Venezuela, una crisi senza fine, la denuncia di Amnesty International

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Negli ultimi cinque anni il Venezuela ha vissuto una profonda crisi sociale, politica ed economica che ha fatto sì che generi di prima necessità diventassero introvabili all’interno del Paese. Stando alle cifre di Datanalisis, una società che si occupa di sondaggi d’opinione, la carenza di cibo e medicine ammonta attorno all’80%.

Moltissime persone decidono quindi di emigrare nella vicina Colombia, sperando di migliorare la propria situazione. “Le persone fuggono da una situazione agonizzante che ha trasformato patologie trattabili in questioni di vita o di morte. I servizi sanitari di base sono al collasso e trovare farmaci essenziali è una lotta costante: a migliaia di persone non resta che cercare cure mediche all’estero”, ha dichiarato Erika Guevara-Rosas, direttrice di Amnesty International per le Americhe.

Le storie di questo tipo sono moltissime, iniziando da chi soffre di malattie croniche per finire con chi aspetta un bambino: i dati riferiscono che nel 2016 in Venezuela il numero dei neonati morti è aumentato del 30% rispetto all’anno precedente, mentre il numero delle madri che muoiono a breve tempo dal parto è salito del 65%. “Ci sono dei bravissimi dottori nel mio Paese, ma a causa della situazione devono lavorare quasi a mani nude.” Afferma Karen, una donna incinta di nove mesi intervistata da Amnesty International nell’ospedale Erasmo Meoz di Cúcuta, in Colombia, dove si è trasferita sette mesi fa.

Alberto invece, affetto da una malattia cronica, racconta ad Amnesty che “Non c’erano medicine di alcun tipo. Quando andai in ospedale in Venezuela, mi dissero che era solo influenza, un virus che girava. Così decisi di stabilirmi qui in Colombia.”

Le autorità della Colombia stimano che nel 2017 il numero dei venezuelani presenti nel paese sia salito a 550.000. Lo scorso anno, secondo il ministero della Salute, i servizi sanitari colombiani hanno fornito cure mediche urgenti a oltre 24.000 venezuelani. Quelli situati nelle città di confine di Maicao e Cúcuta hanno curato un numero di pazienti due o tre volte superiore rispetto al 2016. Tuttavia, in Colombia gli ospedali provvedono a curare i cittadini stranieri solamente in condizioni di emergenza.

Il governo del Venezuela, nonostante abbia avuto una parte fondamentale nell’aggravare la crisi, razionando i beni di prima necessità e impiegando le proprie forze dell’ordine per reprimere il malcontento piuttosto che per servire i cittadini, nega che vi sia una crisi. Inoltre, sono stati rifiutati gli aiuti umanitari provenienti dall’estero.

Amnesty International ha creato la piattaforma “Uscita d’emergenza” in modo da aumentare la consapevolezza riguardo la situazione del Paese: qui verranno condivise le storie di chi dal Venezuela è fuggito in Colombia per cercare una vita dignitosa e potersi curare.

L’organizzazione inoltre chiede che si collabori con altri Paesi: “La comunità internazionale e lo stato venezuelano devono iniziare immediatamente a collaborare per mitigare questa crisi esplosiva” afferma Guevara-Rosas nel suo appello.

 

Bookreporter Settembre

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