Francia: le manifestazioni degli operatori sanitari e l’arresto violento di un’infermiera

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“Non vogliamo una medaglia, vogliamo uno stipendio che corrisponda a ciò che portiamo alla società”: il 16 giugno medici, inservienti e infermieri hanno manifestato in tutta la Francia per ricordare al governo le promesse fatte al settore ospedaliero, in piena emergenza dovuta al Covid-19. “Niente più applausi, spazio ai raduni” hanno urlato i manifestanti. L’obiettivo delle prime manifestazioni autorizzate dall’entrata in vigore del confinamento, è trarre vantaggio dal sostegno ottenuto dalla popolazione durante la crisi sanitaria al fine di ottenere progressi per i dipendenti degli ospedali e degli alloggi per i dipendenti di lunga durata, accolti come “eroi in camice bianco” dal Presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, all’inizio della pandemia. A Parigi si sono verificati scontri con la polizia ed il video dell’arresto di un’infermiera ha scosso la Francia

Le manifestazioni

Dopo tre mesi di crisi sanitaria, medici, inservienti ed infermieri, il 16 giugno, hanno manifestato ovunque in Francia, per ricordare al governo le promesse fatte al settore ospedaliero, in piena emergenza dovuta alla diffusione del Covid-19. Nell’ambito della giornata d’azione nazionale organizzata da sindacati e collettivi degli operatori sanitari, vi sono stati più di 250 raduni. Le prime manifestazioni autorizzate in Francia dall’entrata in vigore del confinamento tre mesi fa, hanno registrato una partecipazione maggiore di quelle del 14 febbraio – data dell’ultima grande mobilitazione per il settore ospedaliero. Secondo la Polizia francese il 16 giugno si sono radunate 18.000 persone a Parigi, 7.500 persone a Tolosa, 6.000 a Lione, 5.500 a Nantes, almeno 4.000 a Bordeaux o Strasburgo, 3.800 a Grenoble, 3.500 a Marsiglia e così via.

Trarre vantaggio dal sostegno ottenuto dalla popolazione durante la crisi sanitaria al fine di ottenere progressi per i dipendenti degli ospedali e degli alloggi per i dipendenti di lunga durata, accolti come “eroi in camice bianco” dal Presidente Emmanuel Macron, all’inizio della pandemia: questo l’obiettivo delle manifestazioni.

 

“Siamo in costante lotta per mantenere la qualità delle cure” hanno urlato i manifestanti. “Non vogliamo una medaglia o un piccolo bonus di nascosto, vogliamo uno stipendio all’altezza di quello che le nostre professioni portano alla società” spiega Clara Grémont, inserviente vicino a Montpellier, dove diverse migliaia di manifestanti hanno sfilato dalle 10 del mattino. In questa folla, Jacques, in pensione, riferisce che dopo aver applaudito per molte serate alle 20 per sostenere gli operatori sanitari è venuto “per farlo dal vivo perché [era] spaventato dello stato degli ospedali pubblici evidenziato dalla crisi da Covid-19 ”.

A Marsiglia, diverse centinaia di persone si sono radunate in tarda mattina vicino alla stazione ferroviaria di Saint-Charles, con musica ed infermiere in testa. Tra queste, Aurore Le Huerou, impiegata di un ospedale privato, denuncia di non aver ricevuto bonus e nessun altro tipo di aiuto, “mentre noi abbiamo contribuito come gli altri, siamo esausti, ci priviamo di tutto e il nostro salario non aumenta”.

A Parigi, i leader sindacali insieme ai rappresentanti di tutto il personale ospedaliero, erano presenti nel primo pomeriggio davanti al Ministero della Salute, il punto di partenza della manifestazione verso gli Invalides e l’Assemblea nazionale. Nathalie Ritz, un’infermiera di psichiatria nella regione, ha manifestato con i colleghi per esprimere la sua indignazione con un cartellone su cui figurava la scritta “né suora, né stupida, né bestia da soma”. “Per anni abbiamo sofferto, abbiamo lottato costantemente per mantenere la qualità delle cure, ma abbiamo raggiunto un punto in cui non possiamo più assumerci la responsabilità” ha affermato.

Gli scontri con la polizia e l’arresto di un’infermiera

A Parigi la manifestazione ha assunto un’altra sembianza intorno alle ore 15.00: quando i manifestanti sono giunti all’Esplanade des Invalides, i manifestanti pacifici hanno lasciato il posto a diverse centinaia di manifestanti vestiti di nero, che hanno appiccato il fuoco e lanciato proiettili contro la polizia , gridando “tutti odiano la polizia”. Le forze dell’ordine hanno risposto con numerosi colpi di gas lacrimogeni, in un clima teso e caotico. “Siamo stati derubati di questa manifestazione con la forza” ha denunciato Patrick Pelloux, Presidente dell’Associazione dei medici di emergenza della Francia, dicendosi “disgustato”. Numerosi operatori sanitari hanno criticato le forze dell’ordine, accusate di usare una forza sproporzionata.

 

Un’infermiera di un ospedale alla periferia di Parigi è stata brutalmente fermata dalla Polizia: le immagini che la ritraggono inginocchiata a terra, con il camice bianco, in mezzo a poliziotti in assetto antisommossa, hanno provocato indignazione in tutta la Francia ed hanno acceso una battaglia mediatica in un momento in cui le violenze della polizia sono nel mirino, sulla scia delle rivendicazioni in atto negli Stati Uniti. L’infermiera appare con il volto insanguinato, in preda ad una crisi di panico ed implorando la somministrazione di un farmaco per l’asma. La donna, di nome Farida, pronuncia il suo nome prima di essere azzittita con una mano da un agente, presa per i capelli e spinta in una macchina della polizia verso il commissariato del settimo arrondissement.

“Questa donna è mia madre” ha twittato la figlia dell’infermiera Imen Mellaz, giornalista di France24, che ha organizzato un sit-in davanti al commissariato. L’hashtag #LibérezFarida è diventato tra i più popolari su Twitter, ma nel frattempo un sindacato di polizia ha lanciato una contro-offensiva mediatica, diffondendo un altro filmato nel quale l’infermiera lanciava proiettili contro l’agente.

L’infermiera sarà processata per “disprezzo” e “violenza”. Ha ammesso di aver lanciato pietre, ma, ha affermato che la sua rabbia non era diretta contro la polizia ma verso lo stato.

Una vicenda che mostra la disperazione del settore pubblico ospedaliero- comune ad altre categorie della società civile francese- e la violenza della polizia come questione cruciale in Francia e nel mondo.

 

 

 

 

Bookreporter Settembre

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