GEOPOLITICA DEL MONDO MODERNO

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Difesa - page 6

kosovo: passaggio di comando al multinational battle group west di kfor

Difesa/Varie di

Si è svolta il 12 giugno 2017 presso Camp “Villaggio Italia”, la cerimonia di avvicendamento tra il 32° Reggimento Carri di Tauriano (PN) e il 3° Reggimento Artiglieria Terrestre (da montagna) di Remanzacco (UD).

Il Colonnello Stefano Imperia ha ceduto il comando del  Multinational Battle Group West (MNBG-W), l’unità multinazionale a leadership italiana che opera nel settore ovest del Kosovo nell’ambito della Kosovo Force (KFOR), al Colonnello Enzo Ceruzzi.  Nel periodo di permanenza in Teatro Operativo, i militari del 32° Reggimento Carri hanno effettuato 1463 pattuglie appiedate, 6475 posti di osservazione e 2917 pattuglie motorizzate, per un totale di circa 172.475 km percorsi. Il MNBG-W ha realizzato nel corso del mandato anche numerosi progetti di cooperazione civile-militare, volti a supportare e contribuire a migliorare le condizioni di vita della popolazione locale.

Oltre 109 sono stati i meetings con le autorità civili e religiose locali e numerose le donazioni di materiale ed attrezzature scolastiche, giochi per bambini e medicinali in collaborazione con alcuni “donors” italiani. Il passaggio di responsabilità è avvenuto alla presenza dell’Ambasciatore d’Italia in Kosovo, S.E. Piero Cristoforo Sardi, del Comandante della Kosovo Force, Generale di Divisione Giovanni Fungo e del Capo di Stato Maggiore del Comando  Operativo di Vertice Interforze (COI), Generale di Divisione Gaetano Zauner, oltre a numerose autorità civili, militari e religiose convenute per l’occasione.

Il Generale Fungo nel suo intervento ha espresso apprezzamento per il lavoro svolto dai carristi del 32° reggimento e ha augurato buon lavoro ai subentranti. Gli Artiglieri della Brigata Alpina Julia, ricevuto il testimone della missione, proseguiranno nello svolgimento dei compiti mantenendo la leadership dell’unità multinazionale che annovera tra le sue fila anche militari sloveni, austriaci e moldavi.

 

Virtual Flag 2017, addestramento interforze per la Difesa Italiana

Difesa di

Prenderà il via il 10 giugno a Poggio Renatico (Ferrara) la Virtual Flag 2017, la prima di una serie di esercitazioni interforze che fanno parte della Joint Stars 2017 (JS17), il maggiore evento addestrativo dell’anno per la Difesa.

La JS17, che è organizzata dal Comando Operativo di vertice Interforze (COI), sarà infatti costituita da una rete di esercitazioni che saranno condotte tra giugno e ottobre in varie parti del territorio nazionale e saranno basate su un unico scenario fittizio caratterizzato da un’operazione interforze e multinazionale di risposta ad una situazione di crisi condotta sotto guida italiana.

La JS17 si articolerà in due parti principali: la prima sarà costituita dalla VF17, che si svolgerà dal 10 al 15 giugno e sarà un’esercitazione che, grazie all’utilizzo di sistemi di simulazione di alta tecnologia, consente di addestrare il personale alla pianificazione e alla conduzione di operazioni aeree senza l’impiego di velivoli; la seconda parte, in programma tra settembre e ottobre 2017, sarà costituita dalla combinazione di varie esercitazioni prevalentemente di tipo “LIVEX”, cioè con impiego di assetti reali.

La VF17 è organizzata dall’Aeronautica Militare e vede anche la partecipazione di personale e assetti del COI, dell’Esercito Italiano e della Marina Militare. Essa si svolgerà principalmente all’interno di una struttura campale esistente presso il Comando Operazioni Aeree di Poggio Renatico (Ferrara), alla quale saranno connessi diversi Reparti operativi delle Forze Armate partecipanti.

