GEOPOLITICA DEL MONDO MODERNO

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Difesa - page 9

Val di Susa, addestramento sciistico della Taurinense

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Più di 1100 le unità dei Reggimenti di stanza in Piemonte coinvolte in un impegnativo addestramento sci-alpinistico condotto dalla Brigata Alpina “Taurinense” nelle Alpi piemontesi. Scopo dell’attività, quello di verificare le capacità dei reparti nel durissimo ambiente montano, dove le rigide temperature invernali, l’isolamento e le mutevoli condizioni meteorologiche rendono difficile qualunque operazione, mettendo a dura prova corpo e mente.

Protagonisti della sessione addestrativa, della durata di una settimana, Alpini, Genieri e Dragoni, affiancati da giovani ufficiali della Scuola di Applicazione di Torino e due elicotteri del 34° Gruppo Squadroni dell’Esercito. Partiti da Claviere, Cesana e Bousson, i militari hanno percorso 5 diversi itinerari superando dislivelli di oltre 1.400 m, per poi ritrovarsi in vetta al Col Bousson.

Al termine di questo primo ciclo, il personale distintosi per impegno e capacità verrà avviato a svolgere corsi sci-alpinistici sempre più selettivi, per conseguire le qualifiche di “esperto militare in neve e valanghe”, “comandante di squadra soccorso” e di “guida alpina militare”. Titoli ambiti, questi, essendo le specificità acquisite  fondamentali non solo nell’ambito delle numerose operazioni internazionali in cui opera l’Esercito, ma anche in Patria in caso di calamità naturali, come accaduto per l’emergenza neve in Centro-Italia, dove assetti specialistici e personale altamente qualificato sono intervenuti a supporto della popolazione civile.

L’addestramento in montagna e, nel caso specifico, nel campo dello sci-alpinismo rappresenta per le Truppe Alpine una delle fasi principali della formazione specialistica del proprio personale.

Viviana Passalacqua

 

Accademia Navale di Livorno, la storia verso il futuro

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La storia dei 215.000mq dell’Accademia Navale vanta radici illustri e profonde. Nata in seguito all’Unità d’Italia il 6 novembre 1881, rappresenta un passo importante non solo della storia militare, ma anche dell’identità socio-culturale del nostro Paese.

Per volere dell’allora Ministro della Marina Ammiraglio Benedetto Brin e dietro auspicio del Conte Camillo Benso di Cavour, l’Istituto sorge infatti dalla fusione delle Scuole della Marina di Genova e di Napoli, come unica scuola votata all’istruzione e all’educazione dei giovani Ufficiali, con sede a Livorno, ideale per la sua posizione geografica, presso gli ex lazzaretti di San Jacopo e San Leopoldo, al comando del Contrammiraglio Andrea Del Santo.

 Nel 1906  il Re Vittorio Emanuele II consegnò la prima bandiera d’istituto al suo Comandante, il Capitano di Vascello Thaon di Revel, che firmerà la vittoria sul mare durante il successivo primo conflitto mondiale.

Dal 1923 al 1926 l’Accademia Navale ospitò l’Accademia Aeronautica di nuova creazione, in attesa dell’assegnazione di sede definitiva.

A seguito dei bombardamenti del luglio del 1943, l’Accademia fu costretta a decentrarsi a Venezia, mentre nei giorni immediatamente successivi all’armistizio, si trasferì a Brindisi nella sede del Collegio Navale fino al 5 luglio 1946, data del suo rientro a Livorno.

La prima Bandiera con emblema repubblicano, fu consegnata formalmente il 4 dicembre 1948 dal Presidente della Repubblica Luigi Einaudi.

Da 135 anni il giuramento degli allievi Ufficiali riecheggia suggestivo nel piazzale interno, dove campeggia ben visibile il motto “Patria e Onore”.

Ad oggi  l’Accademia racchiude in sé la sintesi perfetta dei tradizionali valori dell’etica marinaresca, e della costante propensione al futuro, in termini di formazione, approcci, tecnologie e strumentazioni in linea con le importanti sfide prospettate dallo scenario internazionale.

