GEOPOLITICA DEL MONDO MODERNO

Tag archive

Aiuti di stato

Repubblica Ceca, le ultime indagini dell’UE sul conflitto d’interessi e gli aiuti di Stato

EUROPA di

In linea con quanto accaduto lo scorso anno, continuano i problemi tra Unione europea e Repubblica Ceca. Il 19 giugno, gli europarlamentari hanno adottato una risoluzione in cui chiedono di risolvere il conflitto d’interesse nel Paese e di istituire un meccanismo per prevenire i conflitti d’interesse e garantire la registrazione dei nomi dei beneficiari dei fondi europei. Il 23 giugno, la Commissione europea ha avviato un’indagine approfondita per valutare se la compensazione concessa dalla Repubblica Ceca alla Posta ceca per adempiere alla sua missione di servizio pubblico è in linea con le norme dell’UE in materia di aiuti di Stato, in quanto la Posta Ceca è il principale operatore postale della Repubblica Ceca ed è interamente di proprietà dello Stato.

La risoluzione del Parlamento europeo

Venerdì 19 giugno gli europarlamentari hanno adottato, con 510 voti favorevoli, 53 contrari e 101 astensioni, una risoluzione in cui si afferma che il Primo ministro ceco Babiš continua ad essere attivamente coinvolto nell’esecuzione del bilancio europeo, pur continuando a controllare la società Agrofert, uno dei maggiori beneficiari dei sussidi europei in Repubblica Ceca. Si tratta di un conglomerato di oltre 230 aziende che è stato di proprietà del Primo ministro ceco; il gruppo ha fortemente beneficiato di fondi europei, ricevendo circa 36,5 milioni di euro in sussidi agricoli solo nel 2018. L’indagine iniziata nel gennaio 2019 è formalmente ancora in corso, ma i deputati europei hanno insistito sulla necessità del primo ministro di gestire la posizione di conflitto d’interesse in tre modi possibili: rinunciando ai propri interessi commerciali e aziendali; astenendosi dal chiedere finanziamenti europei; astenendosi dalle decisioni europee che riguardano i loro interessi. Attualmente, nessuna legge europea obbliga uno Stato membro a rivelare i beneficiari finali dei fondi europei. Dunque, i deputati hanno chiesto alla Commissione europea di istituire dei meccanismi per prevenire i conflitti di interesse relativi ai fondi europei, non solo per il caso ceco; le norme dovrebbero includere l’obbligo di pubblicare i beneficiari delle sovvenzioni europee e i massimali di pagamento diretto per ogni persona. Nel novembre 2019, tutti i pagamenti dal bilancio europeo alle società del Primo ministro, ricco imprenditore ceco, sono stati sospesi. I deputati della commissione per la sorveglianza del bilancio sostengono che fino a quando le indagini della Commissione europea e dell’Ufficio europeo per la lotta antifrode non saranno completate, il paese non dovrebbe prendere parte alle decisioni sui bilanci dell’UE.

Infine, il Parlamento ha anche condannato l’uso del linguaggio diffamatorio e dei discorsi di odio utilizzato dal Primo ministro Babiš contro gli eurodeputati che hanno preso parte alla missione conoscitiva a Praga nel febbraio scorso, nell’ambito delle indagini per l’irregolarità della gestione dei fondi europei: in particolare, ha definito “squilibrata” Monica Hohlmeier, alla guida della missione della commissione parlamentare per il controllo dei bilanci, ed ha chiamato “traditori” due membri cechi della missione.

In risposta a quanto richiesto dagli europarlamentari, il primo ministro Babiš ha affermato che i legislatori europei “hanno incitato le misure relative a specifici procedimenti penali sul territorio ceco senza conoscenze o prove specifiche”. Inoltre, ha aggiunto all’agenzia di stampa CTK “Penso che questo possa essere percepito come una prova della pressione politica e mediatica sulla magistratura ceca e delle interferenze negli affari interni”.

