GEOPOLITICA DEL MONDO MODERNO

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Francesca Scalpelli - page 16

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Svizzera: non passa il referendum che mirava ad ostacolare i rapporti con l’Unione Europea

EUROPA di

Domenica 25 novembre i cittadini svizzeri hanno bocciato il referendum che chiedeva di subordinare i trattati internazionali alle leggi elvetiche. “Volete accettare l’iniziativa popolare «Il diritto svizzero anziché giudici stranieri (Iniziativa per l’autodeterminazione)»?” questo è il quesito referendario che è stato sottoposto al corpo elettorale.

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Consiglio Affari esteri: la politica estera, la difesa e la sicurezza dell’UE

EUROPA di

Il 19 novembre, i grandi temi di attualità e le questioni più urgenti dell’agenda internazionale sono stati i protagonisti della discussione tra i Ministri degli esteri degli Stati membri dell’Unione Europea, riuniti nel Consiglio Affari esteri, tenutosi a Bruxelles e presieduto dall’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Federica Mogherini.

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Sentenza Corte UE: l’ICI, la Chiesa, l’Italia e l’Unione Europea

EUROPA di

Sentenza Corte UE: l’ICI, la Chiesa, l’Italia e l’Unione Europea. Al termine di un lungo contenzioso giudiziario, martedì 6 novembre, la Corte di giustizia dell’Unione Europea, tramite la sentenza cause riunite C‑622/16 P e a., ha stabilito che lo Stato italiano dovrà riscuotere l’Imposta Comunale sugli Immobili (ICI) non versata dalla Chiesa tra il 2006 ed il 2011 in virtù di una deroga concessa dal Governo Berlusconi, successivamente giudicata irregolare, che stabilì un’esenzione relativa a tutti gli immobili di proprietà della Chiesa.

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Accordi commerciali UE-Singapore: intensificazione della cooperazione tra Asia ed Europa

EUROPA di

Singapore è il principale partner dell’Unione europea all’interno dell’Associazione delle Nazioni del Sud-Est Asiatico (ASEAN), in quanto protagonista di quasi un terzo degli scambi di merci e servizi tra le due entità. Non a caso, in un’ottica geopolitica, Singapore assume un’importanza rilevante: in primo luogo, con l’avvento dell’economia globale,  la posizione della Città-Stato nello Stretto di Malacca è ritenuta un key point importantissimo per il transito delle navi mercantili tra Asia ed Europa; in secondo luogo, si tratta di un territorio connesso storicamente alla colonizzazione britannica e ad una gestione inglese finalizzata a dar luogo un porto libero, dotato di una vasta autonomia in ambito economico.

Nel 2010 l’UE e Singapore hanno avviato dei negoziati in materia di scambi commerciali ed investimenti che si sono conclusi nel 2014. In seguito all’emanazione di un parere della Corte di Giustizia dell’UE nel 2017, nell’aprile del 2018 la Commissione ha proposto due accordi distinti. Sulla base di tale proposta della Commissione, il 15 ottobre, il Consiglio ha adottato delle decisioni relative alla conclusione di un accordo di libero scambio (ALS) e di un accordo sulla protezione degli investimenti. Si tratta dei primi accordi bilaterali in materia di scambi ed investimenti conclusi tra l’UE ed uno Stato membro dell’Associazione delle Nazioni del Sud-Est Asiatico (ASEAN). Nel 2017 tali scambi commerciali bilaterali hanno raggiunto un valore di 53,3 miliardi di euro: nel dettaglio, le esportazioni dell’Unione europea sono state pari a 33,16 miliardi, principalmente  automobili e macchinari, mentre le importazioni sono state pari a 20,14 miliardi e sono stati importati in particolare prodotti chimici e farmaceutici. Prima dell’adozione delle decisioni risalenti al 15 ottobre, tutte le merci provenienti dall’UE potevano già essere importate a Singapore prive di dazi doganali; l’ASL eliminerà anche le barriere tariffarie residuali, nell’arco di un periodo che va dai tre ai cinque anni in base alla categoria del prodotto in questione, nonché le barriere tecniche, in virtù del riconoscimento delle norme e delle prove di sicurezza europee nei settori chiave come l’elettronica, l’industria farmaceutica ed automobilistica. Relativamente ai prodotti della pesca ed ai prodotti agricoli trasformati importati nell’UE, vigerà ancora l’applicazione di alcune tariffe.