Viviana Passalacqua

 

Professionisti del mare: 115 Allievi per l’Accademia di Livorno

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Scade il 9 febbraio prossimo il bando di concorso 2017 per l’accesso alla 1^ classe dei corsi Normali dell’Accademia Navale.

Contrammiraglio Ribuffo: «Divenire Ufficiale di Marina è una scelta di vita molto affascinante e particolare, estremamente impegnativa, con la gratificazione di appartenere ad una Forza armata al passo con i tempi e che guarda al futuro».

 

Un orizzonte vasto come il mare, spalancato dalle punte dorate dei cancelli di San Jacopo che riflettono il sole e l’ambizione. Lungo Viale dei Pini l’atmosfera è solenne, densa di orgoglio e dignità, forza ed eleganza, tutti valori sintetizzati dal motto “Patria e Onore” visibile nel piazzale allievi dell’Accademia Navale.

Dal complesso di Palazzo Allievi alla maestosità del Brigantino, passando per strutture sportive e aree dedicate alle scienze nautiche, i 215.000 mq dell’Accademia Navale di Livorno incarnano una dimensione “altra”, dove professionalità e senso d’appartenenza sono una costante sfida al superamento dei propri limiti, per “armare la prora e salpare verso il mondo”.

E’ l’occasione offerta dall’Accademia Navale a 115 ragazzi e ragazze con le idee chiare, decisi a investire sul proprio futuro lavorativo e su molto di più: quella che si prospetta ai giovani italiani di età compresa tra i 17 e i 21 anni, infatti, è un’esperienza unica, che tempra il carattere e insegna il coraggio, potenziando le qualità dei singoli a seconda dell’iter prescelto. Sette i corsi di laurea magistrale proposti: Scienze marittime e navali, Scienze del governo e dell’amministrazione del mare, Ingegneria delle telecomunicazioni, Ingegneria navale, Ingegneria civile ed ambientale, Giurisprudenza, Medicina e Chirurgia, al cui termine si verrà impiegati nella specializzazione conseguita.

Che si scelga di diventare ingegneri, medici, piloti, fucilieri o sommergibilisti, il cardine formativo è uno solo: la consapevolezza di costruire il futuro del Paese, partecipando alla sicurezza, all’economia e al progresso del “secolo blu”, che vede nell’acqua il motore propulsivo del nostro pianeta. «Tenuto conto che il 90% degli scambi commerciali avviene via mare e, nell’ultimo decennio, il 75% dei Paesi ha incrementato la propria capacità marittima, investendo in flotte e infrastrutture – spiega a “Difesa On Line” il Comandante dell’Istituto, Contrammiraglio Pierpaolo Ribuffo – il mare è vitale, un bene comune dell’umanità, e le Marine Militari hanno il compito primario di garantirne la sicurezza e il libero uso. Per far questo, ci si proietta all’internazionalità, ci si abitua a lavorare fuori dagli schemi, immersi in logiche trascendono i confini politici, economici e culturali del nostro Paese. E’ necessario il confronto con persone di nazionalità, etnia, religione, cultura profondamente diverse, unite però da leggi consuetudini non scritte che il mare porta con sé».

Il tutto, in una “palestra di vita” con codici comportamentali basati su etiche imprescindibili, spirito di squadra, rispetto dell’ambiente e solidarietà.

«Tra le mura dell’Accademia Navale – prosegue Ribuffo – trova autorevole ed efficace espressione uno straordinario legame. In sintesi quattro parole: “Valori, Uomo, Mare, Futuro”. Futuro come conoscenza, istruzione, preparazione, base culturale. Un mix tra le varie attività educative e formative, che rappresentano il punto di partenza per la costruzione dell’avvenire degli Allievi Ufficiali della Marina. Il nostro compito è quello di infondere la capacità di saper guardare oltre l’orizzonte, analizzare, prevedere, caratteristiche irrinunciabili di quanti vanno per mare. Lo si fa affiancando alla preparazione universitaria l’esercizio fisico, nel fermo convincimento che oltre alla dimensione intellettuale, vada sviluppata quella caratteriale, quella fisico-comportamentale e quella attitudinale, per poter interiorizzare gioco di squadra e senso di equipaggio, nella perfetta sintesi di apporti individuali e collettivi».

