GEOPOLITICA DEL MONDO MODERNO

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RUBRICHE - page 54

EA Talks, sviluppo del meridione e digitalizzazione tra i temi trattati con il Professor Gaetano Armao

ECONOMIA/Senza categoria di

In questa puntata di European Affairs Talks Alessandro Conte intervista il Professor Gaetano Armao, Vice presidente della Regione Siciliana, docente Universitario e Presidente del Gruppo Interegionale sull’insularità presso il Comitato Europeo delle Regioni. Tra i temi trattati il rilancio dell’economia nazionale dopo il disastroso lockdown causato dalla crisi sanitaria che ha colpito il mondo intero, i risultati della digitalizzazione della Regione Siciliana e le opportunità future dell’Italia e del suo meridione nello sviluppo della sua vocazione di cerniera tra Mediterraneo ed Europa. Sentiamo dalla voce del Vice Presidente Armao il suo punto di vista. Leggi Tutto

EA TAlks intervista Andrea Pietrini Chairman di YOURgroup

ECONOMIA/Senza categoria di

In questa puntata di European Talks Alessandro Conte intervista Andrea Pietrini, economista e fondatore di YourCFO.it la prima ed unica piattaforma dedicata al management finanziario aziendale. Questa iniziativa è stata la prima ad introdurre in Italia il concetto di temporale manager dedicato alla gestione finanziaria delle imprese. Un supporto fondamentale sopratutto in questi tempi difficili. Ma ascoltiamo dalla sua voce come vede l’attuale situazione lo stesso Andrea Pietrini.

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Azerbaigian-Armenia: continuano le accuse reciproche

SICUREZZA di

Il focolaio che si è riacceso qualche settimana fa non ha una causa chiara. Entrambi i Paesi si lanciano accuse su chi ha dato inizio alle ostilità. Intanto Ankara e Baku iniziano esercitazioni militari congiunte.

L’Azerbaijan e la Turchia in questi giorni hanno avviato esercitazioni militari congiunte nonostante l’alta tensione e gli scontri in corso nel Tavush/Tovuz tra azeri e armeni. Secondo il ministro della Difesa azero, la Turchia ha inviato aerei miltari F-16 in Azerbaigian per l’avvio delle esercitazioni.

La Turchia ha relazioni storicamente strette con l’Azerbaigian, da ciò deriva la presa di posizione di Ankara a favore di Baku appena si è riacutizzata la tensione al confine armeno. Erdogan, a differenza di tutti gli altri Paesi che hanno equamente cercato di richiamare entrambi le parti ad una tregua immediata, ha espresso in maniera decisa la sua solidarietà nei confronti del Paese alleato.

L’origine degli scontri non è molto chiara date le reciproche accuse fra le parti. Il fatto che i combattimenti abbiano luogo in una zona al confine meridionale e non nel Nagorno-Karabakh –  regione da sempre protagonista del conflitto tra i due Paesi –  lascia spazio a diverse interpretazioni sui motivi che hanno spinto i due rivali a riprendere i combattimenti.

Secondo il comunicato dell’Unione degli Armeni d’Italia, il tutto ha inizio “il 12 luglio quando militari azeri hanno tentato di penetrare in territorio armeno” con l’intento di prendere possesso della postazione armena nella provincia di Tavush/Tovuz. Secondo gli armeni, gli aggressori azeri hanno fatto uso di artiglieria pesante e bombardamenti mirati, che in alcuni casi avevano come obiettivi zone con residenti civili. Il tutto, sempre secondo il comunicato armeno, con l’intento di provocare una reazione da parte di Erevan.

Il comunicato prosegue indicando come responsabile dell’attuale situazione la politica autoritaria del Presidente azero Ilham Aliyev, che per distogliere l’attenzione dei suoi concittadini dai problemi interni, sta usando la politica estera come diversivo, in particolar modo una politica indirizzata contro il nemico storico armeno. Inoltre, per gli Armeni d’Italia si sta assistendo ad una “rozza manipolazione delle notizie da parte di alcuni organi di stampa chiaramente schierati”.

A tale comunicato è seguita la risposta dell’Ambasciatore azero a Roma, Mammad Ahmadzada, che rimanda tutte le accuse armene al destinatario, sia per quanto riguarda l’inizio degli attacchi militari che le critiche rivolte alle testate giornalistiche tacciate di essere manipolate dalle informazioni provenienti da Baku.