L’ALS eliminerà altresì le restrizioni nel settore dei servizi (settore in cui, nel 2016, gli scambi bilaterali sono stati pari a 44,4 miliardi di euro). A tal proposito l’UE risulta essere il primo partner commerciale di Singapore, mentre più di 10 000 aziende degli Stati membri UE utilizzano Singapore come base per servire l’intera area del Sud-Est Asiatico. Oltre all’eliminazione barriere tecniche e tariffarie, rilevano importanti disposizioni relative alla protezione della proprietà intellettuale, alla liberalizzazione degli investimenti, agli appalti pubblici, nonché alla concorrenza ed allo sviluppo sostenibile.

L’accordo sulla protezione degli investimenti offrirà maggiori certezze agli investitori ed al contempo, permetterà di salvaguardare i diritti delle due controparti di legiferare nel perseguimento dei propri interessi ed obiettivi di politica pubblica, tra cui la protezione della salute, della sicurezza e dell’ambiente. Tale accordo sostituirà i 12 trattati bilaterali vigenti tra Stati membri dell’UE e Singapore in materia di investimenti.

La firma dei due accordi, nonché di un accordo di partenariato e di cooperazione, è prevista a margine del 12° vertice Asia-Europa (ASEM) del 18 e 19 ottobre a Bruxelles. Con riguardo all’accordo di libero scambio, esso concerne materie di competenza esclusiva dell’Unione europea, pertanto è richiesta solo l’approvazione del Consiglio e del Parlamento europeo prima dell’entrata in vigore, mentre, relativamente all’accordo sulla protezione degli investimenti, esso ha per oggetto settori di competenza concorrente tra UE e Stati membri, pertanto dovrà essere sottoposto a delle procedure di ratifica nazionale in tutti gli Stati membri prima di poter entrare in vigore, impiegando tempi più lunghi.

I due accordi consentiranno ulteriori progressi verso la definizione di norme rigorose nella regione dell’ASEAN e contribuiranno a gettare le basi per un futuro accordo interregionale in materia di scambi commerciali e di investimenti.

A tal proposito, il 15 ottobre, il Consiglio ha altresì adottato le conclusioni sul tema intitolato “Collegare l’Europa e l’Asia – Elementi costitutivi per una strategia dell’UE”, in seguito ad una comunicazione congiunta della Commissione europea e dell’Alto Rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Federica Mogherini, risalente al 19 settembre. La strategia delineata prevede una cooperazione rafforzata a livello regionale tra Unione europea ed Asia, partendo dall’assunto secondo cui la prima dovrebbe prendere in considerazione lo sviluppo di approcci regionali volti ad individuare nuove opportunità di cooperazione.

La sfida UE sulle emissioni CO2: nuovi obiettivi delineati dal Parlamento Europeo

EUROPA di

I trasporti sono l’unico settore rilevante nell’ambito dell’Unione europea in cui le emissioni di gas a effetto serra continuano ad essere in aumento. Al fine di rispettare gli impegni sottoscritti alla COP21 di Parigi nel 2015, è necessaria un’accelerazione della decarbonizzazione dell’intero settore, con l’obiettivo dell’azzeramento delle emissioni inquinanti entro la metà del secolo.

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Bilancio UE 2019: il Parlamento europeo chiede più fondi per giovani, migrazioni e ricerca

POLITICA di

La Commissione Bilancio del Parlamento europeo ha approvato la sua posizione negoziale in merito al bilancio dell’UE per il 2019, con cifre più consistenti rispetto alla proposta originaria della Commissione risalente allo scorso 23 maggio. Il testo che ha ottenuto il vaglio della Commissione Bilancio è stato redatto da Daniele Viotti – eurodeputato del Partito Democratico, membro del Gruppo dell’Alleanza progressista dei Socialisti e dei Democratici (S&D) – in qualità di Relatore Generale al Bilancio europeo 2019. Il 25 e 26 settembre gli eurodeputati hanno votato a favore dell’aumento di 717 milioni di euro rispetto alla proposta originaria, giungendo così a quota 166,3 miliardi; inoltre l’obiettivo è quello di alzare i pagamenti da 148,7 a 149,3 miliardi. Il progetto di bilancio comprende anche strumenti speciali come i fondi di solidarietà e di adeguamento alla globalizzazione nonché il bilancio amministrativo della Commissione europea, ma non di altre istituzioni europee.

