Giornata internazionale della donna, le celebrazioni delle istituzioni UE e la nuova proposta per la parità salariale

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L’8 marzo è la giornata internazionale della donna: ogni anno, si celebrano i progressi in ambito economico, culturale e politico raggiunti dalle donne di tutto il mondo e ci si interroga su cosa ancora è necessario fare. Ogni anno, si riconosce che la strada per raggiungere la parità di genere è ancora molto lunga e nient’affatto semplice. È prezioso, dunque, il lavoro delle istituzioni europee proprio in tal senso. Il Parlamento europeo, in questi giorni, sta portando avanti molteplici iniziative volte a celebrare la giornata della donna affrontando temi quali i diritti, il divario retributivo di genere, pari al 14% in UE, e l’impatto della pandemia sulle donne. La Commissione europea, con la sua prima presidente donna Von der Leyen, ha presentato una proposta sulla trasparenza salariale per garantire che donne e uomini europei ricevano le stesse retribuzioni per lo stesso lavoro: i datori di lavoro con almeno 250 dipendenti dovranno rendere pubbliche le informazioni sul divario di retribuzione.

Le iniziative del Parlamento europeo

In occasione della Giornata Internazionale della donna 2021, il Parlamento europeo ha deciso di celebrare le donne rendendo omaggio a quelle che lavorano in prima linea e che sono state colpite dalla pandemia. In particolare, si riconosce che le donne sono state in prima linea contro la pandemia di Covid-19 soprattutto perché vi è una presenza consistente nel settore sanitario, con 49 milioni di donne. Poi, anche perché molte sono le donne impiegate in lavori poco sicuri o precari, che hanno sofferto maggiormente la chiusura delle attività nell’ambito del lockdown. Sono 47 milioni le donne e ragazze in tutto il mondo che rischiano di cadere sotto la soglia della povertà: l’epidemia da coronavirus ha avuto e continua ad avere ricadute sociali, economiche e culturali non da poco conto. Da ultimo, ma non per importanza, va senz’altro menzionata anche la crescita dei fenomeni di violenza contro le donne che hanno avuto luogo nell’ultimo anno. Durante le chiusure, con le restrizioni, per le donne è stato ancora più difficile fuggire da certe situazioni o denunciare per ottenere aiuto.

L’8 marzo, giornata internazionale della donna, il Parlamento europeo dedicherà a questo tema parte della sessione plenaria, celebrando le donne e la parità di genere. Per tale occasione, verrà trasmesso il video messaggio della prima ministra neozelandese, Jacinda Arden. Inoltre, il Parlamento europeo ha attivamente contribuito anche all’iniziativa della Commissione europea che si è svolta il 4 marzo – “Noi siamo forti: Le donne che guidano la lotta contro la pandemia di Covid-19” – volta a riaffermare la parità di genere.

Le iniziative della Commissione europea

Il 4 marzo, la Commissione europea ha presentato una proposta sulla trasparenza salariale per garantire che donne e uomini nell’UE ricevano la stessa retribuzione per uno stesso lavoro. Si tratta di un’iniziativa che rientra tra le priorità della Commissione Von der Leyen: l’attuale presidente, infatti, è la prima donna a ricoprire tale carica, e intende continuare a lavorare duramente proprio per ottenere la parità di genere. Sulla stessa lunghezza d’onda del Parlamento europeo, le misure previste dalla Commissione UE considerano anche l’impatto della pandemia di Covid-19 sui datori di lavoro e sulle donne, e sono volte a sensibilizzare di più sulle condizioni salariali all’interno dell’impresa e a fornire maggiori strumenti per affrontare la discriminazione retributiva sul lavoro.

La proposta della Commissione europea

La proposta legislativa consta di due elementi fondamentali nell’ambito della parità retributiva: misure volte a garantire la trasparenza retributiva per i lavoratori e i datori di lavoro; un migliore accesso alla giustizia per le vittime di discriminazioni retributive.

Per il primo punto, si prevedono una serie di misure da dover essere rispettate: i datori di lavoro dovranno garantire una trasparenza retributiva sin dal momento di selezione del personale e della ricerca del lavoro, fornendo in sede di annuncio o di colloquio già il livello di retribuzione; i lavoratori avranno diritto di chiedere informazioni al proprio datore di lavoro sul loro livello di retribuzione individuali e sui livelli medi; si prevede che i datori di lavoro con almeno 250 dipendenti rendano pubbliche le informazioni sul divario di retribuzione tra i dipendenti di sesso femminile e i dipendenti di sesso maschile per categorie di lavoratori che svolgono lo stesso lavoro o un lavoro di pari valore. Infine, in caso di divario retributivo di almeno il 5%, ingiustificabile in base a fattori oggettivi neutri, i datori di lavoro dovranno effettuare una valutazione delle retribuzioni collaborando con i rappresentanti dei lavoratori.

Quanto al secondo punto, si richiede di fornire indennizzi per i lavoratori che hanno subito discriminazioni retributive di genere e l’onere della prova a carico del datore di lavoro. Questi ultimi potranno incorrere a sanzioni e ammende, mentre gli organismi per la parità e i rappresentanti dei lavoratori possono agire in procedimenti giudiziari.

Le prossime tappe

Il diritto alla parità di retribuzione rientra tra i diritti fondanti dell’Unione europea ma, ad oggi, non risulta sufficientemente applicato. Per questo, è necessario portare avanti tale proposta della Commissione europea: la proposta dovrà essere approvata dal Parlamento europeo e dal Consiglio e poi passerà agli Stati membri che ne dovranno discutere al fine di inserirla nel proprio ordinamento giuridico. “Dare potere alle donne andrà a vantaggio di tutti noi. Continuerò a lavorare per un’Europa dove sia garantito l’equilibrio di genere fra i sessi” perché “lo stesso lavoro merita la stessa retribuzione, e per la parità di retribuzione è necessaria la trasparenza”, ha affermato la Von der Leyen.

Bookreporter Settembre

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