Israele e Ciad, dopo 46 anni riprendono le relazioni.

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Senza preavviso, il Primo Ministro Benjamin Netanyahu si è riunito di nuovo martedì con il Presidente ciadiano Idriss Déby, dopo la visita inaspettata di quest’ultimo in Israele domenica scorsa, per ristabilire i legami spezzati per quarantasei anni. Il capo del governo israeliano ha annunciato che viaggerà “presto” nel paese africano a maggioranza musulmana per riprendere le relazioni diplomatiche. I leader hanno discusso della lotta al terrorismo e del rafforzamento della cooperazione bilaterale.

Nella sua apertura politica diplomatica nei confronti del mondo arabo e del continente africano, Netanyahu ha intrapreso tour e visite, con l’obiettivo di rompere l’isolamento regionale subito dallo Stato ebraico dopo l’occupazione dei territori palestinesi da più di mezzo secolo.  Il primo ministro israeliano ha anticipato che a breve viaggerà in altri paesi arabi, all’interno di una strategia guidata dalla “forza economica e tecnologica” di Israele. Il Sudan, in Africa e il Bahrain, nel Golfo, vengono presentati come i prossimi obiettivi.

Negli ultimi mesi, Netanyahu ha ripreso i contatti diplomatici nella regione, a cui Israele si era impegnata dopo gli accordi di Oslo I e Oslo II, nel 1993 e nel 1995, ma che erano rimasti sospesi dopo lo scoppio della Seconda Intifada. Il Primo ministro ha visitato, un mese fa, il Sultano Qaboos di Oman, e tre dei suoi ministri hanno partecipato alle riunioni internazionali che si sono svolti tra i Paesi del Golfo, con al centro del dibattito la crescita della presenza iraniana nella regione.

Netanyahu ha compiuto sforzi negli ultimi anni per espandere le relazioni diplomatiche in Africa, dove ha già fatto diversi viaggi e pianificatone altri nel centro del continente. Fonti della delegazione ciadiana citate dalla stampa israeliana hanno sottolineato che il viaggio di Déby in Israele è stato incentrato su questioni di sicurezza. “Condividiamo la lotta contro il flagello di questo secolo, che è il terrorismo”, ha detto presidente. L’esercito ciadiano ha acquistato armi ed equipaggiamenti militari da Israele per combattere la ribellione jihadista affiliata a Boko Haram.

L’esercito ciadiano ha recentemente ricevuto veicoli militari e navi dagli Stati Uniti come contributo alla sua lotta contro gruppi affiliati allo Stato Islamico nell’Africa centrale ed occidentale. Il Ciad è diventato una potenza militare emergente ed un alleato essenziale dell’Occidente nelle operazioni contro il terrorismo jihadista in Mali, partecipando alle missioni militari regionali contro Boko Haram.

“L’abolizione delle relazioni diplomatiche nel 1972 non ci ha impedito di mantenere buone rapporti”, ha precisato il Presidente del Ciad all’inizio della sua visita, annunciata poche ore prima che il suo aereo atterrasse in Israele. Ha anche ricordato che “la questione palestinese” debba essere risolto sulla base di un “dialogo aperto”. Più della metà dei ciadiani sono musulmani, rispetto al 40% che dichiara di essere cristiano protestante o cattolico. Il governo palestinese guarda con molta preoccupazione questa apertura israeliana verso il mondo arabo africano e non solo, cercando di portare tale preoccupazione al centro del dibattito sia della Lega Araba che dell’Organizzazione della Cooperazione Islamica.

Di Mario Savina

Bookreporter Settembre

Mario Savina, analista geopolitico, si occupa di Nord Africa e Medio Oriente. Ha conseguito la laurea in Lingue e letterature straniere all’Università di Bologna, la laurea magistrale in Sviluppo e Cooperazione internazionale a La Sapienza, dove ha ottenuto anche un Master II in Geopolitica e Sicurezza globale. Su European Affairs scrive nella sezione Medio Oriente.

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