GEOPOLITICA DEL MONDO MODERNO

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ASIA PACIFICO - page 4

Le Nazioni Unite lanciano un appello di $45 milioni per far fronte alla crisi umanitaria nelle Filippine

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Nelle Filippine i disastri naturali non sono purtroppo un’eccezione, e quest’anno mai come prima a causa deldispiegarsi di una triplice crisi: COVID-19, Super Typhoon Goni (conosciuto localmente come Rolly) e Super Typhoon Vamco (nome locale Ulysses). Particolarmente propense ad inondazioni e terreni saturi d’acqua, leFilippine hanno una media di 25 tifoni all’anno, 21 vulcani attivi e regolari minacce di terremoti.

 

All’inizio di novembre, il Super Typhoon Rolly, il più potente ciclone tropicale finora nel 2020, ha colpito 1,9 milioni di persone in 8 delle 17 regioni del paese, lasciando circa 845.000 persone bisognose di assistenza.

Il tifone Rolly è stato presto seguito dalle tempeste tropicali Atsani ed Etau. Una settimana dopo, il tifone Vamco di categoria 4 ha attraversato l’isola di Luzon e ha colpito 4,2 milioni di persone. Il COVID-19 sta aggiungendo un ulteriore livello di complessità a quello che è già un anno difficile, con quasi 500.000 casi confermati di coronavirus e quasi 9.000 decessi.

Il tetto e le panche della chiesa di San Francesco d’Assisi nella città di Malinao sono danneggiati dai potenti venti del tifone Goni nella provincia di Albay, Filippine centrali, 3 novembre 2020.

Su invito del governo, oltre 80 partner umanitari nel paese – comprese le Nazioni Unite (ONU), organizzazioni non governative, il Movimento della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa e il settore privato – stanno attivando piani di aiuto a sostegno della risposta del Governo, sulla base di accordi di partenariato consolidati e rapporti rafforzati in anni di collaborazione.

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Segnali di stabilità al vertice di AlUla

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Si è concluso con una nota positiva il 41° summit del Consiglio della Cooperazione del Golfo (GCC) tenutosi nella città saudita di AlUla, a 300 km da Medina, il 5 gennaio scorso. Il summit è stato presieduto dal prinicipe ereditario saudita Mohammed Bin Salman e ha visto la partecipazione dei leader dei sei paesi dell’organizzazione (Arabia Saudita, Bahrain, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Oman e Qatar). 

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Mar della cina, attive nuove piattaforme di monitoraggio cinesi

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In questi ultimi decenni, la Cina ha progressivamente aumentato e migliorato le sue infrastrutture, comprese quelle marine. Potere e strategie si rincorrono sempre più nelle profondità marine,dove passa il 95 % delle comunicazioni, ecco perché capire la velocità di passaggio dei dati sottomarini implica, per le agenzie dei servizi segreti nel mondo, comprendere come prevenire e affrontare una possibile minaccia alla propria sicurezza nazionale. In realtà, molte di queste piattaforme stanno espandendosi nel tentativo di poter controllare e monitorare la zona meridionale del mar cinese. Tutto questo costituisce un vantaggio strategico rispetto alle altre nazioni e, inoltre, può essere un incentivo per sorvegliare i movimenti delle navi statunitensi.  Nonostante Pechino abbia più volte rassicurato che questi dispositivi vengono utilizzati solo per scopi civili, in  realtà si può intravedere un approccio “dual-use”. Leggi Tutto

Ad Hong Kong cresce la paura per il virus, Carrie Iam: “gli ospedali rischiano il collasso”

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È stato un giorno di pioggia mercoledì ad Hong Kong e i social si sono popolati di foto raffiguranti lavoratori perlopiù del settore delle costruzioni e dei servizi di pulizia intenti a pranzare all’aperto sotto l’acquazzone estivo. Mangiare all’interno è infatti vietato dalle nuove leggi per contrastare il Coronavirus che comprendono anche l’obbligo di indossare le mascherine in tutti gli spazi pubblici e il permesso di incontri tra massimo due persone di famiglie diverse. Si tratta di norme particolarmente restrittive ma necessarie per affrontare la nuova ondata di contagi che sta affliggendo Hong Kong, che riporta ormai da giorni un numero di infezioni superiori alle 100 giornaliere, quando meno di un mese fa il numero non superava la decina. Leggi Tutto

La via della seta e l’espansione economica cinese

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Lo stato di salute di un Paese è determinato dallo stato delle sue infrastrutture: trovarsi nel benessere implica, per la nazione, investimenti nella costruzione di una nuova rete infrastrutturale o nel miglioramento di quella già esistente. Quando sui giornali leggiamo “via della seta cinese”, altrimenti definita come Belt and Road Initiative (BRI),  non è altro che la nuova fase di espansione dell’economia cinese, la chiave per la crescita del Paese, volta ad avviluppare Europa e Asia con navi e treni, supervisionando le infrastrutture. Direttamente, chiamando operai a lavorare nei cantieri, dipendenti a controllare gli uffici e così via. Indirettamente, investendo con finanziamenti la riserva di liquidità raccolta negli ultimi anni per costruire oggetti di consumo per il mondo. Leggi Tutto

Redazione
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