Le indagini della Commissione europea

La Commissione ha avviato un’indagine approfondita sul finanziamento del servizio postale della Repubblica ceca nell’ambito degli aiuti di Stato. Nel gennaio 2020, la Repubblica ceca ha notificato alla Commissione europea il suo piano di compensazione per le poste ceche per un importo di 7,5 miliardi di corone ceche (circa 282,1 milioni di euro) per l’adempimento dell’obbligo del servizio postale universale nel periodo 2018-2022; ciò include la fornitura di servizi postali di base in tutto il paese a prezzi convenienti e con determinati requisiti minimi di qualità. Tuttavia, nel novembre 2019 la Commissione ha ricevuto due denunce da parte dei concorrenti delle Poste ceche che sostenevano che la compensazione da concedere alle Poste ceche per i suoi obblighi di servizio universale per il periodo 2018-2022 fosse incompatibile con la normativa in materia, in quanto non venivano rispettati i criteri previsti di compensazione. La Commissione teme quindi che la Posta ceca possa essere stata sovracompensata tra il 2018 e il 2022 e, a seguito di una valutazione preliminare, ha deciso di avviare un’indagine approfondita, non escludendo il rischio di sovracompensazione che comporta notevoli distorsioni del mercato. La Commissione esaminerà ora ulteriormente la questione per verificare se le sue ipotesi iniziali verranno confermate ed ha aperto le indagini alle osservazioni anche da parte della Repubblica Ceca.

Aiuti di Stato, la Commissione approva il doppio regime di garanzia dell’Italia: via libera al Decreto Liquidità

EUROPA di

Il 14 aprile 2020, la Commissione europea ha approvato un pacchetto di aiuti nell’ambito del temporary framework previsto per gli aiuti di Stato: le misure di garanzia approvate dall’UE rientrano nelle norme previste nel Decreto Liquidità. Con due decisioni diverse, Bruxelles ha approvato delle misure a sostegno dell’economia di circa 200 miliardi e delle garanzie a sostegno di lavoratori autonomi, PMI e imprese a media capitalizzazione che risentono dell’emergenza coronavirus. In questo periodo, gli aiuti di Stato diventano fondamentali per le imprese: la Commissione ha adottato 54 decisioni per dare il via libera a 66 misure nazionali notificate dai governi di 22 Stati membri e del Regno Unito.

Il regime generale

Il primo dei due regimi approvati dalla Commissione europea riguarda un regime di aiuti a sostegno dell’economia italiana. Nell’ambito del temporary framework previsto in materia di aiuti di Stato, l’Italia ha notificato alla Commissione le misure di garanzia per i nuovi prestiti concessi dalle banche a sostegno delle imprese colpite dall’emergenza Covid-19. Sarà l’agenzia statale SACE ad erogare gli aiuti alle imprese attraverso gli enti finanziari. L’obiettivo è di limitare i rischi associati all’erogazione di prestiti alle imprese maggiormente colpite dall’impatto economico del coronavirus, aiutandole a coprire il fabbisogno immediato di capitale di esercizio e per gli investimenti. Per questo regime, le autorità italiane hanno comunicato un bilancio totale di 200 miliardi di euro: la Commissione lo ha approvato, constatando che la misura è in linea con le condizioni del quadro temporaneo: si tratta di una misura necessaria, opportuna e proporzionata a quanto necessario per porre rimedio alla crisi economica.

La Vicepresidente esecutiva della Commissione, responsabile della politica di concorrenza, Margrethe Vestager, ha dichiarato: “Il regime di garanzia dell’Italia con un bilancio totale di 200 miliardi di euro consentirà di ottenere garanzie pubbliche su nuovi prestiti e sul rifinanziamento di quelli esistenti per tutte le imprese, comprese le grandi”, aggiungendo “Continueremo a lavorare in stretta collaborazione con gli Stati membri per garantire che le misure di sostegno nazionali possano contribuire ad attenuare gli effetti dell’emergenza del coronavirus”.

