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A Pechino più miliardari che a New York

Asia di

 

Era solo questione di tempo, in effetti. Nel 2014 avevamo assistito al sorpasso della Cina sugli Stati Uniti nella sfida del PIL, due anni più tardi un nuovo primato conferma il cambio di paradigma dell’economia mondiale ed il consolidamento del gigante asiatico  nel ruolo di nuovo leader.

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Secondo i dati raccolti da Hurun Report, un editore cinese specializzato nel campo del lusso, che ogni anno stila la lista dei super ricchi del paese, la capitale Pechino conta ormai un numero di miliardari superiore a quello vantato da New York. 100 a 95, è il risultato finale, ma a dare la misura del cambiamento non sono i cinque supermiliardari di differenza, quanto il “tasso di crescita” cinese. Nell’ultimo anno il club esclusivo dei miliardari di Pechino ha aperto le porte a 32 nuovi membri, a fronte di un aumento di soli 4 elementi dell’élite economico-finanziaria della Grande Mela. Al terzo posto, la Mosca dei nuovi e vecchi ricchi, con 66 miliardari registrati all’anagrafe del lusso.

La crisi dei mercati asiatici che nelle ultime settimane ha bruciato migliaia di miliardi non sembra dunque arrestare il processo di concentrazione della ricchezza nelle mani di pochi, come avviene in ogni paese capitalista che si rispetti. “Nonostante il rallentamento dell’economia e la crisi dei mercati – afferma Rupert Hoogewerf, capo ricercatore nonché Presidente  di Hurun Report – Pechino ha coniato più miliardari di qualunque altra città, nell’ultimo anno, soprattutto nella parte bassa della lista”.

Benché la sfida tra Pechino e New York appaia particolarmente simbolica, la Cina aveva già ottenuto il primato a livello nazionale lo scorso ottobre, come attestato  dalla stessa Hurun. Secondo i nuovi dati, appena pubblicati, il Dragone asiatico offre oggi alloggio e riparo a 568 miliardari, 90 in più dell’anno precedente. Per farsi un’idea, basta sapere che la ricchezza combinata di questi 568 Paperoni ammonta a 1400 miliardi di Dollari, pari al prodotto interno lordo dell’intera Australia. Di questi, il 40% ha meno di quarant’anni, un vantaggio anagrafico che peserà certamente sulle classifiche dei prossimi anni. Gli Stati Uniti, anche qui, hanno ormai ceduto il passo, con 535 miliardari a stelle e strisce, due in meno dell’anno precedente. Ed anche questo è un dato che fa riflettere.

A livello di ricchezza individuale però, gli alfieri cinesi non occupano ancora le prime file. Il più ricco, in Cina, è il magnate Wiang Jianlin, sostanzialmente sconosciuto fuori di confini nazionali. Wang è il presidente della Dalian Wanda Group, la maggiore impresa immobiliare cinese, e possiede la AMC Entertainment Holdings, il più grande gestore di sale cinematografiche al mondo. Il suo patrimonio personale ammonta a 26 miliardi, secondo Hurun Report, e nella classifica degli uomini più facoltosi del pianeta occupa la ventunesima posizione. Non abbastanza per surclassare personaggi come Bill Gates, Mark Zuckerberg e il finanziere Warren Buffet.

Anche in questo caso, immaginiamo, è solo questione di tempo prima che Jianglin e il manipolo di suoi connazionali superino le celebritties americane della ricchezza. Nel gruppo di testa figurano Jack Ma, fondatore del mega-portale di e-commerce Alibaba e i capi di giganti tecnologici come Tencent, Baidu e Xiaomi, che si prepara ad invadere i mercati occidentali con i suoi smartphone economici e tecnologicamente avanzati. Good Morning China.

 

Luca Marchesini

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