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Covid-19 - page 2

La Repubblica Ceca dichiara lo stato di emergenza: chiusi i confini del paese

EUROPA di

Con oltre 300 casi di covid-19 nel paese, la Repubblica Ceca ha iniziato a prendere importanti misure restrittive di prevenzione all’ulteriore diffusione del contagio. A circa due settimane dai primi casi di coronavirus nel paese, il governo di Praga ha dichiarato prima lo stato di emergenza e poi la messa in quarantena dell’intero paese, con la chiusura dei confini.

Lo stato di emergenza
Il 12 marzo è stato dichiarato lo stato di emergenza in Repubblica Ceca per la durata di 30 giorni con possibile prolungamento: in questo periodo, alcuni diritti e libertà saranno limitati per il tempo necessario e per l’estensione necessaria a prevenire la diffusione del virus. Concretamente ciò vuol dire che a partire dalle 06:00 del 13 marzo, il governo ha vietato qualsiasi appuntamento con più di 30 persone: manifestazioni culturali, eventi sportivi o religiosi, festival, pellegrinaggi, spettacolo e così via saranno sospesi. Si chiudono al pubblico servizi come gli impianti sportivi, le strutture per l’intrattenimento, le gallerie, le strutture benessere e le biblioteche. Infine, sarà disposta la chiusura di ristoranti alle 20.00. Il divieto non pregiudica il funzionamento di negozi, mezzi pubblici o tribunali e altre autorità pubbliche, così come il divieto di riunioni non si applica alle aziende, secondo quanto ha dichiarato il Ministro degli Interni Jan Hamacek.
A tutte queste misure si aggiunge la chiusura di scuole e università con la sospensione delle attività didattiche che a partire dall’11 marzo verranno svolte da remoto per quanto possibile, per aiutare a rallentare la diffusione del coronavirus. Alcune scuole e insegnanti sono meglio preparati e tecnicamente più attrezzati di altri per passare all’apprendimento remoto; tuttavia, per garantire che gli studenti non rimangano indietro nelle materie fondamentali, la televisione ceca ha iniziato a trasmettere programmi educativi speciali preparati in collaborazione con il Ministero della Pubblica Istruzione, con l’obiettivo di replicare l’esperienza della classe.

Misure rafforzate: il paese è in quarantena
Visto il diffondersi del virus nel paese e in tutta Europa, il Consiglio di sicurezza dello Stato ha deciso di limitare severamente la libera circolazione nella Repubblica ceca: dalla mezzanotte del 16 marzo alle 06:00 del 24 marzo, il paese è interamente in quarantena per combattere la diffusione del coronavirus. Tale decisione è stata presa per proteggere le persone più vulnerabili nel paese, ha detto il Primo Ministro. Dopo l’Italia, la Spagna e l’Austria, la Repubblica ceca è il quarto paese europeo a ordinare restrizioni ai movimenti della popolazione.
“Nella situazione attuale, consideriamo i raduni di persone nei centri commerciali e nei ristoranti un rischio troppo grande”, ha detto Andrej Babiš. “Non vogliamo assolutamente limitare la vendita di prodotti alimentari, prodotti farmaceutici, carburante e altri beni di prima necessità. Le persone non devono preoccuparsi: le scorte di cibo rimangono illimitate e in realtà non è necessario che le persone svuotino gli scaffali dei supermercati”. In termini pratici, alle persone sarà permesso di uscire di casa solo per comprare cibo e medicine, andare al lavoro, andare in ospedale e in banca o fare viaggi legati alla cura di giovani e anziani. Le elezioni al Senato sono state posticipate, così come il termine per l’invio delle dichiarazioni fiscali (rimandato al 1 ° luglio). “Solo restrizioni fondamentali come questa possono aiutare a fermare la diffusione dell’infezione nel nostro paese”, ha affermato Adam Vojtěch, ministro della sanità. “Anche se non è piacevole per nessuno di noi, si tratta di proteggere la nostra salute”.
Come se non bastasse, proprio durante la situazione di emergenza a cui lavorano gli ospedali, non si fermano gli attacchi hacker. Il Brno University Hospital – abilitato anche a fare i tamponi per rilevare il coronavirus – è stato colpito da un cyberattacco nel mezzo dell’epidemia covid-19: l’attacco ha costretto a posticipare operazioni chirurgiche e dirottare i pazienti più gravi ad un ospedale vicino. Dopo l’attacco è stato necessario l’intervento del National Cyber Security Center, della polizia ceca e dello staff informatico della struttura ospedaliera.