Il regime per lavoratori autonomi e PMI

La seconda approvazione di Bruxelles riguarda i lavoratori autonomi e le imprese con un massimo di 499 dipendenti che risentono dell’emergenza coronavirus, dopo la notifica del regime di aiuti dell’Italia. Nell’applicare tale regime, gli enti finanziari potranno erogare sostegni dal fondo statale di garanzia per le PMI sotto forma di: garanzie di Stato sui prestiti per gli investimenti e per il capitale di esercizio; sovvenzioni dirette sotto forma di rinuncia alla commissione applicabile alle garanzie concesse. L’obiettivo di tale regime è sopperire al fabbisogno immediato di capitale, di esercizio e per gli investimenti, così da consentire alle imprese di procedere con la loro attività. In particolare, si possono concedere garanzie su prestiti che coprono il 100% del rischio fino al valore di 800.00 euro per impresa, oppure in tutti gli altri casi (garanzie che coprono fino al 90% del rischio legato ai prestiti, l’importo del prestito limitato a quanto necessario in termini di liquidità, le garanzie saranno concesse fino a dicembre 2020, hanno durata non superiore a sei anni e si tratta di premi in linea con il quadro contemporaneo).

“Questo regime consentirà all’Italia di concedere garanzie di Stato per sostenere i lavoratori autonomi, le PMI e le imprese a media capitalizzazione che si trovano in difficoltà a causa dell’emergenza coronavirus” ha dichiarato la Vestager, aggiungendo “La misura […] aiuterà le imprese più piccole a sopperire al fabbisogno immediato di capitale di esercizio e per gli investimenti, permettendo loro di portare avanti le loro attività”.

Il via libera al Decreto Liquidità

L’approvazione dei due regimi da parte della Commissione europea serve a garantire le misure previste dal Decreto Liquidità. Con la pubblicazione del decreto-legge il 6 aprile scorso e la sua approvazione, sono diventate operative le misure a supporto di imprese e lavoratori autonomi, così come è attivo anche il Fondo di Garanzia. Si può fare richiesta per accedere alle garanzie statali con finanziamenti fino a 25.000 euro attraverso un modulo reso disponibile dal Ministero del Lavoro e compilabile online. Vincenzo Amendola, ministro per gli Affari europei, ha commentato positivamente l’approvazione della Commissione europea: “Una buona notizia: la Commissione UE ha autorizzato in tempi record gli Aiuti di Stato di 200 miliardi del #DLimprese. Misure del Governo che permettono una forte iniezione di liquidità a favore del tessuto produttivo e con cui tendiamo la mano a PMI e lavoratori autonomi” scrive il ministro su Twitter.

Aiuti di Stato, la Commissione UE vara un nuovo schema per l’emergenza Covid-19

EUROPA di

Il 19 marzo, la Commissione europea ha varato un nuovo quadro temporaneo sul sostegno pubblico alle imprese attraverso gli aiuti di Stato: i governi potranno garantire aiuti diretti fino a 500mila euro alle aziende e dare anche garanzie per prestiti. La pandemia Covid-19 è una grave emergenza per la salute pubblica dei cittadini e delle società ma, allo stesso tempo, è anche un grave shock per le economie globali e dell’Unione. È necessaria quindi una risposta economica coordinata degli Stati membri e delle istituzioni dell’UE per mitigare le ripercussioni negative.

Il nuovo schema di Aiuti di Stato

Il diffondersi del coronavirus, oltre a ingenti problemi dal punto di vista sanitario, ha anche un impatto economico significativo. Per questo motivo, numerosi Stati membri stanno prendendo in considerazione misure di sostegno per cittadini o imprese, che possono comportare aiuti di Stato ai sensi dell’articolo 107 TFUE.

“L’impatto economico dell’epidemia di COVID-19 è forte. Dobbiamo agire rapidamente per riuscire ad affrontarlo, per quanto possibile, e dobbiamo agire in modo coordinato”: con queste parole, Margrethe Vestager, Vicepresidente esecutiva nonché responsabile della politica di concorrenza, ha giustificato la necessità delle misure. “Il nuovo quadro temporaneo consente agli Stati membri di avvalersi pienamente della flessibilità prevista dalle norme sugli aiuti di Stato per sostenere l’economia in questo momento difficile” ha aggiunto la Vestager, introducendo i cinque tipi di aiuti previsti dal quadro temporaneo, che sarà in vigore fino alla fine di dicembre 2020.

