Nessun incontro tra Rivlin e Abbas, entrambi a Bruxelles

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Non c’è stato alcun incontro bilaterale tra il presidente israeliano Reuven Rivlin e quello dell’Autorità nazionale palestinese Mahmud Abbas. Entrambi i leader in visita ufficiale a Bruxelles per dialogare con i vertici Ue riguardo lo stallo del processo di pace in Terra Santa.

“Ero contento dell’iniziativa lanciata dai rappresentanti europei di fissare un incontro con il Presidente Abbas” – ha detto ieri Rivlin – “Che in queste stesse ore si trova come me a Bruxelles. Mi è dispiaciuto che abbia rifiutato. Non saremo in grado di costruire la fiducia tra le due parti se non iniziamo a parlarci in modo diretto”.

“Noi siamo favorevoli ad un accordo riguardo i due Stati. In questo momento, però, le circostanze geopolitiche per raggiungerlo non ci sono”, ha spigato il presidente israeliano, prendendo la parola nell’emiciclo dell’Europarlamento.

“No” ai nuovi negoziati di pace chiesti da Parigi

“Il tentativo della Francia di creare un tavolo negoziale non è la giusta soluzione. Cercare di trovare una soluzione permanente adesso è impossibile. Se la comunità internazionale vuole davvero diventare attrice costruttiva sui negoziati, dovrebbe cercare di creare più fiducia fra le due parti, creando i presupposti per i negoziati”.

 

Sicurezza ed investimenti

“Per creare i presupposti di pace è necessaria una leadership palestinese unica e forte. E, purtroppo, oggi al suo interno si cela anche Hamas. E con loro non possiamo dialogare – ha continuato Rivlin- Inoltre, è necessario che in Palestina si crei una infrastruttura economica stabile. E in questo è fondamentale il ruolo dell’Europa che dovrebbe investire di più in Giordania e Sammaria, in modo da aumentare l’occupazione palestinese e diminuire le differenze tra i nostri due popoli. Ritengo, che l’economia in Palestina si possa sviluppare anche con investimenti comuni tra israeliani e palestinesi attraverso joint venture, nel turismoe nelle energie rinnovabili”.

La questione dei confini

“Attualmente l’instabilità dei nostri confini non ci permette di essere completamente sicuri. Pensate ad Hezbollah. Lo stesso per quanto riguarda la Cisgiordania e la Sammaria. Noi stiamo facendo sforzi per la stabilità in questi territori, anche mettendo in gioco la nostra stessa sicurezza”.

La mancanza di fiducia degli uni con gli altri

“Bisogna considerare che esiste, tra israeliani e palestinesi, tra politici e popolazione, mancanza di fiducia. Eppure noi siamo favorevoli alla soluzione dei due Stati dal 1993 con l’accordo di Oslo, come abbiamo ribadito più volte nelle Knesset”.

Le condizioni per l’accordo

“Per noi è fondamentale la cooperazione con Egitto e Giordania. – ha concluso Rivlin – La comunità internazionale deve evitare qualsiasi attacco contro di noi. E’ necessario oggi trovare una soluzione per Gaza, dove 1 milione e mezzo di abitanti è sotto ricatto di Hamas. La pace si fa tra i leader, ma si esegue tra le popolazioni. Se l’Europa è interessata a tutto ciò dipende dalle vostre volontà”.

Di Fabrizio Ciannamea

 

 

 

Bookreporter Settembre

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