GEOPOLITICA DEL MONDO MODERNO

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EUROPA

Due anni dall’inizio della guerra, nel tragico anniversario lo speciale di European Affairs

Guerra in Ucraina di

Sono passati due anni dal 24 febbraio 2022, il giorno in cui la Russia ha iniziato la sua guerra lampo, prima un attacco informatico per bloccare il sistema di comunicazione militare e poi l’invasione con le truppe di terra. Le immagini delle colonne di carri armati sulle strade asfaltate e nei centri abitati hanno fatto il giro del mondo, attoniti davanti ai televisori nessun europeo pensava di vedere una guerra di questo tipo ai confini dell’unione. Leggi Tutto

Ucraina, l’Ambasciatore Yaroslav Melnyk “ Eventi filorussi? L’Italia vittima delle manipolazioni del Cremlino

EUROPA di

 ‘l’obiettivo è seminare discordia e distogliere attenzione da cinici bombardamenti’ dichiara l’Ambasciatore Melnyk.

“Stiamo vedendo che l’Italia, purtroppo, sta diventando una vittima delle manipolazioni del Cremlino, poiché la quantità di eventi pianificati per il prossimo futuro è impressionante: Modena, Lucca, Milano, Bologna e altri”. E’ quanto denuncia l’ambasciatore ucraino a Roma, Yaroslav Melnyk, in una dichiarazione all’Adnkronos, in riferimento ad una serie di appuntamenti previsti nei prossimi giorni in alcune città italiane, da una mostra-convegno ‘pro russa’ su Mariupol a Modena alla presenza, in videocollegamento, del filosofo Alexander Dugin ad un evento a Lucca. Leggi Tutto

Polonia invita alleati a fornire missili a lungo raggio a Kiev

EUROPA di

La Polonia ha fatto appello agli alleati affinché fornissero missili a lungo raggio all’Ucraina in seguito ai massicci attacchi russi. Il ministro degli Esteri, Radoslaw Sikorski, ha sottolineato l’importanza di una risposta che sia comprensibile per Putin. Inoltre, ha sottolineato la necessità di rafforzare ulteriormente le sanzioni occidentali contro la Russia, impedendo così a Mosca di produrre nuove armi attraverso il contrabbando.

Il ministro degli Esteri polacco, che è stato nominato a dicembre nel nuovo governo pro-UE, ha scelto l’Ucraina come destinazione per la sua prima visita all’estero. Durante la sua visita, ha sottolineato che l’Occidente dovrebbe prendere misure concrete per sostenere l’Ucraina e affrontare le azioni russe in modo efficace.

Ucraina: Il ministro della difesa sui social, “questo attaccao aereo è stato il più pesante della guerra”

EST EUROPA/EUROPA di

“Un massiccio attacco missilistico da parte di uno stato terroristico sul nostro territorio. Da molti mesi i russi accumulano missili per questi scopi: attacchi contro edifici residenziali, centri commerciali e ospedali in città ucraine pacifiche” ed “è ovvio che con le scorte di missili che hanno” i russi “possono continuare e continueranno attacchi” come quello odierno in diverse regioni del Paese con un bilancio di almeno 28 morti. Lo ha scritto su Facebook il ministro ucraino della Difesa, Rustem Umerov, che cita l’Aeronautica ucraina secondo cui i russi negli attacchi delle ultime ore “hanno usato missili balistici aviolanciati, missili balistici, missili da crociera, missili terra-ria e droni kamikaze Shahed” oltre ad aver “lanciato con 18 bombardieri strategici missili X-101/X-505”.

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Bruxelles, assessore Palazzo al convegno “Ex aequo. Lo sport un diritto di tutti, in Italia e in Europa”

EUROPA di

“PER INCENTIVARE LA PRATICA SERVE UNA VISIONE POLITICA, NOI AL LAVORO PER IL PIANO TRIENNALE”

“Ho avuto il piacere e l’onore di intervenire al convegno Ex aequo. Lo sport un diritto di tutti, in Italia e in Europa,organizzato dal Copresidente Ecr Group Nicola Procaccini e ospitato nella prestigiosa sede del Parlamento Europeo di Bruxelles, alla presenza del Commissario Europeo per lo Sport Margaritis Schinas. I lavori sono stati conclusi dalla Presidente del Parlamento Europeo Roberta Métsola”, lo annuncia in una nota l’assessore Sport, Ambiente e Transizione Energetica della Regione Lazio, Elena Palazzo.

