Difesa “ecologica”: l’impegno green della Marina Militare

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Dal Progetto Flotta Verde per la produzione di bio-combustibile al Programma S.A.U.R.O. in sinergia con la Protezione Civile, le iniziative della Marina Italiana in favore dell’ambiente

 Non solo difesa e soccorso, ma anche ricerca scientifica e tutela dell’ambiente. Prosegue a tutto tondo l’impegno “green” della Marina Militare Italiana, che spazia dalla mappatura dei fondali allo studio degli effetti delle microplastiche sulla catena alimentare, passando per le collaborazioni strategiche con INGV, Protezione Civile, WWF e MareVivo. «Lo scopo – dichiara il CF Stefano Ramacciotti – è quello di raggiungere entro il 2020 gli obiettivi fissati dalla “Marine Strategy” europea, che impone agli Stati membri la riduzione del proprio impatto sulle acque marine e l’adozione di misure ad hoc per la salvaguardia del patrimonio naturale».

Un dovere che le nostre divise hanno onorato immediatamente, guadagnando il “Green Global Banking Award” per la cura del Mediterraneo e la sigla di “Flotta Verde”, progetto sperimentale tra i più avanguardistici di settore. Nato nel 2012 per individuare un combustibile navale alternativo al petrolio, aumentare la sicurezza energetica nazionale e diminuire le emissioni inquinanti, si è in seguito evoluto con lo sviluppo di tecnologie ecosostenibili a bordo delle navi e la messa a punto di sistemi “energy saving” per il contenimento dei consumi.

In sinergia con l’ENI e la statunitense Honeywell-UOP, è stato così ottenuto il “GreenDiesel™”, combustibile alternativo miscelabile fino al 50% con il gasolio tradizionale di origine fossile. Il processo di produzione, attualmente alimentato dall’olio di palma  sostenibile certificato, potrà valersi in futuro dei cosiddetti oli di “seconda” o “terza” generazione, quelli cioè provenienti da scarti di cucina e industriali, oppure da colture avanzate quali ad esempio le microalghe. Essendo il tutto conforme alle specifiche NATO, non comporta necessità di modifiche a impianti e circuiti di bordo. Ai benefit derivati dal Green Diesel, si aggiunge un insieme di procedure “verdi”, come gli assetti propulsivi economici, la pulizia delle eliche, i LED per l’illuminazione, le vernici speciali per gli scafi, nell’ottica di un risparmio di energia e materiali che potrebbe tradursi in centinaia di tonnellate di combustibile l’anno.

«Fiore all’occhiello della Marina italiana, Flotta Verde – spiega il CF Antonio Bignone – diffonde l’impiego dei combustibili bioderivati insieme alla Great Green Fleet della US Navy, con cui collabora dal 2014 per la condivisione dei risultati ricerca e di policy ecosostenibili. Fondamentale in tal senso l’esercitazione durante la quale navi italiane e statunitensi hanno utilizzato il Green Diesel, con una quota di gasolio sintetico bioderivato prodotto in Italia. Per la prima volta nella storia, il 16 giugno 2016, il cacciatorpediniere Andrea Doria, nave Etna e le navi del Carrier Strike Group Eisenhower si sono incontrate in acqua per un rifornimento laterale combustibile verde».

 

Sempre in tema di disinquinamento marino, di grande rilevaza il “Progetto S.A.U.R.O.”, siglato questa volta con la Protezione Civile Italiana. Si deve a quest’ultima la brevettazione di un congegno per l’asportazione e la raccolta di rifiuti di ogni genere e dimensioni. Uno Skimmer Multipurpose volto ad arginare non solo le conseguenze di calamità naturali, ma anche l’impatto disastroso delle attività umane, come il rilascio in acqua di sostanze tossiche a seguito di incidenti industriali. «Il meccanismo – chiarisce il C.te Walter Mazzei della Protezione Civile – prevede un sistema a scala mobile, immaginato per il recupero di inquinanti sia solidi che liquidi di ogni forma e volume, come le plastiche anche di dimensioni sub millimetriche (Pacific trash vortex) gli idrocarburi e altro tipo di materiale. La rapidità d’operazione è di gran lunga superiore a quella dei normali skimmer, in modo da poter bonificare velocemente aree anche molto estese e in condizioni meteorologiche avverse».

 

Del resto, gli 8.000 km di costa che coprono in totale l’80% del territorio nazionale, fanno dell’Italia un “Paese marinaro” a tutti gli effetti, che non può prescindere dal rispetto delle acque. Oltre alla prosperità economica generale, dal mare dipende il nostro futuro. «Acqua e sale sono il nostro elemento. Il mare è il nostro luogo di lavoro, è casa nostra, e come tale lo curiamo», ha concluso il TV Federico Mariani alla presentazione di “Prue a mare, la Marina al servizio del Paese”, corto presentato all’Aqua Film Festival di Roma.

 

Viviana Passalacqua

 

Bookreporter Settembre

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