Libia: Farnesina conferma morte dei 2 italiani

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“Relativamente alla diffusione di alcune immagini di vittime di sparatoria nella regione di Sabrata in Libia, apparentemente riconducibili a occidentali, la Farnesina informa che da tali immagini e tuttora in assenza della disponibilità dei corpi, potrebbe trattarsi di due dei quattro italiani, dipendenti della società di costruzioni “Bonatti”, rapiti nel luglio 2015 e precisamente di Fausto Piano e Salvatore Failla. Al riguardo la Farnesina ha già informato i familiari. Sono in corso verifiche rese difficili, come detto, dalla non disponibilità dei corpi”. Questa la nota di giovedì 3 marzo del Ministero degli Esteri che conferma l’indiscrezione sulla morte degli italiani Fausto Piano, 61, e Salvatore Failla, 47. Mentre gli altri due compagni connazionali, Filippo Calcagno e Gino Pollicardo, rapiti anch’essi nel luglio scorso, “sono ancora vivi”, come riferito dal presidente del Copasir Marco Minniti.

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Le circostanze della morte

Mercoledì 2 aprile, Fausto Piano e Salvatore Failla sarebbero rimasti vittima di uno scontro a fuoco nei pressi di Sabrata tra le forze di sicurezza di Tripoli, guidate da Fajr Libya, e un gruppo di miliziani dell’ISIS. Secondo le fonti locali, i due italiani sarebbero stati colpiti mentre viaggiavano a bordo di un convoglio jihadista.

Le conferme video arrivate su Facebook e il comunicato della Farnesina non lasciano spazi a dubbi sulla morte dei due italiani. Dubbi, invece, che rimangono sin dagli albori dell’intera vicenda, a cominciare proprio dal rapimento del 20 luglio 2015. Infatti, al momento dell’assalto, i quattro dipendenti della Benetti stavano tornando a casa dalla Libia in Tunisia a bordo di un’autovettura, mentre solitamente i dipendenti di Eni e della stessa Benetti, per lo stesso viaggio, utilizzano un’imbarcazione marittima.

Non solo. Anche i mesi successivi sono avvolti in un alone di mistero. Se negli ultimi tre mesi già si sapeva della separazione dei quattro rapiti, meno si sapeva invece su chi li tenesse prigionieri, visto che una rivendicazione non è mai arrivata. Addirittura, fino a fine febbraio, era stato esclusa la pista ISIS.

Circostanza di fatto smentita con lo scontro a fuoco dove, molto probabilmente, i jihadisti hanno utilizzato i due italiani come scudo. Mentre gli uomini di Fajr Libya non erano al corrente che nel convoglio della brigata dello Stato Islamico fossero presenti i due dipendenti della Bonatti.

 

Giacomo Pratali

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Bookreporter Settembre

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