L’esercitazione rappresenta un’importante tappa del processo di consolidamento della capacità nazionale, già certificata a livello NATO, di esprimere un Comando di componente aerea (Italian Joint Force Air Component – ITA JFAC) in grado di pianificare, coordinare e controllare tutti gli aspetti di una campagna aerea. In questa edizione, l’ITA JFAC si addestrerà a ricoprire il ruolo di Joint Task Force, cioè il Comando interforze che coordina tutte le forze militari nel caso di un’operazione a prevalente connotazione aerea.

Due le principali novità della VF17. In primo luogo, l’esercitazione includerà anche un addestramento sul Comando e Controllo nel campo della difesa missilistica (Theatre Ballistic Missile Defense – TBMD), con il rischieramento a livello tattico di comandi e unità operative delle tre Forze Armate: un sistema missilistico SAMP/T dell’Esercito Italiano, un’unità navale classe Orizzonte/FREMM della Marina Militare (o, in alternativa, il Centro Campione di MARICENPROG) e un sensore radar AN/TPS-77 dell’Aeronautica Militare. In secondo luogo, nello scenario fittizio saranno anche previste minacce cyber, cioè attacchi rivolti alla rete informatica utilizzata per condurre le operazioni militari.

Esercitazioni come la VF17 costituiscono una preziosa opportunità per integrare a livello interforze le capacità delle singole Forze Armate nel campo della raccolta e condivisione delle informazioni, un’attività che ha sempre avuto un ruolo cruciale nelle operazioni militari, ed oggi ancora di più nell’era dei big data. A ciò si aggiunga che nella VF17, grazie all’uso di sofisticate piattaforme di Modeling & Simulation, il personale militare avrà la possibilità di addestrarsi ad operare in scenari di crisi in modo del tutto verosimile a quanto accade in un’attività operativa reale, con il vantaggio di un minor impatto sul territorio e di un significativo contenimento delle risorse finanziarie necessarie.

La JS17 è la prima esercitazione nazionale in cui si realizza una piena connessione tra eventi addestrativi delle singole Forze Armate, con significativi benefici in vari campi, quali condividere le risorse, promuovere l’interoperabilità, sviluppare capacità connesse all’impiego operativo delle forze e mantenere collegamenti a livello nazionale.

Sicurezza grandi eventi, il piano è attivo ?

Difesa/EUROPA/Varie di

Dopo l’attentato di Manchester si è parlato molto delle misure di sicurezza per gli eventi che accolgono grandi numeri di pubblico, limitazione, vie di fuga, piano operativi ma qual è lo stato del’arte?

Ancora sembra essere tutto in fase di studio e non applicato ai grandi eventi.

Un esempio il WIND MUSIC AWARD di Verona che si svolge nell’Arena di Verona dal 5 al 7 di giugno.

un evento che attira migliaia di giovanissimi e non solo ad assistere alle performance di artisti molto seguiti come Nek, Fedez, Giorgia, Gualazzi, il Volo, RenatonZero e molti altri.

Un esibizione in diretta nazionale su RAI 1 con milioni di ascolti consolidati è una grande visibilita.

Un contesto questo ideale per un eventuale attacco terroristici sullo stile di quello inglese che fortunatamente non è accaduto.

Nonostante un sostenuto dispiegamento di forze all’esterno e all’interno dell’Arena nessun controlli approfondito è stato eseguito all’entrata, nessun metal detector, nessun controllo dentro le borse.

fortunatamente non è successo nulla ma l’effetto mediatico di un eventuale attacco di un lupo solitario avrebbe avuto un effetto amplificato dall’esposizione televisiva dell’evento.

All’indomani dell’attentato di Manchester il Ministro dell’Interno ha convocato il coordinamento delle funzioni di sicurezza e antiterrorismo CASA per discutere lo scenario internazionale e i piani per la protezione di possibili obiettivi sensibili,saranno poi i prefetti a verificare localmente le possibili criticità.