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LE RELAZIONI UNIONE EUROPEA – MOLDAVIA PASSANO (ANCHE) ATTRAVERSO LA NOMINADELLA PORTAVOCE DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO EUROPEO

EUROPA di

Il processo di avvicinamento della Repubblica di Moldavia all’Unione europea, iniziato pochi anni dopo la dichiarazione di indipendenza dalla ex Unione Sovietica, sul finire del 1991, si arricchisce, in questi giorni, di un ulteriore tassello. Dal prossimo mese di agosto, infatti, Ecaterina Casinge, capo di gabinetto della presidente moldava Maia Sandu, assumerà l’incarico di portavoce del presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, sostituendo il suo storico collaboratore, Barend Leyts. La notizia – finora praticamente ignorata dai media italiani – si è diffusa lo scorso 14 luglio, quando, attraverso un comunicato stampa apparso sul sito web del Consiglio europeo, si è appreso che Leyts entrerà nel gabinetto del Primo Ministro belga, Alexander De Croo, in qualità di direttore della comunicazione.

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Global South e Nuovo Mondo Multipolare

Mentre in Europa abbiamo reinventato la Guerra Fredda nell’illusione di fermare la storia, cullandoci nel decadente mito della superiorità della cultura occidentale, sorretti dalla presunzione di avere il diritto di imporre sanzioni a chiunque non condivida la nostra narrative, il mondo si è trasformato sotto i nostri occhi.

Il processo di creazione di un nuovo ordine multipolare non è più una eventualità o una possibilità ma è diventata una realtà che sta ridimensionando il ruolo e l’importanza dell’Occidente nel contesto globale, rendendo obsoleto e inadatto il nostro sistema di aggregazioni e di alleanze (oramai roboanti a parole ma quasi prive di efficacia reale – più sono le ammissioni meno potente diventa il sistema!).

Un’Europa incerta e indecisa, profondamente divisa in quanto a scelte strategiche, che si nasconde dietro la bandiera dell’effimera chimera dell’Unione Europea, prigioniera di dinamiche culturali utopistiche, affannosamente alla ricerca di un grande fratello a cui affidare la propria sicurezza, che si culla nell’illusione che organizzazioni, ormai datate e fuori tempo, possano garantire il mantenimento di uno statu quo non più aderente alla realtà geostrategica, ha perso di vista l’evoluzione dello scenario internazionale.

Il nuovo ordine multipolare è caratterizzato dalla presenza di entità geopolitiche che rispondono a nuovi concetti organizzativi dove coesistono potenze di dimensioni globali e medie o piccole potenze che svolgono ruoli determinanti e critici quali attori regionali.

È un sistema dove l’aggregazione degli Stati non avviene in base al concetto di amico aut nemico che ha forgiato il nostro sistema di relazioni, ma si basa sempre più sulla condivisione di interessi che possono essere economici, finanziari, geopolitici, industriali, di sicurezza, di sviluppo e via dicendo che non hanno il crisma dell’unicità o delle unidirezionalità, non sono persistenti e non sono globali, ma soprattutto non impediscono la libertà di azione di ciascuno Stato che può aggregarsi a seconda dei propri interessi nazionali senza dover sottostare a scelte di campo astringenti e limitative.

L’altra caratteristica che caratterizza questi rapporti risiede nella assenza di condizionamenti ideologico culturali quale base per lo stabilirsi di accordi o partenariati.

Le grandi organizzazioni che si stanno affermando non mirano a garantire una sicurezza globale e non sono dirette alla diffusione o alla condivisione di concetti culturali a premessa della partecipazione a esse. Il BRICS, la New Development Bank (NDB) e lo Shanghai Cooperation Organization (SCO) che rappresentano la punta emergente della volontà di sistematizzare questo nuovo ordine multipolare sono in crescita e in espansione perché rappresentano un’attrattiva interessante per un Global South emergente e che non vuole essere costretto, obbligatoriamente, a dover assumere una posizione nei confronti dei protagonisti che si contendono l’egemonia mondiale.

