GEOPOLITICA DEL MONDO MODERNO

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Luglio 2015 - page 3

Ue, migranti: retromarcia sulle quote e l’Italia tace

EUROPA di

Scende da 40mila a 32mila il numero dei migranti, sbarcati quest’anno in Italia e Grecia, da ricollocare. Il provvedimento sarà in vigore da ottobre. I duri scontri del vertice sull’immigrazione del 26 giugno scorso lasciano lo spazio ad una tacita rassegnazione di Roma.

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Passo indietro sul fronte delle quote di migranti da redistribuire tra i Paesi dell’Unione Europea. Nella riunione tra i 28 membri di Bruxelles del 20 luglio, è stato deciso che il numero di migranti totali da accogliere saranno 32mila e non 40mila come previsto dalla proposta della Commissione Europea del 26 giugno. A questi, si devono aggiungere le 20mila persone, siriani ed eritrei, provenienti dai campi profughi.

La dura trattativa della nottata tra il 25 e 26 giugno appare un lontano ricordo. La presa di posizione del presidente del Consiglio Ue Tusk contrapposta alla reprimenda del presidente della Commissione Juncker al termine dei negoziati di un mese fa assomigliano ad un teatrino. Così come le tanto attese quote, proclamate all’epoca come “obbligatorie”, altro non sono che “volontarie”.

Mancano dunque circa 20mila migranti da ricollocare rispetto a quanto prefigurato a giugno. Intanto, da ottobre, circa 32mila persone giunte in Italia e Grecia saranno ricollocate in altri Paesi. Oltre agli annunciati no delle sempre più antieuropeiste Austria e Ungheria, stupisce il sì parziale dell’Irlanda, esentata secondo i trattati europei assieme a Gran Bretagna e Danimarca, all’accoglienza di 600 persone. In vetta, invece, troviamo la Germania con circa 10mila, la Francia con quasi 7000, l’Olanda con circa 2000.

Sul fronte ricollocamento dei profughi, le cifre appaiono diverse perché diverso, in senso positivo, è stato l’atteggiamento degli Stati membri Ue. Oltre ad Italia, Germania e Francia, spiccano a sorpresa la Gran Bretagna, l’Austria e la Spagna, oltre anche alla presenza di Paesi non-Ue come Svizzera e Norvegia.

A parte la suddivisione dei 20mila profughi, il resto del quadro resta opaco. Oltre all’accordo al ribasso, i 28 Paesi membri non si sono pronunciati sulle quote previste per il 2016, delle quali si riparlerà a fine 2015. L’accoglienza tiepida, ma “positiva dell’Italia”, secondo le parole del ministro degli Interni Alfano, stonano con i toni duri espressi nell’incontro di un mese fa dal primo ministro Renzi: “Se non siete d’accordo sulla distribuzione dei 40 mila migranti, non siete degni di chiamarvi Europa. Se volete la volontarietà, tenetevela”. A cosa è dovuto questo cambio di atteggiamento da parte di Roma?
Giacomo Pratali

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Marò: richiesto arbitrato internazionale

Asia/BreakingNews/EUROPA di

Il 26 giugno scorso è stata finalmente avviata la procedura di arbitrato internazionale sulla vicenda che coinvolge due fucilieri di marina italiani in India.

Come previsto dalla procedura l’Italia ha chiesto al tribunale internazionale del diritto del Mare di Amburgo che in attesa della conclusione del procedimento il Fuciliere di Marina Massimiliano Latorre possa restare in Italia, il Fuciliere di Marina Salvatore Girone possa farvi rientro e vengano sospese le procedure della giurisdizione a carico dei Fucilieri in India

Il Ministero degli Affari Esteri italiano con una nota diffusa alla stampa ha dichiarato che “ L’iniziativa  è dettata dalla necessità di tutelare i diritti dei Fucilieri di Marina Latorre e Girone e dell’Italia durante lo svolgimento del procedimento arbitrale avviato il 26 giugno”

Le autorità italiane si augurano che la procedura avviata porterà il Tribunale di Amburgo ad esprimersi sulle istanze italiane dovrebbe completarsi entro alcune settimane.

Italian’s Marines: Italy requested international arbitration

Asia @en/BreakingNews @en di

Last June 26th  was finally initiated the procedure of international arbitration on the issue involving two Italian naval riflemen in India.

As required by procedure, Italy has asked to the international court of law of the Sea in Hamburg that since the conclusion of the proceedings  the Rifleman Massimiliano Latorre can stay in Italy and  the Rifleman’s Salvatore Girone coulf return .

