Gli EAU sono il primo Paese arabo ad aprire un consolato nel Sahara Occidentale: significato e conseguenze di una decisione storica

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Gli Emirati Arabi Uniti hanno inaugurato il 5 novembre scorso un consolato generale nella contesa regione del Sahara Occidentale, precisamente nella città di Laayoune, nell’area de iure parte dell’ex colonia spagnola del Sahara e de facto attualmente governata dal Marocco. La cerimonia di inaugurazione dell’ufficio consolare è avvenuta alla presenza del Ministro degli Esteri di Rabat, Nasser Bourita, e l’ambasciatore degli UAE in Marocco, Al-Asri Saeed Ahmed Aldhaheri.

Le relazioni tra gli Emirati Arabi e il Marocco, il quale rivendica i territori del Sahara Occidentale, sono solide e stabili, come dimostra il recente incontro telefonico avvenuto tra il principe ereditario di Abu Dhabi ed il sovrano marocchino, alla vigilia dell’inaugurazione. In quest’occasione il re Mohammed VI ha espresso profonda gratitudine nei confronti degli UAE per la “storica decisione di aprire un proprio consolato nelle province meridionali del Regno”, auspicando che l’esempio emiratino venga seguito da altri Paesi arabi.

Gli UAE, infatti, sono il primo Paese arabo ad aver istituito una sede consolare nella contesa regione del Sahara Occidentale, dando così sostegno e riconoscimento internazionale al regno marocchino per l’assoluto controllo della zona contesa.

Si tratta, in effetti, di un passo fondamentale, capace di spostare “la questione del riconoscimento della sovranità marocchina nel Sahara Occidentale della dimensione africana a quella araba”, secondo le parole del Ministro degli Esteri marocchino, soprattutto in virtù del ruolo centrale giocato da Abu Dhabi nella regione del Golfo e a livello internazionale.

In totale, la regione del Sahara occidentale ha assistito all’apertura di 16 missioni diplomatiche dalla fine del 2019, perlopiù da parte di Paesi africani che hanno stabilito le proprie rappresentanze a Laayoune e a Dakhla, città portuale situata più a sud.

Come evidenziato dallo stesso Ministro degli Esteri marocchino, l’iniziativa degli Emirati Arabi è “tutt’altro che un’azione priva di significato”, ma anzi, appare “dotata di un preciso valore politico, legale e diplomatico”, in grado di rafforzare la sovranità e “l’identità marocchina” del Sahara Occidentale.

La disputa in quest’area ha avuto inizio nel 1975 quando, in seguito al ritiro del dominio spagnolo, il Marocco ha annesso una parte della regione, situata sulla costa Nord-occidentale dell’Africa. In risposta, nel 1976, il Fronte Polisario, costituitosi come movimento il 10 maggio 1973, ha annunciato la nascita della Repubblica Democratica Araba dei Sahrawi (SADR), instaurando un governo in esilio in Algeria ed intraprendendo una guerriglia per l’indipendenza durata fino al 6 settembre 1991, anno in cui venne dichiarato un cessate il fuoco, promosso dalla Missione delle Nazioni Unite per il referendum nel Sahara Occidentale (MINURSO).

Ad oggi, il governo di Rabat rivendica la propria sovranità sull’80% del Sahara Occidentale, mentre il Fronte Polisario, che già controlla una striscia desertica dell’area ad est delle mura di difesa del Marocco, continua a battersi affinché venga indetto un referendum per l’autodeterminazione del proprio territorio, dove risiedono circa mezzo milione di individui.

Nel corso della cerimonia di inaugurazione del consolato, l’ambasciatore emiratino ha evidenziato come tale decisione di istituire un consolato in quella zona attesti la vicinanza del Paese del Golfo al Regno marocchino per le “giuste cause” in cui si batte, all’interno di fora regionali ed internazionali. Il ministro degli Esteri di Abu Dhabi, Sheikh Abdullah bin Zayed al-Nahyan, intervenuto nella cerimonia di inaugurazione, ha affermato che la mossa si fonda sulla decisione di una leadership “saggia”, che testimonia il legame storico ed il “partenariato strategico” tra i due Paesi. A tal proposito, gli UAE si sono detti desiderosi di rafforzare ulteriormente le relazioni con il partner marocchino, aprendo ulteriori canali di dialogo e di cooperazione, con il fine di promuovere lo sviluppo e la crescita di entrambi i Paesi, oltre che pace e stabilità a livello globale.

Il nuovo consolato di Laayoune svolgerà quindi un ruolo significativo nel promuovere nuove opportunità di cooperazione in aree di mutuo interesse, rafforzando i legami culturali, economici, commerciali e di investimento tra Marocco ed Emirati Arabi Uniti.

L’apertura del consolato emiratino mostra, quindi, da un lato il sostegno di Abu Dhabi all’integrità territoriale marocchina e allo sviluppo di una cooperazione reciproca più stretta, mentre, dall’altro, è indice del successo della politica adottata dal re marocchino, Mohammed VI, desideroso di instaurare legami pacifici con gli altri Paesi della regione, preservando, al contempo, la propria integrità territoriale e nazionale.

 

 

Bookreporter Settembre

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