Aiuti di Stato: la Commissione apre indagine approfondita sul dello Stato italiano ad Alitalia

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La Commissione europea ha aperto un’indagine approfondita per valutare se il prestito ponte di 900 milioni di euro che l’Italia ha concesso ad Alitalia costituisce un aiuto di Stato e se è conforme alle norme dell’UE in materia di aiuti alle imprese in difficoltà.

Margrethe Vestager, Commissaria responsabile per la Concorrenza, ha dichiarato: “È compito della Commissione garantire che i prestiti che gli Stati membri concedono alle imprese siano conformi alle norme dell’UE in materia di aiuti di Stato. Verificheremo se il prestito concesso ad Alitalia è conforme a tali norme.”

Alitalia è una compagnia aerea italiana di proprietà del consorzio Compagnia Aerea Italiana – CAI (51% delle quote) e Etihad Airways (49%). Alitalia si trova in una situazione finanziaria difficile da diversi anni. Il 24 aprile 2017, il personale di Alitalia ha respinto un piano che prevedeva il taglio dei costi e gli azionisti hanno quindi deciso di non fornire ulteriori finanziamenti all’impresa. Di conseguenza, il 2 maggio 2017 Alitalia è stata posta in amministrazione straordinaria conformemente al diritto fallimentare italiano.

Per garantire il finanziamento delle attività di Alitalia nel periodo dell’amministrazione straordinaria, nel maggio 2017 lo Stato italiano ha concesso all’impresa un prestito ponte di 600 milioni di euro. Nell’ottobre 2017, è stato erogato un ulteriore prestito di 300 milioni di euro. I commissari straordinari hanno inoltre avviato una procedura di gara finalizzata a trovare un acquirente per i beni di Alitalia.

Nel gennaio 2018, l’Italia ha notificato come aiuto per il salvataggio, ai sensi delle norme UE in materia di aiuti di Stato, in particolare degli orientamenti sugli per il salvataggio e la ristrutturazione, l’intero prestito di 900 milioni di euro che lo Stato ha concesso ad Alitalia. Tale notifica ha fatto seguito ad una serie di denunce che la Commissione ha ricevuto nel 2017, nelle quali si sosteneva che il prestito costituiva un aiuto di Stato incompatibile con le vigenti norme UE.

Al momento, la Commissione è del parere che il prestito statale costituisca un aiuto di Stato. Essa si appresta quindi a svolgere ulteriori accertamenti per verificare se il prestito soddisfi le condizioni previste dagli orientamenti. La Commissione teme che la durata del prestito, che va da maggio 2017 fino almeno a dicembre 2018, superi la durata massima di sei mesi prevista dagli orientamenti per i prestiti di salvataggio. La Commissione nutre inoltre timori sul fatto che l’aiuto non i limiti al minimo necessario.

La Commissione procederà ora ad un’ulteriore indagine per determinare se i suoi timori iniziali sono fondati. L’apertura di un’indagine approfondita offre a tutte le parti interessate la possibilità di esprimere la propria opinione in merito alla misura, senza pregiudicare in alcun modo l’esito dell’indagine stessa.

Contesto

In base alle norme dell’UE in materia di aiuti di Stato, gli interventi pubblici a favore delle imprese possono essere considerati privi di elementi di aiuti di Stato se vengono effettuati nel rispetto delle condizioni che un operatore privato avrebbe accettato a condizioni di mercato (il principio dell’operatore in un’economia di mercato). Se tale principio non risulta rispettato significa che gli interventi pubblici contengono elementi di aiuti di Stato ai sensi dell’articolo 107 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea, in quanto conferiscono al beneficiario un vantaggio economico che i suoi concorrenti non hanno. I criteri di valutazione degli interventi pubblici a favore delle imprese sono contenuti negli orientamenti sugli aiuti per il salvataggio e la ristrutturazione

Bookreporter Settembre

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