The Italian Ministry of Foreign Affairs with a statement released to the press said that “The initiative is dictated by the need to protect the rights of Fusiliers Marina Latorre and Girone and Italy during the course of the arbitration proceedings commenced on June 26”

The Italian authorities hope that the procedure will start the Hamburg court to advise on the Italian bodies should be completed within a few weeks.

Libia, rapiti quattro tecnici italiani

La Farnesina informa che quattro italiani sono stati rapiti in Libia nei pressi del compound della Mellitah Oil and Gas, si tratta di dipendenti della società di costruzioni Bonatti.

L’Unità di Crisi si è immediatamente attivata per seguire il caso ed è in contatto costante con le famiglie dei connazionali e con la ditta Bonatti.

Come noto in seguito alla chiusura dell’ambasciata d’Italia in Libia il 15 febbraio, la Farnesina aveva segnalato la situazione di estrema difficoltà del paese invitando tutti i connazionali a lasciare la Libia.

Libya kidnapped four Italian workers

BreakingNews @en/Energy di

The Italian Foreign Ministry informs that four Italians were kidnapped in Libya near the compound of Mellitah Oil and Gas

These are employees of the construction company Bonatti.

The Crisis Unit took immediate steps to follow the case and is in constant contact with the families of compatriots and with the company Bonatti.

As known, following the closure of the Embassy of Italy in Libya on February 15,

Libro Bianco della Difesa, come cambiano le forze armate italiane

Difesa di

Lungamente atteso dal mondo politico e militare, il Libro Bianco della Difesa è stato pubblicato in versione definitiva il 21 aprile scorso. Il documento – valevole per i prossimi 15 anni – detta le linee programmatiche per il perseguimento della sicurezza nazionale e la ridefinizione del ruolo italiano su scacchiere internazionale. Una revisione del vecchio testo che si muove sostanzialmente su quattro direttive: l’analisi geo-politica dei contesti di riferimento, la riforma del personale, la riorganizzazione della governance e la pianificazione degli investimenti in tecnologia e formazione. Premesso che, rispetto al passato approccio, spetta ora alla politica l’onere di assumersi la responsabilità delle scelte di settore, mentre all’Amministrazione Difesa il compito esecutivo di attuarle.

Ne deriva la futura necessità di provvedimenti e leggi governative che diano concretezza ai cambiamenti in essere. Primo pilastro del Libro, la valutazione dello scenario geostrategico in cui impegnare o sfoltire la presenza della nostra Forza Armata. Due i contesti prioritari: quello mediterraneo, dove l’Italia è coinvolta in prima persona anche in termini di politica estera e leadership nelle coalizioni internazionali, e quello euro-atlantico, che vede minacciate le tradizionali certezze relative a riduzione degli armamenti e trattati di disarmo. Rispetto al personale, caratterizzato da un’età media elevata e da un forte squilibrio tra gradi e categorie, si propone il ricorso a risorse più giovani, meglio ripartite tra servizio permanente e tempo determinato, e più specializzate.

Corpi di quadri intermedi diversificati e vertici dirigenziali ridotti, con percorsi di carriera e livelli di retribuzione proporzionati non solo al grado e all’anzianità, ma anche allo svolgimento di incarichi specifici. Maggior impulso alla creazione di una Riserva Selezionata che in caso di emergenza potenzi le fila delle unità operative, e all’evoluzione del concetto di Servizio Civile Nazionale. Quanto alla governance, il superamento della tripartizione delle spese di bilancio lascia spazio a una futura legge pluriennale – su cui si pronuncerà il Parlamento – in riferimento a tre voci di costo: personale, missioni e cooperazioni, operatività dello strumento militare. Ultima modifica, la programmazione degli investimenti in formazione e sviluppo tecnologico, in sinergia con i poli della ricerca e dell’industria.

Viviana Passalacqua

DOWNLOAD : Libro Bianco DIfesa

 