Il primo tipo sono le sovvenzioni dirette, le agevolazioni fiscali selettive e gli acconti: gli Stati membri potranno concedere fino a 800.000€ a una impresa che ha urgenti esigenze di liquidità. In secondo luogo, vi sono le garanzie di Stato per prestiti bancari contratti dalle imprese: le banche potranno continuare ad erogare i prestiti ai clienti che ne avranno bisogno. Poi, sono previsti i prestiti pubblici agevolati alle imprese: gli Stati potranno concedere prestiti con tassi di interesse favorevoli alle imprese, aiutandole a coprire il fabbisogno immediato di capitale di esercizio per gli investimenti. Inoltre, vi sono delle garanzie per le banche che veicolano gli aiuti di Stato all’economia reale: se gli Stati membri prevedono di sfruttare le capacità di prestito esistenti delle banche e di utilizzarle come canale di sostegno alle imprese, tali aiuti si considerano diretti a favore dei clienti delle banche e non delle banche stesse. Infine, è prevista l’assicurazione del credito all’esportazione a breve termine: vi è un’ulteriore flessibilità per quanto riguarda il modo in cui dimostrare che alcuni paesi costituiscono rischi non assicurabili sul mercato, permettendo così agli Stati di offrire una copertura assicurativa dei crediti all’esportazione a breve termine.

Il quadro temporaneo contribuirà ad orientare il sostegno all’economia, limitando l’impatto negativo sulle condizioni di parità nel mercato unico, e prevede una serie di garanzie per aiutare le imprese ad affrontare la crisi e a preparare una ripresa sostenibile.

Attuare l’impatto socioeconomico

Diverse sono le possibilità che hanno gli Stati membri per attuare l’impatto socioeconomico dell’epidemia del Coronavirus, in linea con le norme aiuti di Stato. Ad esempio, gli Stati membri possono introdurre modifiche di portata generale a favore delle imprese (quali il differimento delle imposte o il sostegno alla cassa integrazione in tutti i settori), che non rientrano nel campo di applicazione delle norme sugli aiuti di Stato; possono concedere compensazioni alle imprese per i danni subiti a causa dall’epidemia o da essa direttamente causati, soprattutto nei settori principalmente colpiti (trasporti, turismo, settore alberghiero, commercio al dettaglio). Molto importante è il via libera dato ai contributi a sostegno delle compagnie aeree, penalizzate dallo stop dei voli.

Caso italiano

Il 25 marzo, la Commissione ha approvato il regime di garanzia dello Stato italiano a sostegno delle PMI più colpite. l’Italia ha notificato alla Commissione una misura di garanzia dello Stato a sostegno di una moratoria sui debiti delle PMI, che interessa il rinvio dei rimborsi dei prestiti sotto forma di scoperti di conto, anticipi bancari, prestiti “bullet” con rimborso integrale alla scadenza, mutui ipotecari e leasing. L’intento è mettere liquidità a disposizione delle PMI per aiutarle a preservare i posti di lavoro e a proseguire l’attività nonostante la difficile situazione dovuta all’emergenza del coronavirus: tale misura, in linea con il quadro temporaneo, sarà in vigore fino al 30 settembre.

Inoltre, la Commissione ha approvato anche un regime di sostegno da 50 milioni di euro riconoscendo i momenti difficili che l’Italia sta vivendo: si andrà a supportare la produzione e la fornitura di dispositivi medici e di protezione individuale. Questa misura è infatti diretta alle imprese di qualsiasi dimensione che creano nuovi impianti, ampliano la produzione o convertono le linee di produzione per realizzare dispositivi medici e di protezione individuale, quali ventilatori, mascherine, occhiali, camici, tute di sicurezza e così via.

Altro importante settore di intervento è l’agroalimentare: la Commissione ha accolto la richiesta di intervento presentata dal Ministro delle politiche agricole Bellanova ed ha autorizzato l’innalzamento del tetto per gli aiuti in via del tutto eccezionale. Gli interventi prevedono 800.000€ per l’agro-industria, 100.000€ per l’agricoltura e 120.000€ per pesca e acquacoltura. Secondo la ministra Bellanova, “le istituzioni europee stanno dimostrando la dovuta attenzione alle nostre richieste e la risposta della Commissione è l’inizio di un percorso che dobbiamo fare insieme”.

Flaminia Maturilli
0 £0.00
Vai a Inizio
×