A Verona ieri sera nessuna misura di controlli all’accesso all’Arena, forse il piano procede a rilento.

 

 

Kosovo, i medici militari italiani visitano la popolazione per il "White Sunday"

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Nella seconda e terza settimana di maggio, si sono svolte delle attività sanitarie a favore delle popolazione civile organizzate e condotte dal Multinational Battle Group West (MNBG-W), unità multinazionale a guida italiana attualmente su base 32° Reggimento Carri, in stretta collaborazione con il Joint Regional Detachment South (JRD-S) di KFOR. Il team sanitario ha effettuato congiuntamente con gli assetti sanitari sloveni e austriaci, 80 visite mediche nel villaggio Restelica e 40 visite nel villaggio di Hoca.

visite mediche nei villaggi del   Kosovo (3)L’attività di assistenza medica a favore della popolazione civile è stata denominata “White Sunday” e rientra fra i programmi di cooperazione civile militare portati avanti da KFOR sotto il comando del Generale di Divisione Giovanni Fungo e dal contingente italiano d’istanza a Belo Poje. Gli assetti nazionali CIMIC concorrono attivamente a realizzare progetti a sostegno della popolazione locale in particolare nei settori sanitario, scolastico, sportivo e infrastrutturale. Lo sviluppo di attività di cooperazione civile-militare contribuiscono al miglioramento ed alla stabilizzazione del Kosovo.

Libano: I Militari Italiani di UNIFIL celebrano l’ “International Day of United Nations Peacekeepers”

Difesa di

Si è celebratoil 29 maggio  l’ “International Day of United Nations Peacekeepers”, a memoria di tutti i militari e civili delle Nazioni Unite che hanno perso la vita nelle operazioni di mantenimento della pace nelle aree più difficili del pianeta.

Anche i caschi blu italiani, insieme al contingente internazionale impiegato nella missione UNIFIL, hanno celebrato presso il quartier generale in Naqoura, nel Sud del Libano, questa giornata in memoria dei circa 3500 caduti e in onore dei più di 113.000 militari, poliziotti e civili che oggi prestano il loro servizio a favore delle popolazioni in difficoltà.

12. International Day of United Nations Peacekeepers (4)La Missione UNIFIL (United Nations Interim Force in Lebanon), nata nel 1978 con le Risoluzioni n.425 e n.426 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, vede la sua attuale configurazione di oltre diecimila peacekeepers a seguito del conflitto tra Libano e Israele nel 2006, anno in cui fu incrementato il numero di caschi blu nel Sud del paese dei cedri a seguito della Risoluzione n.1701.

Da più di dieci anni, l’Italia partecipa alla missione con l’Operazione “Leonte” per la quale fornisce oltre un migliaio di peacekeepers che rappresentano, in termini numerici, il secondo contingente più grande, dopo quello indonesiano, tra quelli delle quaranta nazioni contributrici.
UNIFIL ha visto al suo comando ben tre Ufficiali Generali italiani e la guida permanente del settore occidentale con la Joint Task Force – Lebanon Sector West, attualmente su base Brigata “Granatieri di Sardegna” e con a capo il Gen.B. Francesco OLLA.

In base alla citata Risoluzione n. 1701, i caschi blu dell’Operazione “Leonte XXII” supervisionano, senza sosta, la cessazione delle ostilità attraverso un costante monitoraggio della Blue Line (la linea di demarcazione tra Libano e Israele); il supporto alla popolazione locale, attraverso la funzione operativa di cooperazione civile-militare (CIMIC); il supporto alle Forze Armate libanesi dislocate nel Libano del Sud, attraverso il coordinamento, la pianificazione e l’esecuzione di attività addestrative e operative congiunte.

