Brexit, a un mese dal trionfo di Boris Johnson

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Il 12 dicembre si sono svolte in Gran Bretagna le elezioni politiche per il rinnovo della Camera dei Comuni, ben 650 membri, e per la scelta del nuovo Primo Ministro: a trionfare – e dunque confermare la carica – è Boris Johnson. Quello appena formatosi è un “Governo del popolo” secondo Johnson, con lo scopo di garantire pari opportunità e uguaglianza, per dar voce alle ambizioni del paese post-Brexit e riportare il Regno Unito a “svettare sul mondo”.

Le elezioni

Le elezioni del 12 sono state chieste proprio da Boris Johnson in via eccezionale; si tratta infatti di elezioni anticipate richieste poiché nelle elezioni del 2017 non è emersa una maggioranza, e ciò ha portato i Conservatori a doversi alleare con un piccolo partito nordirlandese, il DUP. Quello scorso è stato dunque un governo debole ed inefficace, anche per la Brexit. Quest’ultimo è forse l’argomento centrale della campagna elettorale ed anche motivo principale della vittoria di Johnson, che ha garantito l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea entro il limite previsto, 31 gennaio, per poi tornare ad occuparsi di tutto ciò che in questi anni è stato trascurato per i lunghi negoziati.

I principali partiti che si sono sfidati in questa tornata elettorale sono i Conservatori ed i Laburisti. I primi sono al governo dal 2010, le principali figure sono state David Cameron, Theresa May e per l’appunto Boris Johnson, e risulta essere il partito più votato dagli anziani over 65 anni; i Laburisti sono guidati da Jeremy Corbyn, leader di sinistra che in campagna elettorale ha proposto di alzare la soglia per gli stipendi minimi, nazionalizzazioni, rendere più proporzionale la distribuzione delle tasse, importanti investimenti nelle energie rinnovabili. Per ciò che riguarda la Brexit, Corbyn non ha una posizione decisa poiché il suo stesso elettorale è diviso tra favorevoli e contrari. Altri importanti partiti che hanno preso parte alle elezioni sono i Liberal Democratici – contrario a Brexit – e lo Scottish National Party, presente solo in Scozia.

A vincere è stato Boris Johnson: i Conservatori hanno infatti ottenuto 365 seggi, guadagnandone 47 rispetto a prima, garantendo dunque un’ampia maggioranza e permettendo al Primo Ministro di poter governare senza ulteriori partiti. Se la vittoria dei Conservatori è definita un trionfo, per i Laburisti si può parlare di disastro: hanno ottenuto 203 seggi, 59 in meno rispetto alle precedenti elezioni, ed hanno perso in una zona sempre stata “rossa”, il Nord; per questi motivi, è senz’altro la sconfitta laburista più grave dal 1935. Le principali critiche mosse a Corbyn sono state sicuramente la mancanza di una decisa posizione sulla Brexit, nonché l’elaborazione di un programma radicale e la scarsa leadership dimostrata. Quanto all’affluenza, gli elettori che si sono recati alle urne sono stati circa il 62%.

Successivi sviluppi

“Adesso faremo la Brexit in tempo entro il 31 gennaio, senza se, senza ma e senza forse” dichiara Boris Johnson all’indomani delle elezioni. Dopo la sua vittoria, Johnson ha intrapreso un tour di celebrazione per il risultato ottenuto, basato sul “Get Brexit done” e “unificazione del Paese”. Ha dichiarato quindi di assumersi l’impegno di ripagarne la fiducia agli elettori, sia sulla Brexit che su tutto il resto. “Ricostruiremo la nostra autostima, la nostra magia, la fede in noi stessi. Sarà un tempo meraviglioso per il nostro Paese, meraviglioso. E torneremo a svettare sul mondo”, ha affermato il Premier nel pieno dell’entusiasmo per la sua vittoria.

La questione brexit rimane al centro dei dibattiti, ma essendo molto chiara la posizione di Boris Johnson si crede che si inizi da subito a discutere l’accordo negoziato ad ottobre con l’UE, al fine di garantire l’uscita dall’UE proprio il 31 gennaio 2020. Le elezioni della Camera dei Comuni sono state in parte interpretate anche come un referendum indiretto sull’uscita dall’UE, obiettivo principale di Johnson stesso. “Con Boris Johnson abbiamo concordato di lanciare i negoziati per la partnership tra Ue e Regno Unito al più presto. Ci incontreremo all’inizio del 2020” afferma la presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen, dopo aver dato le sue congratulazioni al premier per la vittoria elettorale; inoltre, ricorda anche che il Regno Unito sarà sempre un amico, un partner ed un alleato.

Proprio venerdì 20 dicembre si è avviato l’iter per la ratifica parlamentare a Westminster della legge sul recesso britannico dall’UE, mentre l’approvazione finale del negoziato verrà attuata prima del 31 gennaio. Inizieranno poi le trattative commerciali per un accordo tra UK e UE che dovrà essere ratificato dagli Stati Membri. Se tale accordo verrà concluso entro tre mesi, il Regno Unito lascerà l’Unione Europea il 1° gennaio 2021.

Bookreporter Settembre

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