Restrizioni ai viaggi
Il rafforzamento delle misure coinvolge anche il settore di viaggi e trasporti: anticipando la decisione di Bruxelles di vietare gli spostamenti interni all’area UE, il paese ha deciso di chiudere i confini e garantire solo gli spostamenti per motivi di lavoro, raggiungimento dei familiari per necessità e delle strutture sanitarie. Da venerdì 13 marzo è stato impedito agli abitanti dei 18 paesi maggiormente a rischio di entrare nella Repubblica Ceca: si tratta di Austria, Belgio, Cina, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Iran, Italia, Giappone, Paesi Bassi, Norvegia, Corea del Sud, Spagna, Svezia, Svizzera, Regno Unito e Stati Uniti. Lo stesso discorso vale per i cechi che vogliono andare all’estero per motivi di piacere. L’unica eccezione sono gli stranieri con residenza temporanea nella Repubblica ceca e gli stranieri con residenza permanente. Tutti i collegamenti commerciali internazionali di trasporto via aria e via terra sono interrotti. I viaggiatori in auto possono attraversare l’Austria a condizione che il transito attraverso il territorio austriaco avvenga senza soste di nessun tipo. I controlli ai valichi di frontiera con Germania e Austria resteranno in vigore, mentre non ci saranno controlli ai confini con la Slovacchia e la Polonia poiché questi Stati stanno già controllando il confine dalla loro parte.

Covid-19, gli interventi economici di UE e BCE

EUROPA di

Il coronavirus Covid-19 è in continua diffusione negli Stati membri dell’UE: l’Organizzazione Mondiale della Sanità lo ha dichiarato una pandemia e gli Stati colpiti iniziano a dover fare i conti con i suoi effetti, anche quelli economici. L’Italia è senz’altro il paese più colpito in Europa per numero di contagi e di vittime, ma la rapidità con cui si diffonde il Covid-19 spaventa tutti gli Stati europei che hanno iniziato a prendere misure, più o meno rigide, affinché diminuiscano contagio e danni economici. Allo stesso tempo, gli Stati membri si sono rivolti all’Unione Europea chiedendo misure in grado di scongiurare la probabile crisi economica a cui si sta andando incontro.

L’intervento della BCE

La Banca Centrale Europea ha saputo cogliere la richiesta degli Stati membri ed ha iniziato a fornire un vasto pacchetto di misure di politica monetaria. In particolare, l’obiettivo è quello di fornire liquidità al sistema finanziario e bancario. Saranno condotte temporaneamente operazioni di rifinanziamento a lungo termine aggiuntive, così da fornire liquidità a supporto del sistema finanziario dell’area euro. Inoltre, viene prevista una dotazione temporanea di 120 miliardi di euro per ulteriori acquisti netti di attività – che si aggiungono agli attuali 20 miliardi mensili – e questa sarà disponibile fino alla fine dell’anno, assicurando un contributo notevole dei programmi di acquisto per il settore privato. La Banca di Francoforte ha spiegato che “in combinazione con l’attuale programma di acquisto di attività ciò sosterrà condizioni di finanziamento favorevoli per l’economia reale in tempi di maggiore incertezza”; la presidente Lagarde ha aggiunto che si andrà ad utilizzare “tutta la flessibilità prevista dalla cornice del programma di acquisti di titoli”, ovvero del quantitative easing. Questo programma sarà attuato a tassi fermi, con nuove aste di liquidità a lungo termine e tassi praticamente negativi per le operazioni destinate a finanziare le piccole e medie imprese.