1800 migranti soccorsi dalle operazioni coordinate dalla Guardia Costiera Italiana

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Circa  1800 i migranti tratti in salvo nel Mediterraneo Centrale nella giornata di ieri in 10 distinte operazioni di soccorso coordinate dalla Centrale Operativa della Guardia Costiera a Roma, del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

I migranti si trovavano a bordo di 4 gommoni e 6 unità in legno. Alle operazioni hanno preso parte nave Fiorillo della Guardia Costiera, nonché le motovedette CP 288, 303 309 della Guardia Costiera, nave Libra della Marina Militare italiana, le navi Echo (Gran Bretagna), Protector (Gran Bretagna) e Canarias (Spagna) inserite nel dispositivo EUNAVFOR MED e le navi, appartenenti alle ONG, Phoenix (MOAS) e Vos Prudence (Medici senza Frontiere), nonché un rimorchiatore e 3 mercantili.

Tra le unità soccorse, a causa di uno sbandamento verosimilmente causato dalle condizioni meteomarine e dallo spostamento repentino dei migranti su un fianco dell’imbarcazione, circa 200 migranti sono caduti in mare da un barcone con circa 500 migranti a bordo. L’immediato intervento delle navi Fiorillo della Guardia Costiera e Phoenix del MOAS ha consentito di trarre in salvo la maggior parte dei migranti caduti in acqua. 34, invece, i corpi senza vita recuperati in mare dai soccorritori.

La European Union Delegation visita la base avanzata italiana di UNIFIL

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Si è svolta oggi, sul confine tra Libano e Israele, la visita della European Union Delegation (EUDel) presso la base 1-31 di UNIFIL al confine con Israele

Guidata dalla Signora Julia Koch, vice capo della Missione EUDel presso le Nazioni Unite, la delegazione è stata accolta dal Generale di Brigata Francesco Olla, Comandante della Joint Task Force – Lebanon, e ha avuto occasione di assistere a un briefing informativo che ha illustrato la storia e caratteristiche della linea di demarcazione tra i due paesi

Il Generale Olla, a capo del contingente italiano con l’Operazione “Leonte XXII”, ha colto l’occasione per incontrare, nella stessa sede, i comandanti dei Battle Group alle dipendenze, per la periodica azione di comando e controllo nel complesso contesto di una Grande Unità composta da dodici nazioni.

Al Batt Commanders meeting, hanno partecipato anche i rappresentanti del DPCA (DePartment of Civil Affairs) dell’UNIFIL HQ, con i quali è stato affrontato la tematica di “genere” nelle Peace-Keeping Operations.

La base avanzata, sotto il controllo di un plotone del Reggimento “Lancieri di Montebello” (8°), è l’avamposto del contingente italiano in Libano nell’ambito della missione UNIFIL, con l’incarico di monitorare senza sosta la Blue Line, come sancito dalla Risoluzione n.1701 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

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Bersaglieri, una corsa lunga più di un secolo, a Pescara il 65° Raduno dei Fanti piumati

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Nei primi decenni dell’ottocento le battaglie risorgimentali italiane cominciarono ad evidenziare la necessità di cambiare la strategia e la tattica di combattimento. Le nuove tecnologie cominciavano a rivoluzionare la dottrina del combattimento e la necessità di sperimentare nuove tattiche e nuovi modelli di tattica di combattimento.

In questo contesto il 18 giugno del 1836 venne accolta la proposta di un giovane capitano del regio esercito, Alessandro La Marmora, di istituire un corpo di fanteria leggera con compiti di esplorazione, di supporto alla fanteria di linea che potesse raggiungere rapidamente il campo di battaglia nel minor tempo possibile, una riserva tattica da impiegare sul campo a rinforzo delle unità operative, potremmo dire secondo la dottrina odierna.

Il corpo ebbe il suo battesimo del fuoco durante la prima guerra di indipendenza nella battaglia di Goito e da quel momento furono impiegati  in tutti gli eventi bellici della nazione durante le guerre risorgimentale, dalla guerra di Crimea alle  trincee della prima guerra mondiale, dalle fredde distese di neve del fronte russo alla sabbia di El Alamein durante la seconda guerra mondiale.

