Egitto: la non verità su Regeni

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“I documenti di Regeni stato stati trovati nella casa di una sorella di uno dei banditi uccisi”. Questa la dichiarazione del ministro degli Interni egiziano Magdi Abdel Ghaffar, corredata dalle foto del passaporto del ricercatore italiano postate su Facebook, che confermano che il dottorando di Cambridge sarebbe stato prima rapito e poi ucciso lo scorso 3 febbraio da una banda criminale specializzata in rapine a stranieri. Una conclusione, quella degli inquirenti egiziani, non convincente e somigliante ad un depistaggio dalla verità.

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Il blitz delle forze di polizia all’alba di giovedì 24 marzo e la conseguente uccisione dei cinque rapinatori della banda responsabili del rapimento, della tortura e dell’uccisione Giulio Regeni sono stati confermati solo nella serata dal Ministro degli Interni. La pistola fumante sarebbe la borsa del ricercatore trovata a casa della sorella di uno degli uccisi, contenente passaporto, portafoglio, carta di credito e due cellulari.

Secondo quanto evidenziato dagli investigatori egiziani, la banda agiva fingendo di appartenere alle forze dell’ordine indossando le divise. Una motivazione che vuole di fatto fare passare come fraintendimento la convinzione del governo italiano e dei media internazionali che, dietro la morte del ragazzo, ci siano forze di polizia o servizi legati al presidente Al Sisi.

Nonostante l’annuncio dell’arresto dei possibili responsabili del delitto, continua ad essere questa la convinzione diffusa presso le istituzioni e i media italiani e internazionali. Proprio le incongruenze evidenti delle motivazioni fornite dal Ministro degli Interni egiziano avvalorano la tesi che sia proprio il governo egiziano a volere sotterrare la verità.

Innanzitutto, perché i rapinatori non si sono sbarazzati della borsa di Regeni? E poi, perché il rapimento e l’uccisione sono avvenuti a chilometri di distanza da dove agiva solitamente la banda? Infine, perché Giulio Regeni è stato anche torturato?

Questi elementi fanno supporre che la verità sulla morte di Giulio Regeni, così come la tragica scomparsa di tantissimi oppositori al regime di Al Sisi, sia di tutt’altra natura.
Giacomo Pratali

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Bookreporter Settembre

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