Ramadi: presto l’offensiva Usa-Iraq

Medio oriente – Africa di

Il conto alla rovescia dovrebbe essere ormai giunto al termine. L’offensiva targata Usa e Iraq per riprendere il controllo di Ramadi, capoluogo della grande provincia di Al-Anbar a 70 miglia a ovest di Baghadad, strappato nel maggio scorso dalle forze del Califfato è stata annunciata come prossima a inizio luglio dal presidente Usa Barak Obama. Una manciata di giorni in cui il servizio antiterrorismo iracheno avrebbe dovuto perfezionare il piano che vede coinvolti al momento i circa 5.000 soldati della polizia e dell’esercito federale iracheno schierati con l’appoggio della rappresentanze sunnite nel controllo delle zone circostanti la città. L’interesse per la provincia di Anbar risiede nella sua posizione geografica, al confine con l’Arabia Saudita e la Giordania e nella sua composizione sociale, basata su importanti tribù sunnite, ritenute fondamentali nella lotta contro lo stato islamico. La caduta di Ramadi, preceduta ad aprile dall’esodo che, secondo le fonti Onu, avrebbe portato alla partenza di 114.000 iracheni in cerca di rifugio lontano dalle milizie Isis, era stata considerata come l’apertura di un pericoloso corridoio verso la conquista della capitale irachena. La situazione è peggiorata ulteriormente nelle ultime settimane. I miliziani Isis, dopo aver liberato tutti i carcerati e issato le bandiere nere tappezzandone la città, hanno deciso di chiudere i condotti della diga di Radami costringendo ad una brutale siccità le zone di Khalidiyah e Habbaniyah, , baluardi del governo iracheno ai margini della diga e a poca distanza da Falluja. L’obiettivo sarebbe quello non tanto di minacciare la sopravvivenza delle popolazioni quanto di abbassare il livello del fiume Eufrate per consentire alle truppe Isis spostamenti più rapidi e sicuri verso Khalidiyah e quindi altri territori ancora in mano governativa. In risposta alla richiesta di aiuto lanciata dal premier iracheno Haider Al Abadi, gli Stati Uniti hanno recentemente implementato con l’invio di 450 soldati scelti le attività addestrative organizzate presso il nuovo centro realizzato nella base militare aerea di Taqaddum. Ora il numero complessivo dei militari Usa è salito a oltre 3.000 unità e non è escluso per il futuro, il prestito di elicotteri Apache alle forze irachene per supportare l’offensiva contro Isis. L’arrivo dei rinforzi Usa è stato affiancato dall’invio deciso dal Governo italiano di un contingente di 30 incursori del Col Moschin con compiti ufficialmente solo addestrativi. Al momento i militari italiani impegnati in Iraq nell’ambito dell’Operazione “Prima Parthica” finalizzata all’addestramento del personale delle KSF, Kurdish Security Forces, sono circa 200.

In autunno grande esercitazione NATO

BreakingNews/Difesa/EUROPA di

Più di 36 mila truppe provenienti da oltre 30 nazioni NATO, tra cui l’Italia con la base di Trapani, e di sette Paesi partner (Ucraina, Svezia, Finlandia, Austria, Australia, Bosnia ed Erzegovina e Fyrom), l’Unione europea, l’Unione africana e diverse organizzazioni umanitarie internazionali, parteciperanno ad una delle più grandi operazioni di simulazione militare NATO dalla fine della Guerra Fredda.
L’operazione SOROTAN si baserà sul fronteggiare una situazione di crisi in Cerasia (una regione fittizia), caratterizzato da instabilità nell’area dovuta ad attacchi terroristici, atti sovversivi, violazioni all’integrità territoriale, deterioramento della situazione umanitaria ed attacchi cibernetici (propaganda tramite media e social networks).
Il  Generale Maggiore Phil Jones, parte del commando Nato che sta organizzando l’esercitazione, afferma che la simulazione era stata pianificata già prima dell’avanzata del Daesh e dell’annessione della Crimea.

UNICEF: emergenza acqua in Ucraina

BreakingNews/EUROPA di

In seguito ad un sopralluogo del Responsabile delle Emergenze nell’Europa Centro-Orientale Robert McCarthy, l’UNICEF ha oggi dichiarato uno stato di crisi nell’accesso all’acqua potabile nell’ Ucraina dell’Est. Le analisi parlano di quasi un milione e mezzo di persone colpite dalla distruzione di circa il 40% dei condotti idrici funzionanti prima del conflitto. In particolare più di 470 mila persone, di cui 118 mila bambini, affrontano seri problemi ad accedere all’acqua potabile nella regione del Luhansk. Il rischio è anche l’aumento delle malattie collegato al consumo di acqua insalubre per via dei mezzi di trasporto utilizzati che risultano essere inadeguati.

Stati Baltici: "La nostra garanzia di sicurezza è la solidarietà"

Difesa di

Stati Baltici: I Presidenti di Lituania e Lettonia hanno annunciato che coopereranno nello sviluppo dei propri apparati militari in risposta alle crescenti minacce russe. Sembrerebbe che i due Paesi mirino ad invitare nel progetto di difesa comune, al quale si darà il via con l’acquisizione congiunta di materiale bellico, altri due alleati NATO: Polonia ed Estonia.

Redazione
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