La Croce Rossa non è più rispettata, troppe le aggressioni al personale in soccorso

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Rocca (CRI): “Colpire chi porta soccorso significa annichilire la speranza”, sempre più spesso i volontari della Croce Rossa sono bersaglio di atti di violenza indiscriminata come testimoniano i tanti servizi giornalistici di cronaca.

In occasione della “Giornata nazionale delle vittime civili delle guerre” la Croce Rossa Italiana lancia “NON SONO UN BERSAGLIO”, la campagna che denuncia il costante intensificarsi di attacchi agli operatori sanitari nei teatri di conflitto in tutto il mondo, ma anche in “insospettabili” contesti come le città e le province italiane. L’iniziativa sarà veicolata da oggi attraverso i canali Rai, Mediaset, La7, Mondadori e nei circuiti cinematografici ANEM, MOVIE MEDIA e SPAZIO CINEMA ANTEO. Testimonial della campagna Fortunato Cerlino, noto attore della celebre serie tv “Gomorra”, che ha doppiato lo spot prodotto dal Comitato Internazionale di Croce Rossa (CICR) (in allegato, insieme al trailer “Soccorritori sotto attacco”, con le interviste agli operatori italiani).

Tra le azioni promosse con la campagna “NON SONO UN BERSAGLIO” c’è il lancio di un “Osservatorio” della Croce Rossa Italiana sulle aggressioni subite dai suoi operatori, con l’intento di censire i rischi legati al volontariato durante le attività svolte, evidenziare i contesti di maggior pericolo, fino ad arrivare all’elaborazione di proposte concrete. L’Osservatorio è già attivo e sta raccogliendo numerose denunce. Sarà poi diffuso un Decalogo nelle ambulanze CRI e in tutti quei mezzi e luoghi di soccorso che aderiranno all’iniziativa. In programma un Convegno internazionale a Roma, presso lo Spazio Europa, Via Quattro Novembre 149, il prossimo 15 febbraio, e numerose attività nelle piazze organizzate dai Comitati CRI su tutto il territorio nazionale.

La Presidenza del Consiglio dei Ministri è partner della campagna, insieme al Ministero della Salute e alla Rappresentanza in Italia della Commissione Europea. Altro media partner dell’iniziativa, la Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC).

“I Governi e le Istituzioni – sottolinea Francesco Rocca, presidente della Croce Rossa Italiana e della Federazione Internazionale delle Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa – possono fare molto, sia a livello internazionale – perché perfino le guerre hanno regole e feriti e soccorritori devono essere protetti, in ogni circostanza – che a livello nazionale, per far luce sul preoccupante fenomeno. L’opera di sensibilizzazione deve essere capillare: perché colpire chi porta soccorso significa annichilire la speranza, la civiltà, il futuro stesso”.

Bookreporter Settembre

3 Comments

  1. Buona sera, anch’io, purtroppo, nel mio piccolo, ho notato che il rispetto della Croce Rossa è in calo. Sono volontaria da sei anni e, quando faccio servizio dopo le 20.00, per rientrare a casa, sono obbligata ad atteaversare a piedi un ponte, in una zona non proprio bella della mia città . Sino a qualche anno fa non avevo alcun timore, percorrevo il ponte in divisa e nessuno si è mai permesso di importunarmi, negli ultimi due, tre anni le cose sono cambiate, tanto che evito il piu possibile di svolgere turni serali se non strettamente necessari. Personalmente credo sia una conseguenza, della perdita, lenta ma, costante di valori nell’essere umano, non si ha più rispetto per niente e nessuno, di conseguenza, nemmeno per la Croce Rossa, aggiungo che ultimamente, siamo visti male, proprio per i nostri 7 principi, mi è capitato spesso negli ultimi tempi, di essere additata come, buonista, avendo a cuore ogni singolo essere umano, criticata anche da “insospettabili” a volte la mia famiglia stessa, mi domanda “ma chi te lo fa fare, di prenderti dei nomi, per aiutare chi nemmeno conosci” ma io sempre più fermamente rispondo “per fortuna che la Croce Rossa c’è, e ci sarà sempre”

  2. Io faccio parte della grande famiglia “Benemerita Croce Rossa Italiana” dall’ Ottobre del 1973 e posso dire che fino ad oggi nessuno si è permesso di offendere la mia persona durante il servizio svolto. Io indossare la divisa CRI mi da orgoglio e tanti soddisfazioni . Auguro a tutti i volontari di essere fieri ad indossare la divisa CRI e aprire il cuore a chi ti chiede una mano.

  3. È perfettamente giusto difendere i Volontari dalle aggressioni. Ma, Rocca, non dimentichi che anche Lei, nei confronti di qualche Volontario è un aggressore. Regolamento e codice etico per Ella si applica ad personam e a convenienza. Perché si rifiuta di incontrarmi? Di cosa si preoccupa???

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