Al termine del primo anno, la formazione in Accademia prevede inoltre attività addestrative in mare. Famosa quella svolta sull’Amerigo Vespucci, storica nave a vela della Marina Militare, vero e proprio “battesimo del mare” che vede i futuri Ufficiali di Marina protagonisti di momenti indimenticabili, come la scelta rituale del nome del Corso e del Motto, sulla scia di una tradizione nata nel 1934 dagli Allievi del Corso ALTAIR. Al pari del giuramento, con cui si consacra la propria vita all’amor patrio, il Motto guiderà per sempre i “fratelli” di Corso, come una Stella Polare.

Perché oltre i cancelli prospicienti il lungomare di Livorno, fra laboratori, aule studio, piscine e biblioteche, nascono affetti leali, che oltrepassano il sentire di “comunanza” per evolversi nella mutua solidarietà che è propria delle famiglie, e che si mantiene viva oltre il tempo e le distanze. Quando si veste la “caciotta”, il jeans blu e la t-shirt immacolata dei cadetti, si vagheggia lo stesso sogno dell’uniforme da Ufficiale. Si affrontano insieme i sacrifici, si assapora un appagamento difficile da raccontare se non  a chi lo ha condiviso fianco a fianco nella stessa camerata, fatto di dure prove e conquiste graduali. Una meravigliosa sfida che si rinnova dal 6 novembre 1881 con la sveglia mattutina e l’ordine identico dei “cubi” sui letti, i tuffi dal trampolino dei 5 metri e il fiocco teso dal vento della prima barca armata.

Si cammina nella storia all’Accademia di Livorno, verso un futuro di cui è bello far parte.

Viviana Passalacqua

Prima Parthica, l’addestramento degli italiani ai Peshmerga

Asia/Difesa/Video di

I peshmerga del Kurdistan iracheno sono sempre stati in prima linea nei diversi sconvolgimenti della storia dell’Iraq dalla sua indipendenza, nella guerra Iran-Iraq, nella prima e nella seconda guerra del golfo.

Dall’agosto del 2014 sono stati i primi ad impegnare i terroristi di Daesh e  liberare le città occupate dai terroristi dell’ISIS. Combattenti di valore  si sono lanciati nelle battaglie forti solo del loro coraggio. male armati e senza addestramento hanno tenuto testa all’Isis per quanto possibile fino all’arrivo della coalizione internazionale.

Addestramento e supporto nel combattimento sono le basi della missione Inherent Resolve e in particolare  con la Missione Prima Parthica gli italiani sono impegnati nell’addestramento delle forze Iraqene e della Regione autonoma del Kurdistan.

Dal 2014 alcuni battaglioni della milizia peshmerga sono stati integrati nella Guardia Nazionale Irachena e sono parte della nuova 2ª divisione irachena, di base a Mossul. Da allora questi combattenti sono addestrati allo Zerawani Tiger Training camp di Erbil .

L’addestramento che viene impartito dagli italiani ha lo scopo di rendere più efficaci le forze Peshmerga e Zerawani nei combattimenti. Alla prima fase di addestramento di base di fanteria si aggiungono nel tempo corsi di specializzazione nel tiro, nel combattimento urbano e per lo sviluppo di unità speciali.

Al tiger camp  gli istruttori italiani sono affiancati da traduttori ma molti di loro si sforzano di apprendere la lingua Kurda per avvicinarsi sempre di più ai loro “Studenti”.

Al Tiger camp incontriamo Fatima, traduttrice e professoressa di Biologia all’università di Erbil, una degli interpreti che aiutano gli istruttori nel lavoro quotidiano che ci racconta la sua percezione della missione italiana che definisce molto importante  per i peshmerga che dopo l’addestramento si trovano immediatamente sulla linea del fuoco.