Intanto un aspetto molto interessante degli attuali scontri in corso è il ricorso massiccio all’utilizzo dei droni, sia da parte armena che azera. Mentre si assiste al valzer delle cifre che i due rivali dichiarano su morti e numero di droni abbattuti che fa parte di deliberate manovre di disinformazione, le forze armene cogliendo tutti di sorpresa nei giorni scorsi hanno organizzato una conferenza stampa nella quale sono stati mostrati i resti di droni azeri abbattuti in territorio armeno. La risposta azera arriva mercoledì scorso quando il Ministro della Difesa in una nota – con immagini allegate – ha dichiarato l’abbattimento di un drone armeno.

Anche se al momento sembra ci sia una “relativa calma” al confine, Armenia e Azerbiagian continuano a combattere verbalmente sia sui social che nei paesi stranieri in cui è forte la presenza delle due comunità. Molte sono le proteste in tutte le parti del mondo, da Londra a Los Angeles, dall’Ungheria alla Germania, che si sono trasformate in scontri fisici tra i due gruppi partecipanti.

Il ruolo dell’Export nell’economia italiana: il XXXIV Rapporto ICE sul Commercio Estero e l’Annuario 2020 Istat-ICE

ECONOMIA di

Roma, 28 luglio 2020 – L’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19 ha sconvolto, drasticamente, l’andamento generale dell’economia mondiale. Alla luce delle stringenti misure socio-economiche messe in atto dal nostro Governo, l’economia italiana ha subito una recessione senza precedenti, dalla quale, non con poche difficoltà, il Governo sta cercando una via d’uscita. Tra i settori, senza dubbio, più colpiti non può che essere citato quello delle esportazioni. L’export in Italia ha sempre giocato un ruolo fondamentale per quanto riguarda la crescita economica del nostro Paese, basti pesare che rappresenta oltre il 30% del PIL italiano, e un buon 13% è rappresentato dal turismo. Tuttavia, negli ultimi mesi, i dati sull’export italiano hanno riscontrato un netto calo. Leggi Tutto

Commissione europea: stanziati altri 100 milioni per la ricerca sul vaccino da Covid-19

ECONOMIA di

L’Unione europea con i suoi Stati membri sta tentando con ogni mezzo di mitigare le conseguenze dovute all’epidemia da Covid-19. I due grandi temi su cui la comunità europea si sta confrontando nell’ultimo periodo riguardano, principalmente, il fronte economico e quello sanitario. Per quanto riguarda il primo tema, è ormai notizia della settimana l’intesa raggiunta dai leader europei per dare una risposta concreta a una delle più serie recessione economiche che l’UE è costretta ad affrontare. Alla luce dei recenti negoziati economici, si può, quindi, affermare che un’importante passo avanti per gestire la crisi economica sia stato fatto. Lo stesso, purtroppo, non si può dire del secondo tema, quello sanitario. Il tema caldo riguarda la ricerca e sviluppo del vaccino e la successiva immissione sul mercato. Seppur si tratta di un vaccino “di emergenza”, i tempi stimati per le prime somministrazioni rimangono comunque lunghi, riconducibili ad inizio 2021 (data auspicabile). Leggi Tutto

Sostenibilità e crescita: la società Terna emette un green bond da 500 milioni

ECONOMIA di

Dopo ormai cinque anni dalla firma del nostro Paese dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite (ONU) per lo Sviluppo sostenibile, sottoscritta da 193 paesi nel settembre 2015, bisogna riconoscere che, un debole passo avanti, legato allo sviluppo di una green economy, economia sostenibile, è stato fatto, in particolar modo nell’ultimo periodo. Inoltre, rimanendo sempre in tema di sostenibilità ambientale, a seguito dell’intesa europea sul Recovery fund, il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, annuncia investimenti strutturali e riforme che portino ad un Paese “più verde, più digitale, più innovativo, più sostenibile, più inclusivo”. Leggi Tutto

Azerbaigian-Armenia: scontri nel Tovuz per le rotte energetiche

SICUREZZA di

I due Paesi hanno fatto passi indietro rispetto al processo di pace avviato negli ultimi anni. Mentre entrambi i Governi si accusano reciprocamente di aver dato inizio alle ostilità e di colpire zone con residenti civili, i morti sono arrivati a sedici (quindici militari e un civile).

