Jan Kubis è il nuovo inviato speciale ONU in Libia

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Nella sera del 15 gennaio il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha approvato la nomina del diplomatico slovacco Jan Kubis come inviato speciale della Missione di Sostegno in Libia (UNSMIL), secondo quanto riferito da fonti interne al Paese. L’annuncio formale da parte delle Nazioni Unite è atteso nelle prossime ore, così da permettere l’insediamento del neonominato entro il primo febbraio prossimo.

Kubis è noto per aver ricoperto l’incarico di Ministro degli Affari Esteri della Repubblica Slovacca, nonché per il ruolo di coordinatore speciale ed inviato speciale svolto in Libano, Afghanistan ed Iraq per conto delle Nazioni Unite. Il nome del diplomatico di Bratislava è stato proposto dallo stesso Segretario Generale Antonio Guterres, al fine di sostituire l’ex-inviato delle Nazioni Unite in Libia Ghassan Salamé, il quale si è dimesso dall’incarico il 2 marzo scorso, dopo circa tre anni dall’assunzione dello stesso. Le motivazioni all’origine di tale scelta riguardavano le sue condizioni di salute, aggravate dall’eccessivo carico di stress derivante dalla missione stessa, in virtù delle difficoltà riscontrate dal diplomatico libanese nel raggiungere la pace e la stabilità nel Paese. Da allora, Salamé è stato sostituito dalla sua vice, Stephanie Williams, che ha svolto il ruolo di inviata ad interim. La nuova nomina del Consiglio di Sicurezza è stata frutto di quasi undici mesi di estenuanti trattative, seguite alla decisione di Salamè di ritirarsi dal suo incarico. Prima di optare per la figura di Kubis al vertice della missione UNISMIL, infatti, nel mese di dicembre il Consiglio di Sicurezza dell’Onu aveva proceduto alla nomina del diplomatico bulgaro Nickolay Mladenov, il quale, tuttavia, pochi giorni dopo la sua designazione aveva annunciato di non poter assumere l’incarico, a causa di “motivazioni personali e familiari”.

 

La nomina di Kubis come nuovo inviato speciale nel Paese africano si colloca in un contesto piuttosto complesso ed articolato. Dal punto di vista militare, in Libia è attivo un cessate il fuoco stabilito lo scorso 23 ottobre, a seguito dell’incontro tra le delegazioni libiche dell’LNA e del GNA, riunitesi a Ginevra nel quadro del Comitato militare congiunto 5+5.  Dal punto di vista politico, invece, in seguito a mesi di negoziati, il 17 dicembre scorso, è stata formata una Commissione legale e costituzionale, volta a guidare la Libia verso nuove elezioni, previste a dicembre 2021. Al momento, inoltre, è in corso a Ginevra un nuovo round di colloqui del Libyan Political Dialogue Forum, iniziato lo scorso 13 gennaio, con l’intento di raggiungere un’intesa tra le parti libiche sui meccanismi di nomina dei futuri organismi esecutivi, il Governo unitario ed il Consiglio presidenziale. Il primo Round negoziale del Forum risale al 9 novembre 2020, pochi giorni dopo la conclusione dell’accordo di cessate il fuoco da parte delle due fazioni belligeranti. Da allora, le Nazioni Unite e l’inviata speciale ad interim, Stephanie Williams, hanno promosso una serie di incontri volti a realizzare la transizione democratica auspicata all’interno del Paese africano. Nelle ultime settimane, tuttavia, il percorso politico è stato caratterizzato da una fase di stallo, che ha rischiato di compromettere lo stesso processo di transizione democratica verso nuove elezioni. 

Tale impasse è stata, dunque, all’origine del nuovo round negoziale sotto l’egida dell’Onu attualmente in corso a Ginevra, nell’auspicio che le controversie in merito ai meccanismi di nomina dei membri della futura leadership libica possano essere superate, trovando soluzioni condivisibili sulle questioni rimaste in sospeso. 

 

Bookreporter Settembre

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