L’addestramento degli istruttori italiani risulta essere uno dei più efficaci grazie anche al modello di approccio e di interazione con i peshmerga sopratutto nella fase di specializzazione dove le doti e l’esperienza nella formazione di una istituzione di 150 anni viene riconosciuta dalle giovani formae armate del posto-

L’efficacia sul campo dei peshmerga è aumentata sensibilmente grazie al supporto della Training force della missione italiana, lo conferma anche il General Brigadiere Aptar comandante del Zerawani Tiger Camp che durante la nostra intervista ha sottolineato come l’apporto di armamenti e l’istruzione puntuale sul loro uso ha permesso un incremento notevole dell’efficacia in battaglia con una diminuzione delle perdite umane in battaglia.

Tutto questo nel nostro reportage video da Erbil.

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Iraq, la missione “Prima Parthica” addestra i Peshemerga contro Daesh

Asia/Difesa di

In questi giorni viene annunciata la liberazione di gran parte della città di Mossul. Combattendo strada per strada tra le rovine di un citta che ospitava nel 2014 circa 1.500.000 di abitanti, le truppe iraqene insieme ai Zerawani e i Peshmerga curdi stanno ripulendo la città dai terroristi di Daesh.

Una battaglia durata due lunghi anni durante i quali la popolazione civile ha subito il governo tirannico e sanguinoso dei terroristi neri.

L’applicazione letterale della Sharia, le persecuzioni ai cristiani, agli ebrei e ai mussulmani sciiti hanno reso la vita dei cittadini di Mossul un vero incubo.

Uccisioni di massa, arresti e giudizi sommari hanno scandito la quotidianità di questa città.

A questa barbarie gli unici che si sono opposti immediatamente diventando la prima linea del fronte anti Daesh sono stati i peshmerga, male armati e senza grandi nozioni di tattica e strategia si sono difesi con coraggio unico.

Nel settembre del 2014 la comunità internazionale decide di opporsi al dilagare di daesh con una coalizione internazionale di volenterosi, di cui fa parte anche l’Italia, con il compito di supportare le truppe iraqene nella battaglia per il ripristino delle condizioni di sicurezza interna al paese.

Questo supporto include attività di addestramento del personale iraqeno, Zerwani e Peshmerga, supporto tattico aereo, supporto tattico terrestre con artiglieria pesante, supporto nelle attività di intelligence.

Con base ad Erbil il contingente interforze italiano è attivo con la missione “Prima Parthica” con compiti di Addestramento delle forze Iraqene, Zerawani e Peshmerga, di supporto tattico aerotrasportato con la missione “Personal recovery” delle unità dell’AVES e di addestramento nelle procedure e tattiche di polizia e sicurezza svolto dalle unità dei carabinieri.

Ad Erbil Alessandro Conte, direttore di European Affairs, ha incontrato il personale della missione italiana e realizzato una serie di reportage che verranno pubblicati settimanalmente per tutto il mese di febbraio.

Ecco il primo.

 

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Sisma, anche l’Aereonautica Militare in campo per le operazioni di soccorso

Difesa/EUROPA di

Continua l’impegno dell’Aeronautica Militare a favore delle zone terremotate che nei giorni scorsi sono state colpite dalla neve.

Per rispondere alle diverse richieste di supporto, l’Aeronautica ha messo in campo diverse squadre di pronto intervento con personale del 16° Gruppo Genio Campale, della 1^ Brigata Aerea Operazioni Speciali (BAOS), del 3° Stormo di Villafranca(VR), del 50° Stormo di Piacenza e del 51° Stormo di Istrana (TV).

I militari sono operativi già dal 19 gennaio nel comune di Sarnano (MC) dove “49 unità sono intervenute con mezzi speciali, pale meccaniche e fresaneve per sgombrare le strade dalla neve e raggiungere così le frazioni rimaste isolate” ha dichiarato il tenente colonnello Cristiano Fedeli, responsabile per il coordinamento del personale dell’Aeronautica Militare.