Nel secondo dopoguerra i fanti piumati sono corsi in soccorso della popolazione durante le grandi tragedie che hanno colpito il paese, i terremoti del Friuli, dell’Irpinia o i grandi allagamenti dando aiuto e sollievo ai tanti rimasti senza nulla.

In Italia per decenni la leva obbligatoria ha coinvolto tutti i giovani che compiuto i diciotto anni dovevano servire il paese in divisa per dodici mesi e molti di loro hanno indossato il fez rosso che contraddistingue i bersaglieri e il cappello piumato della divisa da cerimonia.

Dieci le regole fondamentali il fondatore La Marmora tra queste due sono quelle che restano impresse nella mente di chi anche solo per un anno ha indossato il famoso cappello piumato, ginnastica fino alla frenesia e fiducia in se stessi fino alla presunzione, parole che restano impresse in ogni bersagliere fino all’ultima corsa per andare avanti.

Con questo spirito ogni anno i veterani di tante battaglie e i bersaglieri di tutti gradi e specialità si incontrano per l’annuale raduno arrivato quest’anno alla sua 65° edizione.

Per chi come me, da quando è uscito dalla scuola ufficiali di complemento, non ne ha perso uno è un appuntamento imperdibile dove le esperienze di generazioni lontane e vicine si fondono in un unico spirito di corpo. Amicizie e solidarietà che si rinnovano ogni anno con uno sfilamento continuo di tutti gli appartenenti provenienti da tutte le regioni d’Italia.

Quest’anno Pescara ha accolto i fanti piumati e i loro 181 anni di storia  con un calore e una gioia che ha accesso il cuore ai fanti provenienti da regioni vicine e lontane.

Oggi i bersaglierpassaggio_della_stecca_tra_il_sindaco_di_Pescara_e_di_San_Dona_del_Piavei sono impegnati nelle tante missioni all’estero in Iraq a protezione della famosa diga di Mosul, in Afghanistan per tanti anni hanno partecipato alle missioni di pace nella provincia di Farah durante le quali hanno dato alla missione di pace un tributo di sangue importante come quello del Maggiore La Rosa, ucciso in un agguato nei pressi della base di Farah nel 2013, sulle stesse strade che anche io in qualità di giornalista embedded ho percorso con loro per raccontare la loro vita in missione.

Ma non solo, i bersaglieri negli anni sono stati impiegati in patria nelle operazioni di supporto alla polizia giudiziaria nella lotta alla criminalità organizzata durante le operazioni dei “Vespri Siciliani” o nelle strade delle nostre città in questi anni per le operazioni di “Strade Sicure”.

Alla presenza del Sottosegretario di Stato alla Difesa, on. Domenico Rossi e del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito e decano in servizio del corpo dei Bersaglieri tutti i partecipanti hanno sfilato per portare la propria testimonianza di devozione al corpo e all’ideale di patria.

18588940_10212188306450386_8392103885841349821_oNel suo discorso il Sottosegretario alla difesa On. Rossi ha voluto sottolineare che “nella società i bersaglieri di tutte le età sono portatori sani di valori, che tutti noi abbiamo il dovere di trasmettere alle nuove generazioni perché sono il futuro del nostro Paese”.

