Polemica MOAS,Croce Rossa: “La nostra missione è salvare vite, non fare polemiche politiche”

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L’attacco alla Croce Rossa stavolta non avviene in zona di guerra ma si potrebbe dire da fuoco amico da chi in egual modo si prodiga per i più deboli, Gino Strada, il presidente di Emergency, in un’intervista a La7 discutendo sul “Business Immigrati” ha dichiarato che la collaborazione tra Emergency e il MOAS, ONG maltese fondata da Regina Catrambone di origine Italo Americana, si è interrotta nel momento in cui la Croce Rossa avrebbe offerto più di loro nella copertura delle spese per la missione di salvataggio. Un accusa velata di “opportunismo” umanitario che la Croce Rossa rigetta con forza ma che purtroppo hanno scatenato una tale reazione sui media che non può essere ignorata.

La collaborazione tra la Croce Rossa Italiana e il MOAS inizia ben prima della fatidica data indicata da Gino Strada, periodo in cui le due navi in dotazione alla ONG maltese era assegnate distintamente ad Emergency e alla Croce Rossa Italiana, che individualmente ne coprivano i costi di missione.

In seguito La Croce Rossa Italiana è salpata con proprio personale medico-sanitario a bordo di entrambe le imbarcazioni del MOAS, la Phoenix e la Responder, tra giugno e agosto del 2016 fino alla conclusione dell’operazione nel dicembre dello stesso anno.

Questa Missione era inquadrata in un contesto di aiuto internazionale e finanziata da un progetto della Federazione Internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa che ha fornito i fondi  raccolti grazie ad un appello lanciato a tutte le componenti della federazione.

In questo contesto e nell’ambito degli obblighi dei principi fondamentali della croce rossa che impongono la neutralità, che sono molto dettagliati e impongono l’indipendenza da azioni politicizzate, la Croce Rossa ha chiesto che questa missione fosse realizzata in esclusiva, quindi su tutte e due le navi. Non sono stati utilizzati quindi finanziamenti pubblici italiani, ma ovviamente la Croce Rossa ha  lavorato nel pieno rispetto delle Convenzioni e degli accordi internazionali e delle leggi italiane, in pieno coordinamento con le autorità statali e la Guardia Costiera.

Da quanto abbiamo appreso dalla Croce Rossa non fu fatta nessuna pressione per interrompere altre missioni ma ha segnalato a MOAS quelle i limiti insuperabili per procedere. Quella missione, grazie alla quale sono state tratte in salvo più di 9 mila persone in 5 mesi, è stata resa necessaria dall’interruzione del programma ‘Mare nostrum’ e dall’aumento delle vittime in mare. Si è trattato, quindi, di un’operazione temporanea e cuscinetto, tesa a riempire quel vulnus creato dall’assenza di politiche sufficienti.

I costi sostenuti sono stati rilevanti e dovuti al duplice impegno, alla messa in azione di tutte due le navi per tutta la durata della missione.

“Polemiche strumentali che non fanno altro che trascinare nell’agone politico un tema di umanità” ha commentato la Croce Rossa Italiana rispondendo alle recenti dichiarazioni del fondatore di Emergency Gino Strada nella trasmissione ‘In onda’ su La 7 e  tutte le conseguenti dispute scaturite da esse ed enfatizzate sui social media –  “Nelle ultime ore siamo stati inconsapevolmente protagonisti di un dibattito ideologico da cui prendiamo immediatamente le distanze”

Bookreporter Settembre

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