L’intervento dei militari si è reso necessario in seguito alla richiesta di supporto da parte dello stesso sindaco di Sarnano, Franco Ceregioli che ha affermato che <<i mezzi a disposizione del comune non erano idonei per raggiungere le 53 frazioni dove la neve aveva bloccato tutte le vie di accesso raggiungendo circa i 2 mt di altezza per oltre 120 km di strade comunali>>.

Altre 36 unità sono attive anche nel comune di Rotella (MC).

In stretto coordinamento con la Prefettura di Macerata, una squadra composta dal personale del Centro di Formazione Aviation English di Loreto (AN) è intervenuta, invece, nei giorni scorsi a Serravalle di Chieti (MC) dove la neve, caduta copiosa nei giorni scorsi, aveva lasciato molti cittadini isolati.

Centro Italia, Forze Armate contro l’emergenza

Difesa di

Impegnate nel soccorso alle zone colpite dal maltempo e nella ricerca dei dispersi, sono 3.300 le divise al lavoro in Abruzzo. Stato Maggiore della Difesa, Generale Graziano: «In atto uno sforzo corale per rispondere alle esigenze della popolazione in difficoltà»

Evacuazioni eliportate, barelle trainate su sci, soccorsi via terra alla popolazioni isolate, ripristino della viabilità interrotta e supporto alle operazioni di ricerca dei dispersi. Sono solo alcune delle attività intraprese dai 3.300 militari impiegati dalla Difesa per arginare l’emergenza maltempo che ha piegato in questi giorni il Centro Italia, unitamente al susseguirsi di sciami sismici che hanno causato valanghe in Abruzzo.

Il sensibile peggioramento delle condizioni meteorologiche e l’impossibilità di penetrare in alcuni centri montani, hanno imposto l’utilizzo di tecniche studiate per le missioni estere: pianificazione degli obiettivi, briefing di volo con gli elicotteristi, inserzione in ambienti ostili, predisposizione di zone di atterraggio speditive per velivoli, e, ovviamente, sgombero neve su strada.

Mobilitate dunque le squadre specialistiche di Esercito, Guardia di Finanza, Carabinieri, Aeronautica e Marina Militare, avvezze a lavorare in condizioni naturali proibitive e in tempi rapidissimi. Come quella dei 60 fucilieri di Marina della Brigata San Marco, inviati in loco per dare maggior impulso alle attività di sgombero della neve dai centri abitati, e degli Alpini paracadutisti, impegnati nell’attività specifica del Fast rope: calarsi dall’alto tramite un sistema di scalette o verricelli per le “ricognizioni speciali”, che in questa particolare occorrenza equivalgono a soccorrere in tempo reale sopravvissuti e malati.

Spessi banchi di nebbia hanno determinato un blocco temporaneo del soccorso aereo nel teramano, dove le condizioni proibitive consentono solo l’utilizzo di mezzi cingolati. Al vaglio dei Ranger del reggimento “Monte Cervino”, in queste ore, una ripresa delle evacuazioni via cielo, come pure il lancio di medicinali e beni di prima necessità agli abitanti isolati qualora la Protezione Civile ne facesse richiesta.

«50 specialisti sono concentrati sull’Hotel Rigopiano, in un’alternanza continua di uomini e mezzi per la ricerca dei sopravvissuti – racconta il Maggiore dell’Esercito Marco Amoriello – nonostante i problemi tecnici esasperati dal maltempo e dalla vastità dell’area interessata, tenuto conto delle difficoltà di volo e del territorio particolarmente impervio. Si opera a tutta velocità, perché la speranza non muore, in uno scenario inusuale in cui sta emergendo una preparazione a tutto tondo. E’ anche pronto a partire un nucleo di aviorifornitori da Pisa per il lancio del materiale necessario».

Frattanto, l’attività di trasferimento aereo per ragioni di sicurezza della popolazione della Valle Castellana in Provincia di Teramo, che le unità delle Forze Armate avevano avviato raggiungendo per prime località e borghi completamente isolati da circa quattro giorni, ha subito un’iniziale battuta d’arresto dopo le prime missioni che hanno consentito di trasportare ad Ascoli Piceno circa una trentina di persone. Un’evacuazione proseguita in seguito via terra, con un convoglio di mezzi ruotati e cingolati del 9° Reggimento Alpini e del 6° Reggimento Genio dell’Esercito. Finora sono state trasportate verso Acquasanta circa 50 persone e si conta di poterne evacuare qualche ulteriore decina in tempi brevi, sebbene le condizioni della viabilità siano pessime nonostante l’incessante lavoro di turbofrese e mezzi con pale sgombraneve.