La cosa più importante è che a questo punto, anche i governi nazionali facciano la propria parte: la BCE chiede “un intervento tempestivo, coordinato e ambizioso da parte dei governi” poiché ciò che è temuto di più da Christine Lagarde è “il compiacimento e il procedere a rallentatore della politica fiscale”. L’attuale Presidente si è rifiutata di riproporre la formula “whatever it takes” di Mario Draghi e ciò non è piaciuto ai mercati, secondo cui la Bce ha fatto troppo poco: dopo l’annuncio delle nuove misure senza tagliare i tassi di interesse, e dopo la conferenza stampa in cui si dice di non aver il compito di ridurre lo spread, Piazza Affari è peggiorata ulteriormente, con uno spread del rendimento fra i titoli di Stato decennali italiani e tedeschi volato a 250 punti base e la chiusura peggiore degli ultimi anni, a -17%.

Le misure della Commissione europea

Ursula Von der Leyen, presidente della Commissione europea, ha espresso sin da subito la solidarietà ai paesi maggiormente colpiti dall’epidemia. Data la particolare situazione italiana, la Von der Leyen ha avuto un confronto in videoconferenza con il Presidente del consiglio italiano Giuseppe Conte, ed i due leader hanno concordato sul fatto che è necessaria una azione coordinata a livello europeo. Inoltre, la Presidente ha voluto anche mandare un messaggio agli italiani, in italiano: “Cari italiani, in questo momento difficile, voglio dirvi che non siete soli. In Europa stiamo seguendo con preoccupazione e anche con profondo rispetto e ammirazione quello che state facendo. L’Italia è parte dell’Europa, e l’Europa soffre con l’Italia. In questo momento in Europa siamo tutti italiani”. Nell’ambito delle misure, la Von der Leyen ha affermato di voler agire a livello macroeconomico, usando tutti gli strumenti a disposizione e basandosi su una azione coordinata tra Commissione, BCE e Stati membri. La risposta della Commissione vede come principale misura il “Corona Response Investment Initiative”, un fondo diretto ai sistemi sanitari, le piccole e medie imprese, i mercati del lavoro e le parti più vulnerabili delle economie. 25 miliardi di euro è quanto verrà messo a disposizione, istituendo una task force per collaborare con gli Stati membri per garantire che il denaro sia da subito disponibile. Al fine di indirizzare rapidamente i 25 miliardi di euro di investimenti pubblici europei per far fronte alle conseguenze della crisi del Coronavirus, la Commissione proporrà di rinunciare quest’anno al suo obbligo di chiedere il rimborso di prefinanziamenti non spesi per fondi strutturali e di investimento europei attualmente detenuti dagli Stati: la Commissione europea si avvarrà della piena flessibilità del patto di stabilità e crescita. Parallelamente la commissione si assicurerà “che gli aiuti di stato possano essere concessi più facilmente alle imprese in difficoltà”.

Questa proposta può essere attuata mediante una modifica del regolamento di disposizione comune per i fondi strutturali. La Commissione presenterà questa proposta al Consiglio e al Parlamento questa settimana. I programmi operativi nazionali sarebbero quindi adattati per incanalare i finanziamenti verso settori quali misure di lavoro a breve termine, settore sanitario, misure del mercato del lavoro e settori particolarmente colpiti nelle attuali circostanze. Al termine della videoconferenza, Conte ha accolto con favore l’attitudine positiva della Commissione e l’intenzione di usare tutti gli strumenti disponibili per affrontare le conseguenze economiche del Coronavirus, ed ha invitato l’UE ad imparare la lezione dall’Italia per prevenire l’ulteriore espansione del virus.

Flaminia Maturilli
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