Le iniziative e le attività in questo senso hanno assunto proporzioni vastissime espandendosi con enorme rapidità dal Medio Oriente all’Africa per coinvolgere l’intera area dell’Indo-Pacifico.

Per avere un’idea del complesso fenomeno della costruzione di questo nuovo sistema può essere indicativo esaminare l’evoluzione che ha contraddistinto il processo di perseguimento degli interessi geostrategici nazionali dell’Arabia Saudita negli ultimi anni.

Sotto la guida del Principe Mohammed bin Salman (MbS) l’Arabia Saudita ha intrapreso un enorme processo di trasformazione al fine di dotare il Paese degli strumenti necessari per affrontare, con successo, un futuro immediato in termini geopolitici, dove le riserve fossili non saranno più un fattore di potenza.

Pur rimendo un interlocutore privilegiato per gli USA l’Arabia Saudita ha diversificato e ampliato i propri orizzonti geopolitici stabilendo, da tempo, solide relazioni economico commerciali con la Cina, che hanno consentito la convergenza di specifiche visioni politiche.

Pur perseguendo una politica di leadership nel mondo arabo il Paese ha adottato un nuovo corso nelle relazioni che lo legano ai Paesi Mediorientali: il processo è culminato con il l’accordo per ristabilire le relazioni con l’Iran, ma è stato preceduto da una serie di rinnovate intese con gli altri attori dell’aerea, Turchia, Israele in primis. Non si tratta di alleanze o patti tutt’altro, queste azioni si basano sulla possibilità di poter condividere interessi e risorse comuni al fine di perseguire obiettivi pratici. Il criterio alla base è che le differenze di posizioni su temi geopolitici generali restano ma non sono considerate come un ostacolo al conseguimento di un accordo che offra benefici immediati e concreti di carattere economico – finanziario.

La recente richiesta dell’Arabia Saudita di entrare a far part e del BRICS, oltre ad essere favorita dalle importanti relazioni commerciali con la Cina, delinea la volontà del Paese e della sua leadership di poter legare lo sviluppo del progetto Vision 2030 alla Belt and Road Initiative cinese per contribuire, da protagonista, a definire i contorni di un nuovo ordine mondiale extra-occidente rappresentato dalle potenze emergenti (direi piuttosto già emerse) e dal Global South che si identificano e si raggruppano sotto l’egida dell’organizzazione del BRICS.

Il progetto è sostenuto ideologicamente dal conseguimento di una diversità globale, costruita nel mondo per il mondo dove i Paesi come l’Arabia Saudita svolgono il ruolo fondamentale degli elementi di equilibrio del sistema.

Inoltre, con la richiesta di ingresso nel BRICS e di partecipazione alla NDB, il Paese si è assicurato un forte sostegno per la candidatura di Ryad quale sede dell’Expo 2030, obiettivo che coronerebbe la Vision 2030 e che rafforzerebbe la narrative del BRICS di diversità globale e nuovo ordine mondiale.

Contemporaneamente, però, MsB ha effettuato una lunga visita in Francia dove sono stati raggiunti importanti accordi di carattere tecnico, scientifico, energetico e commerciale attraverso il French – Saudi Investiment Forum che porteranno a un incremento sostanziale dell’interscambio commerciale tra i due Paesi consentendo all’Arabia Saudita di evitare una dipendenza esclusiva da Pechino.

Da ultimo, ma non di minore importanza in quanto evidenzia la capacità di considerare e valutare le potenzialità offerte dai nuovi orizzonti, va sottolineata l’intraprendenza dimostrata nel settore dell’organizzazione di grandi eventi sportivi, iniziata con l’acquisizione di club calcistici, proseguita con l’ingresso come sponsor nel mondo della F1 e la disponibilità a essere sede di meeting e manifestazioni di alto livello, che si è concretizzata con il successo dell’accordo di fusione del più prestigioso ed esclusivo circuito golfistico, quello del PGA Tour, con il Liv Golf il tutto basato su una disponibilità di risorse economiche inimmaginabile per qualsiasi altro sistema di investimento di fondi.