Nel pescarese, a Penne, l’Aeronautica Militare ha installato una torre di controllo per gestire e coordinare tutte le attività aeree nell’area, mentre fra Chieti e Teramo lavorano gomito a gomito paracadutisti, uomini del search and rescue, e unità specializzate nella meteorologia della neve e delle valanghe.

Una congiuntura davvero drammatica quella delle precipitazioni climatiche che hanno paralizzato il nostro Paese, già duramente provato dal terremoto del 24 agosto scorso. «È chiaro che la combinazione di tre diverse situazioni emergenziali – ha dichiarato il Capo di Stato Maggiore della Difesa, Generale Claudio Graziano – la ricostruzione post-terremoto, la nuova ondata sismica e le proibitive condizioni meteorologiche, impongono al personale delle Forze Armate e della Protezione Civile di operare in situazioni talvolta estreme. Ma sono proprio queste difficoltà a spronaci a dare il massimo per aiutare, sostenere e confortare la popolazione. In queste lavoriamo senza sosta e numerosi sono i casi di situazioni critiche in cui l’intervento dei nostri militari è stato risolutore e provvidenziale. I nostri sforzi sono finalizzati principalmente al ripristino della viabilità, per permettere di raggiungere i luoghi colpiti, consentendo così il flusso degli aiuti e lo sgombero delle persone isolate. A tal fine, stiamo impiegando soprattutto mezzi speciali del genio. Turbine sgombraneve, pale da neve cingolate, pale da neve ruotate, mezzi con lame sgombraneve, macchine movimento terra e cingolati, cioè le cosiddette strumentazioni definite “duali”: nate per scopi prettamente militari, hanno caratteristiche tali da poter essere proficuamente impiegate in situazioni emergenziali a vario titolo. Quindi, uno sforzo corale perché è necessario rispondere celermente alle esigenze delle popolazioni in difficoltà».

Tra veicoli speciali del Genio, cingolati e ruotati, sgombraneve a turbina ed elicotteri, sono oltre un migliaio i mezzi messi in campo dalla Difesa.

Viviana Passalacqua

Mosul, liberato il 70% della città

Asia/Difesa di

Le truppe iraqene supportate dalla coalizione hanno liberato il 70% della città dopo settimane di aspri combattimenti casa per casa.

La conquista di tutti i ponti sul Tigri rappresenta una passo decisivo verso la completa liberazione della città da ha dell’esercito regolare Iraqeno e delle truppe Peshmerga.

Nella mattinata di oggi è stata preso anche l’Istituto Tecnico dell’Università di Mosull sulla University Boulevard, viale che si ricongiunge verso il Tigri sul quinto ponte, azione che permetterebbe di chiudere in una sacca l’eventuale resistenza dei quartieri a ridosso del fiume per una accurata azione di sicurezza casa per casa.

Questo successo è da attribuire in parte anche allo sforzo tattico della coalizione che, con i bombardamenti mirati e il supporto tattico alle truppe Iraqene, comprese le forze Zerawani e Peshmerga, ha permesso una avanzata molto più veloce in questi giorni.

Il comandante della operazione Inherente Resolve , il colonnello dell’esercito Statunitense brett sylvia, nella conferenza stampa di ieri ha indicato come sia stato importante il coordinamento strategico tra il supporto tattico e le forze iraqene, un lavoro di squadra eccezionale che ha portato al risultato odierno.

I questo scenario i bombardamenti mirati e l’uso dei droni hanno permesso di mettere fuori gioco la principale risorsa tattica dell’ISIS , le auto bombe e gli ordigni esplosivi improvvisati, dando finalmente lo spazio di manovra necessario per la liberazione della città.