Nel dettaglio, il documento in questione chiede di aumentare di 362 milioni di euro le risorse destinate al progetto Erasmus+ e di 256,9 milioni quelle per Horizon 20, il programma quadro europeo per la ricerca e l’innovazione. Inoltre, nuovi finanziamenti sono previsti alle voci infrastrutture (procedendo all’annullamento dei tagli previsti dai Governi), lotta ai cambiamenti climatici (più 65 milioni), disoccupazione giovanile (più 346,7 milioni per la Youth Employment Initiative, portando il totale a 580 milioni), agenzie e programmi legati al settore della sicurezza (più 74,7 milioni), supporto alle Piccole e Medie Imprese (più 28,9 milioni) e sostegno agli Stati membri colpiti dall’epidemia di peste suina africana (più 50 milioni). Gli eurodeputati hanno altresì incrementato le risorse destinate alle iniziative europee legate alla gestione dei flussi migratori con particolare riguardo alle principali rotte migratorie ed ai rapporti con i Paesi di provenienza dei flussi: sono stati incrementati i finanziamenti rivolti allo Strumento per lo sviluppo e la cooperazione in Africa (più147,5 milioni), allo Strumento europeo di vicinato (fondi per il vicinato meridionale e la Palestina, più 146 milioni) ed al sostegno pre-adesione per i Balcani occidentali (+ 56 milioni); relativamente alle azioni volte ad affrontare le sfide migratorie all’interno del territorio dell’Unione europea, è stato rafforzato il Fondo Asilo, Migrazione ed Integrazione (FAMI) con un incremento pari a 33 milioni di euro.

Gli unici tagli incoraggiati, invece, riguardano i fondi previsti per la Turchia, pari a 3 miliardi: nel dettaglio gli eurodeputati hanno insistito sul fatto che la seconda tranche dello strumento a sostegno dei rifugiati (istituito in seguito alla richiesta degli Stati membri UE di stanziamenti supplementari significativi, i cui settori principali sono l’assistenza umanitaria, l’istruzione, la gestione delle migrazioni, la salute, le infrastrutture municipali ed il sostegno socio-economico) non debba superare un miliardo di euro al fine di mantenere un rapporto tra Bilancio UE e contributi degli Stati membri, mentre i fondi per la pre-adesione sono stati tagliati.

La risoluzione è stata approvata con 399 voti favorevoli, 146 contrari e 87 astensioni.

“La votazione odierna ha chiuso la prima fase della procedura di bilancio 2019” ha dichiarato Viotti “il Parlamento ha lavorato duramente per realizzare un bilancio UE sostenibile, solido dal punto di vista finanziario e in linea con le nostre priorità politiche. Adesso è il tempo dei negoziati con il Consiglio. In quanto Relatore Generale del Parlamento, sarò in prima linea per ripristinare i finanziamenti essenziali, per contribuire ad affrontare la crisi migratoria, la disoccupazione giovanile ed altre priorità durante la fase di conciliazione”.

“Prima di chiedere aumenti di contribuzione, ci aspettiamo dall’Unione europea spending review e lotta contro le inefficienze interne. Speriamo che il 24 ottobre, data del voto a Strasburgo, alcuni deputati si mettano una mano sulla coscienza e votino per un bilancio più equo” ha invece affermato Marco Valli, europarlamentare del Movimento 5 Stelle, membro del gruppo Europa della Libertà e della Democrazia diretta (EFDD).

Con riguardo agli sviluppi successivi, nell’ambito della riunione della Commissione dell’8 e 9 ottobre, sarà votata una risoluzione corrispondente, mentre il 24 ottobre, il Parlamento in sessione plenaria procederà ad una votazione al fine di individuare la sua posizione in merito al progetto di bilancio. Quest’ultima votazione darà il via a tre settimane di “colloqui di conciliazione” con il Consiglio, al fine di raggiungere un accordo tra le due istituzioni. La procedura di adozione del bilancio annuale dell’Unione europea, disciplinata dall’Art. 314 del Trattato sul funzionamento dell’UE (TFUE), prevede, infatti, la decisione paritaria da parte del Parlamento e del Consiglio. L’obiettivo è quello di raggiungere un accordo che possa essere confermato dal Parlamento europeo entro fine novembre.

Francesca Scalpelli
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