Tunisia: muore il Presidente Beji Caid Essebsi, avvio fase di transizione verso le presidenziali

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Il 25 luglio scorso, giorno del 62esimo anniversario della proclamazione della Repubblica tunisina è morto il presidente Beji Caid Essebsi all’età di 92 anni. Dopo essere stato ricoverato per ben due volte nel mese di giugno in terapia intensiva presso l’ospedale militare di Tunisi, la notizia è stata resa nota da un comunicato ufficiale rilasciato dall’ufficio della presidenza.Nel 2014 egli era stato il primo presidente democraticamente eletto della storia della Tunisia, tre anni dopo la caduta della dittatura di Zine el Abidine ben Ali con la Primavera araba.

Già negli anni precedenti Essebsi aveva ricoperto diversi incarichi di governo: egli fu infatti ministro sotto Habib Bourguiba, fondatore della Tunisia moderna, e presidente della Camera sotto Ben Ali. I rapporti con quest’ultimo non furono però dei migliori, tanto che il futuro presidente tunisino nel 1994 deciderà di abbandonare temporaneamente la politica.

Grazie alla sua esperienza e alla presa di distanza da Ben Ali, con l’avvio della Rivoluzione dei Gelsomini nel 2011, la popolazione tunisina inizierà a considerarlo come un importante punto di riferimento per l’avvio di un nuovo corso della storia della Tunisia, caratterizzato da democrazia e libere elezioni. In questo contesto, nel 2014 fonderà il partito laico Nidaa Tounes (Appello della Tunisia), una coalizione di partiti laici che vinse le elezioni parlamentari fissate nel mese di ottobre e le presidenziali di novembre che lo elessero Presidente dello Stato nordafricano.

Nell’ aprile di quest’anno, in occasione del congresso del suo partito, Caid Essebsi aveva annunciato in via ufficiale la decisione di non presentarsi alle elezioni presidenziali che si terranno il prossimo 17 novembre, ritenendo che fosse necessario “fare largo ai giovani” per dare un nuovo slancio alla politica tunisina.  Alcuni, tuttavia, ritennero che le vere motivazioni alla base della scelta riguardassero la profonda crisi profonda interna al partito Nidaa Tounes, che nel tempo ha causato scissioni, perdita di parlamentari e la nascita di correnti rivali, portando a una perdita di consensi tra la popolazione. La scissione più pesante fu senz’altro quella che riguardò il primo ministro Youssef Chahed che dopo accesi contrasti con Essebsi, accusato di nepotismo per sostenere le ambizioni di leadership del figlio Mohammed, fonderà il partito Tahya Tounes (“Viva la Tunisia”).

Alla recente notizia della morte di Essebsi è seguita la proclamazione di 7 giorni di lutto nazionale ed è stata anticipata la data per le prossime elezioni presidenziali al 15 settembre. Durante questa fase di transizione il ruolo di Presidente ad interim della Tunisia sarà assunto dal Presidente dell’Assemblea dei rappresentanti del popolo (Arp), Mohamed Ennaceur. Egli avrà il compito, non di certo agevole, di traghettare il paese verso le ormai prossime consultazioni legislative e presidenziali. La procedura di nomina prevista dalla Costituzione approvata nel 2014, in realtà, prevede che la nomina di Ennaceur dovesse essere pronunciata dalla Corte Costituzionale, di cui però il paese non è ancora riuscito a dotarsi a causa dei numerosi ritardi attuativi del testo costituzionale. A causa di ciò, ma anche della necessità di colmare rapidamente il vuoto istituzionale generatosi con la morte di Caid Essebsi, la sua investitura è stata resa automatica, andando oltre le specifiche previsioni costituzionali. La durata della presidenza ad interim è fissata da un minimo di 45 giorni a un massimo di 90, motivo per cui è stato necessario anticipare le elezioni del futuro inquilino del Palazzo di Cartagine. Inoltre, la Costituzione tunisina stabilisce che il presidente ad interim, anche dopo il giuramento di fronte al Parlamento, non possa avviare un’iniziativa di revisione della Costituzione, indire referendum o sciogliere l’assemblea. Nessuna mozione di sfiducia nei confronti del governo può essere presentata nel corso della presidenza ad interim.

Gettando un rapido sguardo a quello che potrebbe essere lo scenario futuro della Tunisia, è necessario tenere presente che la scomparsa del protagonista della Tunisia post-Primavera araba rischia di favorire le ambizioni di potere del gruppo fondamentalista dei Fratelli musulmani, pronti a sfruttare le divisioni interne all’ala laica e moderata dopo aver vissuto 5 anni nell’ombra del riformismo promosso dal partito Nidaa Tounes. Il loro successo, se pur incerto, sembra essere favorito dalla grave crisi interna a Nidaa Tounes, che non è ancora riuscito ad individuare il futuro candidato per le elezioni presidenziali, ma soprattutto dal fatto che Essebsi non sia riuscito a  costruirsi un’eredità politica tale da proseguire sul cammino, da lui stesso tracciato, del riformismo e della tutela dei diritti umani.

Bookreporter Settembre

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