Presidente Rocca CRI, necessario un piano a lungo termine per la stabilizzazione delle aree di crisi

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New York, il 17 agosto il Presidente della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa Internazionale ha incontrato il Segretario Generale dell’ONU Antonio Guterres nell’ambito del vertice “ La crisi del mediterraneo e i flussi migratori”.

Un vertice importante per i paesi europei e del mediterraneo che in questi anni hanno dovuto fronteggiare la crescita costante dei flussi di migranti provenienti dalle nazioni più povere e instabili dell’Africa e del Medio oriente .

Abbiamo potuto parlare con il Presidente Rocca al termine dell’incontro per approfondire i temi discussi a New York.

Presidente Rocca, questo incontro a New York è stato molto importante per mantenere alta l’attenzione sul problema dei flussi migratori nel mediterraneo , qual’è il messaggio più importante che ha voluto portare all’attenzione del Segretario Generale Guterres?

“Sicuramente Il tema dell’accesso umanitario in Libia e nel mar Mediterraneo ovvero il ruolo degli operatori umanitari che in questo momento è sotto attacco per molti motivi, ribadire che l’azione umanitaria è una azione fondamentale per i diritti fondamentali delle persone, questo è stato il messaggio principale con le preoccupazioni per il personale che in questo momento in Libia non può accedere liberamente, non ci sono le condizioni di sicurezza e legali per farlo. ”

 Infatti bisogna ricordare che sia il governo di Gheddafi che i nuovi rappresentanti Libici non hanno mai sottoscritto le convenzioni di Ginevra in tema di protezione dei rifugiati.

Il tema dei flussi migratori è molto delicato e di difficile soluzione, come lei ha sottolineato più volte, chi fugge da guerre e carestie troverà sempre una strada per mettere in salvo la propria famiglia, qual’è secondo lei la soluzione migliore per questo problema?

 Nessuno ha una soluzione chiavi in mano per un tema così delicato ma va sottolineato che l’anno scorso a New York c’è stato un grande dibattito sul problema del fenomeno migratorio e della crisi dei rifugiati, è stata adottata una carta con degli impegni che però al momento sono rimasti solo sulla carta. Quello che servirebbe nel medio lungo termine, che non risolverebbe il problema nel breve, ma nel medio lungo termine aiuterebbe a contenere il fenomeno migratorio, ovvero un intervento massiccio in Africa a sostegno della stabilizzazione di quei paesi che generano migrazione, vuoi perche paesi in conflitto o di crisi economica.”

 Quanti sono i volontari della CRI impegnati nell’accoglienza dei migranti ?

Se consideriamo tutte le attività che la cri pone in essere dal momento dell’arrivo, lo sbarco, ai centri di accoglienza si parla di diverse migliaia di almeno una rotazione di 8000 volontari.

Cosa ne pensa del nuovo regolamento di condotta per le ONG che partecipano alle attività di Search and Rescue al largo delle coste libiche?

Il nuovo regolamento non aggiunge e non toglie nulla all’arrivo dei migranti, vorrei che fosse chiaro, comunque la si pensi, il codice non toglie nulla rispetto l’accesso.

Ci sono diverse sensibilità come per esempio Medici senza Frontiere che a mio avviso vanno assolutamente rispettate, il codice di condotta non ha inlfuito minimanente sulla riduzione dei flussi, quello che invece ha ridotto I flussi è la decisione scellerata, a mio avviso , della guardia costiera libica di impedirte l’accesso nelle acque internazionali, non parliamo di acque territoriali libiche sia ben chiaro, nessuno vuole operare nella acque territoriali libiche, ma nelle acque internazionali.

Questa è una delle ragioni di preoccupazione che è stata condivisa ieri con il segretario generale, insieme alla necessità di avere una azione libera degli operatori umanitari in Libia. I migranti non devono essere mandati indietro, I respingimenti collettivi sono illegali nel momento che vengono salvati nelle acque internazionali.

Si aspetta da parte dell’Onu un sostegno all’ipotesi di far aprire alla Libia il supporto degli operatori umanitari?

Si certo l’ONU sta già studiando la situazione, c’è un dialogo , ma non ci dimentichiamo che stiamo parlando di un paese in conflitto, non c‘è una soluzione semplice ma si chiede di farci fare il nostro lavoro di operatori umanitari e di esprimere le gravissime preoccupazioni sulle condizioni di sicurezza I centri di detenzione dei migrant in Libia sono dei posti che generano violenza , testimoniata da diversi rapporti indipendenti.

Il Presidente Rocca ha potuto rappresentare all’ONU una situazione che non ha possibilità di soluzione nel breve termine e che potrebbe solo peggiorare se non affrontata con progetti a medio lungo termine nei paesi di provenienza con uno sforzo unitario della comunità internazionale teso alla stabilizzazione del Centro Africa e del medio Oriente .

Bookreporter Settembre

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