Queste autobombe realizzate per massimizzare l’effetto dirompente dell’esplosione sono state per mesi il punto di formza delle milizie nere mettendo in serie difficoltà le truppe di sicurezza. Queste auto venivano lanciate contro la linea difensia, i check point o le truppe in avanzata creando vittime e caos che permettava un tiro di efficacia sui superstiti.

Mosul nei quasi 24 mesi di occupazione è stata fortificata e nel sottosuolo sono stati realizzati tunnel sia per le persone che per piccoli mezzi dando la possibilità ai terroristi di muoversi al sicuro da un punto all’altro della città.

Ma la perdita di questi mezzi non significa aver distrutto la loro capacità offensiva, su Mosul volano anche piccoli Droni quadricotteri commerciali con una autonomia di 45 minuti capaci di sganciare ordigni esplosivi o di lanciarsi come kamikaze sulle postazioni iraqene..

Marina Militare, in avanti verso il “Futuro Blu”

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La Nave Carabiniere Fremm si prepara a salpare per l’Oceano Indiano. Obiettivi della campagna, il rafforzamento delle cooperazioni internazionali, la sorveglianza e la promozione del sistema-Italia nel mondo

Il prossimo 20 dicembre la Fregata Europea Multi Missione (FREMM) Carabiniere della Marina Militare lascerà il porto di La Spezia. Destinazione: l’orizzonte del “Futuro Blu”, che prende i contorni del Sud Est Asiatico e dell’Australia. Scopo: intraprendere una campagna navale, “in avanti e in anticipo”, che garantisca presenza e sicurezza marittima lungo tutto il percorso.

Al consolidamento delle cooperazioni già avviate con alcuni partner trans-regionali, si affiancheranno attività di relationship istituzionali con nuovi potenziali alleati. Il tutto, anche attraverso addestramenti congiunti con le marine locali, attività di dialogo e cooperazione, nonché di Maritime Capacity Building, in linea col carattere assistenziale e di supporto umanitario che sempre contraddistingue le operazioni della Marina Militare.

Numerose le soste previste: Arabia Saudita, Australia, Indonesia, Oman, Pakistan, Singapore, Sri Lanka e Malesia. Quest’ultima puntata prevede inoltre la partecipazione di Nave Carabiniere alla “Langkawi International Maritime and Aerospace Exhibition 2017”, kermesse delle eccellenze di settore più famosa nel Sud Est Asiatico.

Affidata alla FREMM la promozione a tutto raggio delle punte di diamante “made in Italy”, tramite eventi socio-culturali a tema che illustrino l’immagine del Belpaese, in collaborazione con le rappresentanze diplomatiche nazionali in loco. A tal fine saranno coinvolti importanti attori industriali del “sistema Italia”: tra i protagonisti di questa vetrina oltreoceano, aziende del calibro di Fincantieri, Leonardo, Elettronica e MBDA Italia.

Una spedizione, questa, che incarna lo spirito del cosiddetto “secolo blu”, come viene indicato quest’inizio di millennio, improntato a una visione europea e globale, e sostenuto dalla “crescita blu”, perno dello sviluppo sostenibile del nostro Paese a livello commerciale, occupazionale e tecnologico.

Viviana Passalacqua

 

Difesa “ecologica”: l’impegno green della Marina Militare

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Dal Progetto Flotta Verde per la produzione di bio-combustibile al Programma S.A.U.R.O. in sinergia con la Protezione Civile, le iniziative della Marina Italiana in favore dell’ambiente

 Non solo difesa e soccorso, ma anche ricerca scientifica e tutela dell’ambiente. Prosegue a tutto tondo l’impegno “green” della Marina Militare Italiana, che spazia dalla mappatura dei fondali allo studio degli effetti delle microplastiche sulla catena alimentare, passando per le collaborazioni strategiche con INGV, Protezione Civile, WWF e MareVivo. «Lo scopo – dichiara il CF Stefano Ramacciotti – è quello di raggiungere entro il 2020 gli obiettivi fissati dalla “Marine Strategy” europea, che impone agli Stati membri la riduzione del proprio impatto sulle acque marine e l’adozione di misure ad hoc per la salvaguardia del patrimonio naturale».

