Boris Johnson nuovo premier in Gran Bretagna, Brexit più vicina

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Alexander Boris de Pfeffel Johnson, noto come Boris Johnson, è il nuovo leader del Partito Conservatore britannico ed il nuovo capo del governo.Il sistema britannico dispone che il capo del partito di maggioranza è automaticamente il capo del governo, pertanto l’ex sindaco di Londra ed ex giornalista sarà il nuovo Primo Ministro del Regno Unito, sostituendo la dimissionaria Theresa May. Non è previsto un voto di fiducia iniziale obbligatorio.

Johnson ha vinto il “contest” del suo partito, organizzato per indicare il successore della May, con 92.000 voti – circa il 66% – su 160.000 iscritti, riscuotendo più voti dell’attuale Ministro degli esteri Jeremy Hunt – unico rimasto insieme a Johnson in un sistema di elezione che di volta in volta ha eliminato candidati – il quale ha ottenuto 45.656 preferenze.

Le elezioni per il nuovo leader del Partito conservatore si sono tenute dopo le dimissioni di Theresa May alla guida del partito e dunque del governo in seguito ai ripetuti fallimenti nell’ambito delle trattative con l’Unione europea per la Brexit. Non a caso la questione cruciale di cui si dovrà occupare il nuovo Primo Ministro è proprio l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea.

Boris Johnson ha avuto un percorso non lineare, approdando dal giornalismo alla politica. Nato a New York da una famiglia britannica – ha la doppia cittadinanza ed in un’intervista del 2012 affermò che “tecnicamente” poteva anche diventare Presidente degli Stati Uniti.  Egli è  cresciuto a Bruxelles, dove il padre era uno dei primi eurocrati britannici, ha una famiglia cosmopolita, con origini francesi, tedesche e turche. Suo nonno, ad esempio, era Ministro dell’Interno dell’Impero Ottomano. La sua formazione, invece, è stata prettamente inglese, prima all’esclusiva scuola privata Eton, poi all’Università di Oxford, assieme al suo amico e successivamente rivale David Cameron, con il quale ha fatto parte del Bullingdon Club. Divenuto giornalista del Times, è stato licenziato per aver inventato una citazione, per poi essere assunto dal Daily Telegraph come vicedirettore, il quotidiano conservatore britannico e dallo Spectator come direttore. Inviato a Bruxelles come corrispondente, si è conquistato la reputazione di euroscettico, con molteplici critiche agli eccessi e sprechi dell’Unione europea, per questo detestato da colleghi e funzionari UE, ma amato dai lettori conservatori che nei suoi articoli trovavano una conferma dei loro pregiudizi nei confronti dell’Unione europea. Il suo passaggio alla politica ha seguito le orme del suo idolo, Winston Churchill. Nel 2001 è diventato deputato conservatore e tre anni dopo è stato licenziato dal ruolo di vicepresidente da Michael Howard, allora al vertice del Partito conservatore, a causa di uno scandalo sulla sua vita privata. Nel 2008 è stato eletto sindaco di Londra, storicamente laburista e nel 2012, in seguito al successo nella gestione delle Olimpiadi di Londra ha ottenuto un secondo mandato. L’esperienza da sindaco di Londra lo ha reso popolare e nel 2015 ha annunciato di candidarsi alle elezioni politiche, divenendo deputato e Ministro senza portafoglio nel secondo Governo Cameron. Quando quest’ultimo ha indetto il referendum sulla Brexit si è schierato per il leave, spostandosi in maniera decisa a destra durante la campagna elettorale. Nel governo di Theresa May è stato Segretario di Stato per gli affari esteri e del Commonwealth, per poi dimettersi nel 2018 protestando contro la linea adottata dalla May per la Brexit. Nelle varie dichiarazioni rilasciate nelle ultime settimane, Johnson ha spesso affermato di voler considerare la possibilità di un no deal, possibilità che però non convince molti parlamentari conservatori. Durante la sua campagna elettorale Johnson ha altresì promesso un taglio delle tasse per chi dichiara tra le 50.000 e le 80.000 sterline annue e di voler far di più per la categoria dei commercianti e degli imprenditori. Queste dichiarazioni, a causa della debole maggioranza dei conservatori, sono state giudicate strumentali.

Boris Johnson viene spesso rappresentato come l’emblema del politicamente scorretto, è conosciuto nel mondo per le sue gaffe, stranezze e per le bugie raccontate soprattutto sull’UE, ma da diversi anni stava costruendo il proprio percorso per diventare Primo ministro, nonostante in passato avesse affermato “Le mie possibilità di diventare Primo Ministro sono tante quante quelle di trovare Elvis su Marte o di reincarnarmi in un’oliva”.La sua elezione sposta la leadership conservatrice sempre più a destra ed in ambito euroscettico.

Johnson ha ringraziato la Premier uscente e ha reso omaggio al rivale Hunt nel suo discorso dopo la vittoria, nell’ambito del quale ha indicato i tre obiettivi principali del suo mandato: “Attuare la Brexit, unire il Paese, sconfiggere Jeremy Corbyn”. Egli ha ribadito di voler portare a termine il processo dell’uscita del Regno Unito dall’Ue entro il 31 ottobre, ha parlato della necessità di “ridare energia” al Paese ed al partito, di essere positivi ed ha assicurato di non temere la sfida.

Bookreporter Settembre

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