunto dal Consiglio ha affermato: “Accogliamo con favore questo accordo, che fa maggiore chiarezza nella situazione di confusione attuale. La coesione fra gli Stati membri invia un segnale forte ai cittadini ed è un chiaro esempio di come l’UE agisca dove e quando è assolutamente necessario. Abbiamo imparato la lezione: non sormonteremo la crisi chiudendo unilateralmente le frontiere, ma attraverso uno sforzo collettivo”.

 

 

Francesca Scalpelli
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