Un dovere che le nostre divise hanno onorato immediatamente, guadagnando il “Green Global Banking Award” per la cura del Mediterraneo e la sigla di “Flotta Verde”, progetto sperimentale tra i più avanguardistici di settore. Nato nel 2012 per individuare un combustibile navale alternativo al petrolio, aumentare la sicurezza energetica nazionale e diminuire le emissioni inquinanti, si è in seguito evoluto con lo sviluppo di tecnologie ecosostenibili a bordo delle navi e la messa a punto di sistemi “energy saving” per il contenimento dei consumi.

In sinergia con l’ENI e la statunitense Honeywell-UOP, è stato così ottenuto il “GreenDiesel™”, combustibile alternativo miscelabile fino al 50% con il gasolio tradizionale di origine fossile. Il processo di produzione, attualmente alimentato dall’olio di palma  sostenibile certificato, potrà valersi in futuro dei cosiddetti oli di “seconda” o “terza” generazione, quelli cioè provenienti da scarti di cucina e industriali, oppure da colture avanzate quali ad esempio le microalghe. Essendo il tutto conforme alle specifiche NATO, non comporta necessità di modifiche a impianti e circuiti di bordo. Ai benefit derivati dal Green Diesel, si aggiunge un insieme di procedure “verdi”, come gli assetti propulsivi economici, la pulizia delle eliche, i LED per l’illuminazione, le vernici speciali per gli scafi, nell’ottica di un risparmio di energia e materiali che potrebbe tradursi in centinaia di tonnellate di combustibile l’anno.

«Fiore all’occhiello della Marina italiana, Flotta Verde – spiega il CF Antonio Bignone – diffonde l’impiego dei combustibili bioderivati insieme alla Great Green Fleet della US Navy, con cui collabora dal 2014 per la condivisione dei risultati ricerca e di policy ecosostenibili. Fondamentale in tal senso l’esercitazione durante la quale navi italiane e statunitensi hanno utilizzato il Green Diesel, con una quota di gasolio sintetico bioderivato prodotto in Italia. Per la prima volta nella storia, il 16 giugno 2016, il cacciatorpediniere Andrea Doria, nave Etna e le navi del Carrier Strike Group Eisenhower si sono incontrate in acqua per un rifornimento laterale combustibile verde».

 

Sempre in tema di disinquinamento marino, di grande rilevaza il “Progetto S.A.U.R.O.”, siglato questa volta con la Protezione Civile Italiana. Si deve a quest’ultima la brevettazione di un congegno per l’asportazione e la raccolta di rifiuti di ogni genere e dimensioni. Uno Skimmer Multipurpose volto ad arginare non solo le conseguenze di calamità naturali, ma anche l’impatto disastroso delle attività umane, come il rilascio in acqua di sostanze tossiche a seguito di incidenti industriali. «Il meccanismo – chiarisce il C.te Walter Mazzei della Protezione Civile – prevede un sistema a scala mobile, immaginato per il recupero di inquinanti sia solidi che liquidi di ogni forma e volume, come le plastiche anche di dimensioni sub millimetriche (Pacific trash vortex) gli idrocarburi e altro tipo di materiale. La rapidità d’operazione è di gran lunga superiore a quella dei normali skimmer, in modo da poter bonificare velocemente aree anche molto estese e in condizioni meteorologiche avverse».

 

Del resto, gli 8.000 km di costa che coprono in totale l’80% del territorio nazionale, fanno dell’Italia un “Paese marinaro” a tutti gli effetti, che non può prescindere dal rispetto delle acque. Oltre alla prosperità economica generale, dal mare dipende il nostro futuro. «Acqua e sale sono il nostro elemento. Il mare è il nostro luogo di lavoro, è casa nostra, e come tale lo curiamo», ha concluso il TV Federico Mariani alla presentazione di “Prue a mare, la Marina al servizio del Paese”, corto presentato all’Aqua Film Festival di Roma.

 

Viviana Passalacqua

 

Viviana Passalacqua
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