In sintesi, l’Arabia Saudita rappresenta l’archetipo del Paese sul quale si basa la nuova multipolarità globale.

Ha stretti rapporti con le principali potenze, ma non si riconosce nel ruolo di alleato di nessuna di loro, in questo modo si estrapola dalla classificazione di filo-occidentalismo o filo-orientalismo, sviluppa un approccio multipolare che gli consente di scegliere e valutare le opportunità che meglio soddisfano i propri interessi nazionali.

È preoccupato della propria sicurezza a livello regionale e per questo cerca di sviluppare un sistema di relazioni internazionali che consentano di eliminare o mitigare i possibili attriti geopolitici con i vicini, ma nello stesso tempo sviluppa una sua politica di difesa appoggiandosi a una grande potenza ma condividendone solo le linee strategiche che la riguardano.

Ricerca rapporti di cooperazione ma non di sudditanza, è disponibile ad alleanze specifiche su un piano di parità, senza sentirsi vincolata da queste, a colloquiare con qualunque altro attore possa rappresentare una risorsa per il conseguimento di opportunità o di interessi nazionali.

Diversifica le fonti di approvvigionamento dei beni e delle risorse essenziali al suo sviluppo in modo da ridurre o eliminare la dipendenza da un singolo Paese, ricercando un equilibrio nei rapporti e negli scambi commerciali che gli garantisca l’indipendenza diplomatico – politica.

Ha, soprattutto, una chiara visione di quelli che sono gli obiettivi che rappresentano i suoi interessi nazionali e ha sviluppato e implementato una strategia per poterli perseguire.

Questo processo che ha trasformato in senso radicale il sistema delle relazioni internazionali è solo all’inizio e gli sviluppi successivi, sicuramente, comporteranno una ulteriore definizione di un mondo multipolare con regole e criteri differenti da quelli ai quali siamo abituati e che consideriamo immutabili.

L’Europa vive in una realtà ovattata che si basa sulle regole di un mondo uscito dalla tragedia del Secondo Conflitto Mondiale che non è più reale nonostante si cerchi di mantenerlo in vita artificiosamente. L’ONU e le organizzazioni a essa collegate hanno visto il loro prestigio e il loro valore intrinseco diminuire e devono essere riformate dal profondo per riacquisire la centralità alla quale erano deputate.

L’Unione Europea è un consesso che si sta distaccando sempre più dalla realtà delle necessità dei Paesi Membri e che viene usato come paravento per interessi particolari di nazioni alla ricerca dell’impero perduto. Giochiamo ancora con definizioni da barzelletta (Paesi Virtuosi, Paesi Frugali), mentre abbiamo abiurato ai concetti culturali e politici fondamentali che erano stati posti alla base del progetto, nella smania di accogliere tutti senza limiti e in osservanza a utopistici deliri di universalità, senza considerare le conseguenze di accollarsi oneri difficilmente sostenibili.

Abbiamo attaccato lancia in resta l’Orso Russo perché ci serviva un nemico sul quale far ricadere le nostre insicurezze e soprattutto ricreare quella situazione di pericolo che serve al Nord dell’Europa per non volgere lo sguardo a Sud ed evitare di affrontare una realtà che sconvolgerebbe la loro comfort zone.

Mentre ci guardiamo il nostro ombelico credendo che sia quello del mondo, ci stiamo perdendo la trasformazione che sta cambiando il contesto geopolitico globale. È opportuno cambiare rotta, smettere di inseguire realtà virtuali e dissanguarci in un conflitto dove in pericolo non sono la sopravvivenza del mondo libero la democrazia, ma solo gli interessi particolari degli USA e il desiderio di rivalsa dell’Europa orientale nei confronti della Russia.

Le possibilità ci sono e l’Europa ha risorse intellettuali, morali, culturali, scientifiche economiche e finanziari sufficienti per emergere in questo nuovo ordine come protagonista. E se questo non bastasse, anche il nostro Paese possiede le capacità necessarie per svolgere un ruolo determinante in un contesto regionale e sembra che le recenti iniziative in politica estera siano dirette a costruire e rafforzare l’immagine di una Italia più intraprendente e più sicura delle proprie possibilità.

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Maurizio Iacono
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