Gli scontri, iniziati lo scorso 12 luglio, si stanno svolgendo nel Tovuz, territorio riconosciuto internazionalmente come azero, al confine tra i due Paesi. Il fatto che gli scontri si accendano non nel Nagorno-Karabakh – regione da sempre protagonista del conflitto – ma  sul confine meridionale, confermerebbe la tesi espressa da Elshad Nasirov, vicepresidente della società energetica statale azera Socar.

Durante una teleconferenza, Nasirov ha spiegato che alcune infrastrutture energetiche di grande importanza si trovano nelle vicinanze delle zone coinvolte dalle attuali operazioni militari che vedono coinvolti militari azeri e membri dell’esercito armeno. L’azero ha specificato che gli oleodotti Baku-Tbilisi-Ceyhan, Baku-Supsa, Baku-Tbilisi-Erzrum e altre infrastrutture di grande importanza strategica sono localizzate non lontano dai territori caldi. L’intera infrastruttura per la distribuzione delle risorse energetiche dell’Azerbaigian nei Paesi occidentali e nel mercato mondiale si trova nel distretto di Tovuz. Nasirov ha fatto anche riferimento al Gasdotto Transadriatico (TAP). In fase di costruzione, il gasdotto dalla frontiera greco-turca attraverserà Grecia e Albania per approdare in Italia, sul versante adriatico. Quest’ultima infrastruttura è ritenuta fondamentale anche dall’Europa, perché il suo completamento e la sua operatività – prevista tra ottobre e novembre di quest’anno – ridurrebbe la dipendenza dalle forniture di gas russe.

Il Ministero degli Esteri azero ha rilasciato una dichiarazione qualche giorno fa in cui denunciava i tentativi di attacco da parte delle forze militari armene su basi dell’Azerbaigian, bombardando strutture civili nei villaggi di Aghdam, Dondar Gushchu e Vahidli, sempre nel Tovuz, con armi di grosso calibro e artiglieria. Sempre nel comunicato rilasciato dal Ministero azero si legge: “La leadership armena, nel tentativo di nascondere la sua fallita politica interna, tenta di rafforzare la sua  politica estera aggressiva e di distogliere l’attenzione della comunità internazionale dalla responsabilità dell’occupazione dei territori azerbaigiani, ma deve rendersi conto che l’Azerbaigian non accetterà mai l’occupazione dei suoi territori riconosciuti a livello internazionale e non un centimetro della nostra terra sarà lasciata sotto occupazione. L’Azerbaigian ha sempre dichiarato il suo sostegno a una soluzione politica al conflitto, ma ciò non deve essere inteso come una continuazione senza fine dei negoziati. L’Azerbaigian sostiene colloqui orientati ai risultati e si aspetta che gli sforzi di mediazione dei co-presidenti del Gruppo Minsk dell’OSCE siano in questa direzione. La leadership armena è pienamente responsabile della tensione sul fronte e di tutte le conseguenze che può causare”.

Qualche giorno fa il Ministro degli Esteri italiano, Luigi Di Maio, ha avuto un colloquio telefonico con il suo omologo azero, Elmar Mammadyarov (rimosso il giorno dopo e sostituito dal Ministro della Pubblica istruzione). Al centro della conversazione la lotta alla pandemia di coronavirus e le tensioni che si stanno registrando con l’Armenia. In linea con gli appelli lanciati dal Segretario Generale dell’Onu, dell’Unione Europea e dell’Ocse, Di Maio ha incoraggiato ogni possibile iniziativa per favorire un ritorno al dialogo politico e la fine delle ostilità.

Intanto i Paesi vicini mostrano preoccupazione per l’evolversi della situazione. L’Iran ha espresso interesse ad assumere un ruolo attivo nel processo negoziale: il Ministro degli Esteri iraniano Zarif avrebbe sentito entrambi le parti per incoraggiare un riavvio dei colloqui e del negoziato di pace. La Turchia di Erdogan avrebbe espresso il pieno sostegno all’Azerbaigian, definendo quello armeno un “attacco deliberato contro gli azeri e una violazione illegittima dei confini”. Anche la Russia, attraverso il capo della diplomazia Lavrov, ha fatto appello al buonsenso dei due governi, sollecitando un immediato cessate il fuoco.

Mario Savina
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