I venti di guerra che soffiano dalla Turchia arrivano a Parigi

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L’offensiva turca avviata dal primo ministro Erdoğan ha ripercussioni che arrivano anche a Parigi: entrano nello Stade de France dove si gioca la partita Francia-Turchia per la qualificazione agli europei di calcio del 2020 e giungono fino in piazza dove dei manifestanti sfilano a sostegno della popolazione curda.

La partita si gioca nel segno dell’alta tensione per la sicurezza e le crisi diplomatiche scoppiate dopo l’offensiva turca contro la popolazione curda nel nord-est della Siria. A poche ore dal fischio d’inizio il capo della diplomazia francese, il Ministro dell’Europa e degli affari esteri Jean-Yves Le Drian, ha annullato la sua partecipazione al match. Durante tutta la giornata a Parigi si sono susseguiti appelli volti a boicottare ed annullare la partita. Molti avevano auspicato che, data la situazione delicata in Siria, la UEFA decidesse di non giocare la partita.

Il 14 ottobre la nazionale francese si è trovata a giocare contro la squadra che pochi giorni prima, in occasione della partita contro l’Albania, si è presentata in campo eseguendo il saluto militare in omaggio al presidente turco Erdogan. La nazionale turca è accusata infatti di essere divenuta “il megafono della propaganda” di Erdogan. Allo Stade de France i calciatori turchi ufficialmente non hanno replicato il saluto militare, ma sembrerebbe che questo sia stato effettuato ma non sia stato trasmesso da M6, l’emittente che ha trasmesso la partita. All’emittente è stato chiesto infatti dalla UEFA di non trasmettere alcuna scena con sfumature politiche. In ogni caso non sono mancate le reazioni politiche: la leader di Rassemblement National, Marine Le Pen, in un tweet ha invocato una sanzione alla nazionale turca. Anche il leader di France Insoumise, Jean-Luc Mélenchon, stigmatizzando il comportamento dei giocatori turchi, ha affermato “Non giochiamo a calcio con loro. La base dello spirito sportivo non c’è più”.

Per quanto riguarda l’altra faccia della medaglia, dopo l’offensiva turca diverse organizzazioni hanno incitato a scendere in piazza e protestare contro l’offensiva turca. A Parigi una prima manifestazione di sostegno ai curdi si è tenuta il 12 ottobre all’Eplanade des droits de l’homme, in prossimità di Place du Trocadero, su invito particolare dell’Istituto curdo di Parigi, la rivista “La regola del filosofo del gioco Bernard-Henri Levy” e del Consiglio di coordinamento delle organizzazioni armene di Francia (CCAF).

“L’impensabile è arrivato. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha lanciato la sua offensiva contro il Kurdistan siriano alla fine di mercoledì pomeriggio. Quest’uomo che era, durante gli anni della guerra contro Daesh, il principale contrabbandiere delle migliaia di jihadisti che radunavano il califfato attraverso la Turchia, iniziò a bombardare questi curdi siriani che erano, negli stessi anni, con i Peshmergas del Kurdistan iracheno, la resistenza più determinata “, scrivono gli organizzatori in un forum pubblicato giovedì sul quotidiano Le Monde. “Non ricordiamo di aver visto, negli ultimi anni, un simile caso di tradimento e tradimento (…). Questi sono tutti i risultati della guerra anti-Daesh, questi sono tutti i frutti di questa lunga lotta che americani, europei, curdi di Siria e Iraq hanno condotto e vinto insieme, spalla a spalla. L’Europa accetterà il fatto compiuto?” aggiungono.

“L’invasione turca è sinonimo di massacri, pulizia etnica, drammi umanitari. Impedirà alla Siria una guerra ancora più profonda e causerà un esodo di massa “, scrive il CDK-F, il Consiglio democratico curdo in Francia che riunisce quasi 25 associazioni.

Il 12 ottobre, diverse migliaia di persone si sono radunate anche a Place de la République, in seguito all’invito dello stesso CDK. La manifestazione è poi proseguita con direzione Chatelet, nel cuore di Parigi.

“Il mio cuore è spezzato” afferma Zilan, una giovane donna curda di origine turca “siamo una grande famiglia”. Umut, 32enne ribolle di impotenza dall’inizio della settimana: “Non aiuta stare qui. Saremmo più utili lì, combattendo “.

Durante la manifestazione alcuni politici di sinistra – Olivier Besancenot, Eric Coquerel e Jean-Luc Mélenchon – hanno invitato il governo francese ad agire, suscitando così l’applauso da parte di tutti i presenti. Chi segue i progressi dei combattimenti sui canali curdi ogni giorno, non si fa invece illusioni su alcun intervento francese nel Rojava: “I curdi, storicamente, li lasciamo sempre cadere” affermano. Sui cartelloni delle persone scese in piazza si legge “La Turchia invade il Rojava, l’Europa contempla”.

Simili manifestazioni sono state organizzate in molte altre città della Francia, tra cui Marsiglia, Strasburgo, Lille e Lione ed al di fuori dell’”Hexagone” le persone sono scese in piazza a sostegno dei curdi a Cipro, Atene, Varsavia e Bruxelles.

Bookreporter Settembre

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