Allo stesso modo il Generale Errico ha evidenziato l’impegno dei bersaglieri nelle operazioni di stabilizzazione all’estero al quale “si aggiungono, in Patria, gli innumerevoli interventi di pubblica utilità in occasione di calamità naturali e quelli in concorso alle Forze dell’Ordine, che, anche in questo momento, vedono le fiamme cremisi schierate a presidio delle vie e delle piazze delle nostre città nell’ambito dell’Operazione Strade Sicure, a testimonianza, ancora una volta, dell’alto profilo di efficienza e prontezza raggiunto”

 *Foto di Gruppo di Giorgio Trancalini

[youtube]https://youtu.be/U9wssnP7zHk[/youtube]

 

Il Corpo dei Bersaglieri

Attualmente sono circa 4.000 gli uomini e le donne dell’Esercito impiegati all’estero in 14 diversi paesi: 800 di loro sono bersaglieri in forza alla Brigata Garibaldi, schierati in Afghanistan in Iraq. Delle 7.050 unità impiegate in concorso alle Forze dell’Ordine per l’Operazione “Strade Sicure”, circa 460 sono bersaglieri appartenenti al 1° Reggimento di Cosenza, al 3° Reggimento di Capo Teulada, al 6° Reggimento di Trapani e all’8° Reggimento di Caserta. 400 bersaglieri del 7° Reggimento di Altamura sono impiegati nell’ambito del contingente di 2.400 militari dell’Esercito che, per tutto il mese di maggio, contribuirà, unitamente alle Forze di Polizia, a formare il dispositivo di sicurezza per il vertice internazionale del G7. E intanto, a Orcenico Superiore (PN), un battaglione di 500 bersaglieri dell’11° Reggimento costituisce la cosiddetta Very High Readiness Task Force, vale a dire un’aliquota della Forza di Reazione Rapida della NATO.

Kosovo Monastero di Visoki Decani, intervista a Padre Sava Janjic

Difesa/Video di

Il Monastero di Visoki Dečani è uno dei monumenti storico religiosi più importanti del Kosovo. Dal 1999 è sotto la protezione della Kosovo Force che è responsabile della sua sicurezza.
Nonostante un equilibrio sia stato trovato in questa regione il monastero e i suoi monaci rappresentano un obiettivo privilegiato per gli oltranzisti albanesi.
Padre Sava Janjic è l’abate di questo splendido esempio di architettura romanica e lo incontriamo all’interno della chiesa per parlare con lui della situazione generale del Kosovo.

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Mine Action Support Group sulla blue line con i militari italiani

Difesa/Medio oriente – Africa di

visitaSi è conclusa ieri, presso la base italiana delle Nazioni Unite in Shama, la visita della delegazione del Mine Action Support Group (MASG) guidata dall’Ambasciatore Inigo Lambertini, Vice Rappresentante della missione permanente dell’Italia presso le Nazioni Unite in New York. Il MASG ha come obiettivo il coordinamento dei programmi nazionali tesi a promuovere le attività di sminamento e prevenzione alla minaccia degli ordigni, attraverso il supporto finanziario e informativo. Dal gennaio 2016 la presidenza di tale organo, a rotazione biennale, è italiana.

birdtableIn due giorni di visita la delegazione ha avuto occasione di conoscere attraverso un briefing informativo a cura del Comandante della Joint Task Force – Lebanon, Gen. B. Francesco Olla, le attività che quotidianamente svolge il contingente italiano finalizzate allo sminamento di vaste aree nel Libano del Sud.

Questa mattina, in particolare, la delegazione ha visitato la base avanzata “UN-P 1-31”, dove i militari italiani del Reggimento “Lancieri di Montebello” (8°) svolgono quotidianamente il pattugliamento e il monitoraggio della Blue Line, la linea di demarcazione dettata dalle Nazioni Unite il 7 giugno del 2000, nonché garantiscono la Force Protection alle unità del contingente internazionale di UNIFIL predisposte allo sminamento dell’area di confine, nel rispetto della Risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite n.1701 del 2006.

I militari dell’Operazione “LEONTE XXII”, oggi su base Brigata “Granatieri di Sardegna”, hanno in questo ambito concluso recentemente un ciclo di attività informative, a favore della popolazione locale, mirate ad accrescere la consapevolezza del pericolo che alcune aree rappresentano e il comportamento da adottare in caso di ritrovamento di una mina.

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Alessandro Conte
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